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Cop29 Azerbaigian

Come vogliono farsi green Azerbaigian e Emirati Arabi Uniti tra Cop28 e Cop29

Nella giornata di ieri, il vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato un record di commercio estero di prodotti non petroliferi. Sabato, il presidente della Cop29 in Azerbaigian Mukhtar Babayev ha promesso la continuazione degli impegni climatici

Le conferenze sul clima (Cop) sono arrivate ad un punto di svolta? Questo interrogativo era emerso già nell’immediato post-Cop28 di Dubai, conclusa con l’accordo sull’abbandono graduale delle fonti fossili. Ma l’impressione è che la risposta vada ancora cercata (e forse non c’è, per ora). Da un lato ha fatto discutere l’assegnazione di Cop29 a Baku, in Azerbaigian, e dall’altro diversi dati e ultimi fatti segnalano un trend diverso.

I COMBUSTIBILI FOSSILI SONO (E SARANNO) ANCORA TRA NOI

Da un lato, infatti, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha reso noto che il 2024 sarà un anno ancora all’insegna delle richieste di gas tra nuovo freddo e volatilità dei prezzi. La domanda aumenterà del 2,5% (+100 bcm) rispetto al 2023, quando era aumentata solo dello 0,5% rispetto al 2022.

Quanto al petrolio, se è vero che – sempre secondo l’Aie – “l’espansiva fase di crescita post-pandemia della domanda globale di petrolio ha in gran parte fatto il suo corso”, arriverà una forte spinta dai Paesi non Opec portando l’offerta mondiale “ad aumentare di 1,7 mb/d fino a un record di 103,8 mb/d nel 2024”.

SEGNALI DI UN TREND DIVERSO, VERSO COP29

Ma il trend è quello di una svolta sempre più affermata verso le fonti energetiche rinnovabili. Secondo l’Aie, in un altro rapporto diffuso poche settimane fa, “le emissioni globali derivanti dalla produzione di energia elettrica dovrebbero diminuire del 2,4% nel 2024, seguite da cali minori nel 2025 e nel 2026”.

Questo perché “le energie rinnovabili sono impostate per corriporre più di un terzo della produzione totale di elettricità entro l’inizio del 2025, superando il carbone. Entro il 2025, si prevede anche che la produzione di energia nucleare raggiungerà un massimo storico a livello globale”.

AZERBAIGIAN E EMIRATI ARABI UNITI SI FANNO GREEN PER LE COP?

La prossima Cop29 si terrà dall’11 al 22 novembre in Azerbaigian, a Baku. La scorsa settimana, il Ministro dell’Ecologia e delle Risorse Naturali dell’Azerbaigian Mukhtar Babayev ha discusso le questioni di cooperazione con il Presidente della Cop28, il Ministro dell’Industria e delle Tecnologie Avanzate degli Emirati Arabi Uniti Sultan Ahmed Al Jaber.

Intervenendo alla Conferenza di Monaco, il ministro dell’Energia azero nonché presidente della Cop29 Mukhtar Babayev ha detto che servirà dare seguito alle ultime due conferenze mondiali sul clima. L’attenzione dell’Azerbaigian (che consolida la sua produzione petrolifera) per la Cop 29 di quest’anno sarà su “tabelle di marcia pratiche e tangibili”, ha detto.

Anche il presidente emiratino Al Jaber è tornato sulla Cop28, chiarendo che gli Emirati Arabi Uniti vogliono aumentare la propria capacità petrolifera a 5 milioni di barili al giorno entro il 2027, ma “produciamo meno di un quinto degli Stati Uniti, il più grande produttore di petrolio del mondo. Dobbiamo sfruttare ogni pietra miliare sulla strada da Dubai a Baku a Belem per raddoppiare l’azione e trasformare la retorica in risultati”.

Ieri, invece, lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente, Primo Ministro e Sovrano di Dubai, ha affermato che gli Emirati Arabi Uniti, sotto la guida del Presidente Sua Altezza lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, ha raggiunto altezze senza precedenti nelle sue cifre del commercio estero non petrolifero, superando i 3,5 trilioni di AED. Come ricorda l’agenzia emirati Wam, “la crescita record del commercio estero non petrolifero del paese ha coinciso con un continuo aumento del valore delle esportazioni non petrolifere nel 2023, superando i 441 miliardi di AED (120 miliardi di dollari), con un tasso di crescita del 16,7% rispetto al 2022, e che le esportazioni del 2023 sono più del doppio delle esportazioni nel 2018 e sono vicine a raggiungere il doppio delle esportazioni del 2019, in quanto sono aumentate del 28% rispetto al 2021 e del 66% rispetto al 2020 e dell’84% rispetto al 2019”. Mentre “il contributo delle esportazioni di beni non petroliferi al commercio estero complessivo del paese è aumentato al 17,1%, rispetto al 14,1% nel 2019 e al 13% nel 2018”.

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