Sebbene la crescita delle esportazioni sia forte, il volume totale è ancora inferiore al livello necessario all’Azerbaigian per mantenere la promessa, fatta all’Unione europea nel luglio 2022, di raddoppiare le esportazioni a 20 miliardi di metri cubi all’anno entro la fine del 2027
L’Azerbaigian quest’anno è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo di esportazione di gas naturale, anche se ha ancora molta strada da fare prima di poter rispettare i suoi ambiziosi impegni di esportazione per il 2027. Decantando il suo Paese come un “fornitore affidabile”, lo scorso luglio il presidente azero Ilham Aliyev, in una conferenza politica nel Regno Unito, ha annunciato che il volume annuale delle esportazioni di Baku nel 2024 sarebbe aumentato di oltre il 10% del totale del 2022, raggiungendo quasi 13 miliardi di metri cubi di gas.
IL GAS CHE DALL’AZERBAIGIAN ARRIVA IN EUROPA
A condizione che l’Azerbaigian raggiunga questa cifra – scrive Eurasianet -, sarà la prima volta che il Paese caucasico invia più della metà delle sue esportazioni di gas in Europa. Nel complesso, la produzione durante i primi sette mesi del 2024 ha raggiunto i 29,5 miliardi di metri cubi, un aumento del 4,6% rispetto alla cifra dello stesso periodo del 2023. Le esportazioni totali per il periodo sono aumentate del 5,7%, a 14,7 miliardi di metri cubi, poco più della metà dei quali è andata in Europa (7,8 mmc).
Sebbene la crescita delle esportazioni sia forte, il volume totale è ancora ben al di sotto del livello necessario all’Azerbaigian per mantenere la promessa, fatta all’Unione europea nel luglio 2022, di raddoppiare le esportazioni verso l’Europa a 20 miliardi di metri cubi all’anno entro la fine del 2027. In altre parole, Baku deve aumentare il suo volume di esportazioni di oltre il 50% in poco più di 3 anni. Aliyev ha cercato di smorzare le speculazioni sulla capacità di esportazione del Paese, ma ha fornito pochi dettagli: “stiamo facendo tutto il possibile per attuare il nostro impegno di fornire solo 20 miliardi di metri cubi all’Ue entro il 2027, questo è il nostro obiettivo”, ha chiarito durante la conferenza nel Regno Unito.
LA PRODUZIONE DI GAS DEL GIACIMENTO SHAH DENIZ
La produzione del principale giacimento di gas azero nel Mar Caspio, Shah Deniz, è ancora in aumento, con l’operatore di campo BP che sta perforando nuovi pozzi. La major britannica ha detto che conta di avviare la produzione da “un nuovo giacimento di gas profondo” sotto il pozzo petrolifero ACG entro la fine dell’anno o all’inizio del 2025. Fondamentale è che né BP né Baku abbiano confermato se l’aumento della produzione sarà sufficiente a soddisfare gli impegni azeri, non solo nei confronti dell’Unione europea, ma anche del crescente consumo interno, oltre che della crescente domanda nelle vicine Turchia e Georgia.
Il Turkmenistan potrebbe essere la chiave per risolvere le sfide dell’export di Baku. Sia l’Azerbaigian che la Turchia hanno mostrato interesse nel trovare un accordo di fornitura di transito con Ashgabat per colmare l’imminente divario di fornitura con l’Europa. Il Turkmenistan, però, si è dimostrato difficile da convincere.
IL RUOLO DEL TURKMENISTAN NELLA FORNITURA DI GAS IN EUROPA
A fine luglio, il ministro dell’Energia turco, Alparslan Bayraktar, ha visitato Ashgabat per consolidare un accordo quadro firmato con il Turkmenistan in primavera che prevedeva fino a 2 miliardi di metri cubi di gas consegnati alla Turchia ogni anno per il transito in Europa. Questo accordo includerebbe degli scambi che coinvolgono Iran e Azerbaigian. Nonostante due giorni di incontri con alti funzionari turkmeni – tra cui il presidente Serdar Berdimuhamedov e il ministro dell’Energia Annageldi Saparov, Bayraktar ha fatto pochi progressi per finalizzare un accordo. È tornato ad Ankara solo con un’intesa per continuare a lavorare su un possibile accordo di scambio di gas e un impegno più vago a considerare lo sviluppo di un gasdotto per trasportare 15 mmc di gas turkmeno all’anno attraverso il Mar Caspio fino alla Turchia e in Europa. I piani per un gasdotto del genere sono stati discussi ad intermittenza dalla fine degli Anni 90, ma non hanno fatto progressi in gran parte a causa degli ingenti costi.
LA NECESSITÀ DI AUMENTARE I GASDOTTI IN AZERBAIGIAN
Supponendo che l’Azerbaigian possa aumentare la produzione di gas in modo sufficiente a soddisfare i suoi impegni di esportazione, Baku dovrà comunque aumentare la capacità dei gasdotti che trasportano il combustibile in Europa. Attualmente i 3 gasdotti che compongono il Southern Gas Corridor possono fornire poco più di 10 miliardi di metri cubi all’anno. L’unica espansione pianificata attualmente in corso porterebbe quel totale a 11,2 mmc l’anno. Ad oggi non ci sono stati impegni per aumentare la capacità del gasdotto del Caucaso meridionale (SCP), che va dall’Azerbaigian attraverso la Georgia alla Turchia – in cui Baku è un partner importante -, o del gasdotto TANAP, che trasporta gas azero attraverso la Turchia alla Grecia, in cui Baku detiene una quota di maggioranza.
La questione della costruzione del gasdotto sta vivendo una situazione del tipo “prima l’uovo o la gallina”: i funzionari azeri affermano che, prima di effettuare enormi investimenti per costruire i gasdotti, hanno bisogno di impegni da parte degli acquirenti di gas europei per acquistare gas azero; da parte loro, gli acquirenti europei sono riluttanti a prendere tali impegni, prima che Baku dimostri di avere sufficienti scorte di gas da vendere.
GLI ACCORDI DI FORNITURA TRA BAKU E I PAESI EUROPEI
Nel frattempo, sono stati raggiunti alcuni accordi incrementali: il 1° agosto la compagnia petrolifera azera Socar ha iniziato a fornire gas al più grande importatore di gas della Slovenia, Geoplin, in un accordo che porta a 6 il numero di Paesi dell’Europa sud-orientale che importano gas da Baku: Bulgaria, Grecia, Ungheria, Romania e Serbia, oltre appunto alla Slovenia. I principali mercati europei per il gas, tra cui la Germania, devono ancora dimostrare la volontà di importare gas azero. Con impegni insufficienti per far sì che l’espansione del Corridoio Meridionale si ripaghi da sola, Azerbaigian e Turchia stanno cercando delle soluzioni alternative.
Il gestore della rete del gas greco, DESFA, ad aprile ha annunciato che stava lavorando per espandere la capacità del suo collegamento transfrontaliero con la Turchia a 5,5 miliardi di metri cubi all’anno. A luglio il ministro dell’energia turco Bayraktar ha annunciato dei piani per espandere la capacità del collegamento transfrontaliero del Paese con la Bulgaria a 7 o addirittura 10 miliardi di metri cubi/anno. Queste misure, unite all’attuale capacità inutilizzata della rete del gas turca e alle pianificate espansioni dei gasdotti negli Stati balcanici, potrebbero contribuire notevolmente a soddisfare i requisiti di capacità dei gasdotti per soddisfare l’obiettivo di esportazione dell’Azerbaigian nell’Unione europea al 2027.