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S&P: La produzione delle Big Oil cresce malgrado i tagli di bilancio

L’analisi di Standards&Poors evidenzia come i timori di scarsi investimenti causati dai tagli aggressivi alla spesa effettuati a partire dal 2014 fossero infondati

La produzione delle Big Oil sta ancora crescendo, nonostante i tagli agli investimenti. È quanto rivela un rapporto di Standards&Poors nel quale l’agenzia di rating evidenzia come i timori di scarsi investimenti causati dai tagli aggressivi alla spesa effettuati a partire dal 2014 fossero infondati.

NONOSTANTE TAGLI CAPEX E RINVIO INVESTIMENTO NESSUN EFFETTO SU PRODUZIONE

“Una delle preoccupazioni derivanti dalla flessione del settore petrolio e gas” è stata quella degli “investimenti insufficienti” da parte delle Big Oil, osserva S&P. “Anche se i maggiori produttori di petrolio hanno tagliato spesa in conto capitale (capex) e posticipato le decisioni finali di investimento dal 2014, S&P Global Ratings non ritiene che il loro taglio abbia colpito la produzione”.

RAFFINAZIONE E PETROLCHIMICA HA OFFERTO UN CUSCINO ALL’UPSTREAM

In effetti, osserva l’agenzia di rating “la produzione aggregata, sia attuale sia stimata, sta crescendo per le major. A partire dalla metà del 2014, la dura flessione ciclica dei prezzi del petrolio ha messo a dura prova” il settore che ha dimostrato “la resilienza dei modelli delle attività integrate delle major petrolifere internazionali”. S&P Global Ratings riconosce, inoltre, che “la raffinazione a valle delle major e le attività petrolchimiche hanno “fornito loro un cuscino” cioè “flussi di cassa all’upstream”, e in particolare al settore “esplorazione e produzione”. Questo business downstreaming “ha da allora preso il sopravvento grazie ai prezzi del petrolio più elevati, i costi più bassi e il capex” che stanno “aiutando le prestazioni upstream a riprendersi”.

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