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Bloccare le trivelle danneggia le imprese. Ecco perché secondo Colombini (Cisl)

“Non si può chiudere l’estrazione del gas nazionale che deve garantire insieme alla Tap la fase della transizione verso le energie rinnovabili. Bisogna aprire un grande dibattito e definire un vero piano nazionale sulla transizione ecologica”, ha detto il sindacalista

“Il blocco delle autorizzazioni delle trivelle danneggia le imprese nazionali, aumenta l’import dei combustibili ed i costi dell’energia nel nostro Paese, indebolendo anche la capacità dell’Italia di auto approvvigionamento, provocando anche in questo caso effetti dannosi all’occupazione”. Lo ha dichiarato in una nota il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini.

APPRONTARE UN GRANDE PIANO DI TRASFORMAZIONE PER NON PENALIZZARE LA NOSTRA ECONOMIA

“La transizione ecologica dell’economia italiana – ha continuato Colombini – è vitale per il futuro del benessere sociale ed economico del nostro paese. Non c’è futuro occupazionale, infatti, se non definiamo bene una strategia di transizione ecologica di tutto il sistema produttivo. Bisogna approntare un grande piano di trasformazione capace di individuare le specificità italiane per non penalizzare la nostra economia. Per questo non si possono improvvisare scelte non valutate ed approfondite con tutti i soggetti sociali ed economici direttamente interessati”.

NON SI PUÒ CHIUDERE L’ESTRAZIONE DEL GAS NAZIONALE CHE DEVE GARANTIRE INSIEME ALLA TAP LA FASE DELLA TRANSIZIONE VERSO LE ENERGIE RINNOVABILI

“Non si può chiudere l’estrazione del gas nazionale che deve garantire insieme alla Tap la fase della transizione verso le energie rinnovabili. Bisogna aprire un grande dibattito e definire un vero piano nazionale sulla transizione ecologica alla nuova economia decarbonizzata con la salvaguardia della competitività e della crescita dell’occupazione. Le scorciatoie sono pericolose e dannose sia nell’immediato che per il futuro. La Cisl – ha concluso Colombini – vuole essere protagonista della transizione ecologica ma con i lavoratori e non contro i lavoratori”.

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