Per Arera si tratta solo una particolare casistica, limitata numericamente. Ma le stime parlano di 200 milioni di euro. Fatti, numeri e precisazioni dell’authority
L’insoluto totale delle bollette elettriche italiane si aggira attorno al miliardo di euro, secondo il Sole 24 Ore. E a pagare – almeno in parte – ci dovrebbero pensare tutti i consumatori elettrici, quelli cioè che le bollette le pagano. “L’hanno stabilito ricorsi e sentenze del Tar e del Consiglio di Stato e l’Autorità dell’Energia ha formalizzato: sarà distribuita fra tutti i consumatori una prima fetta di ‘oneri generali’ elettrici pari a circa 200 milioni di arretrati”, certifica il quotidiano economico. Per Arera però il discorso va precisato: i “presunti riconoscimenti di oneri della morosità su tutti i clienti finali” riguarderebbe “solo una particolare casistica, limitata numericamente, e solo una parte degli oneri generali di sistema previsti per legge”.
Aziende in crisi per il saldo delle voci parafiscali in bolletta non incassate
In particolare, prosegue l’Authority in una nota di puntualizzazione, “il riconoscimento individuato dall’Autorità per i soli distributori è parziale e attiene ai soli oneri generali di sistema già da loro versati ma non incassati da quei venditori con cui, a fronte della inadempienza di questi ultimi, i distributori hanno interrotto il relativo contratto di trasporto di energia, di fatto sospendendo così a tali soggetti la possibilità di operare nel mercato dell’energia”. In effetti come scrive il Sole 24 Ore “diverse aziende elettriche erano entrate in crisi, e qualcuna aveva addirittura dovuto chiudere i battenti, quando si è trattato di saldare ai fornitori alcune voci parafiscali della bolletta che erano state fatturate ai consumatori ma non erano state incassate. Il meccanismo per ripartire su tutti i consumatori questa parte di evasione legata alla crisi di alcune società elettriche era già stato adottato per il canone Rai, che si paga attraverso la bolletta”. Ma in sostanza “saremo noi consumatori a rimborsare alle società elettriche una parte del buco creato negli oneri parafiscali delle aziende in crisi da chi evade la bolletta della corrente”, prosegue il quotidiano.
Per Arera meccanismo parziale e circoscritto agli oneri di sistema
Arera, sempre nella precisazione, sottolinea trattarsi, inoltre, di un “meccanismo parziale e circoscritto finalizzato a garantire il gettito degli oneri di sistema da assicurare per legge, che l’Autorità ha strutturato in tal modo per adempiere ad una serie di sentenze della giustizia amministrativa che hanno annullato le precedenti disposizioni dell’Autorità in tema. La regolazione precedente imponeva ai venditori la prestazione di garanzie finanziarie in favore delle imprese distributrici anche a copertura degli oneri generali di sistema. Le pronunce della giustizia amministrativa sostengono che la legge pone in capo esclusivamente ai clienti finali, e non alle imprese di vendita, né ai percettori degli incentivi, gli oneri generali di sistema, con la conseguenza che l’Autorità non avrebbe il potere di imporre il citato sistema di garanzie alle imprese di vendita negando che il rischio di mancato incasso degli oneri generali di sistema da parte dei clienti finali sia dei venditori”.
La delibera 50/2018
A scorrere la deliberazione 50/2018 si evidenzia in effetti che il Tar Lombardia, con diverse sentenze “ha aderito all’orientamento espresso dal Consiglio di Stato” in base al quale “l’obbligo di versare gli oneri generali di sistema graverebbe esclusivamente sui clienti finali” e legittima la regolazione dell’Autorità “nella parte in cui attribuisce al venditore l’obbligo di fatturare e riscuotere gli oneri generali di sistema presso i clienti finali, corrispondendo il gettito all’impresa distributrice; ciò in quanto, da un lato, è ‘soltanto con il venditore che il cliente finale intrattiene rapporti e non anche con il distributore’”.
Associazioni consumatori sul piede di guerra
Naturalmente questa decisione ha attirato le ire delle associazioni di consumatori. Per Codici l’utente si rivela come sempre “il bancomat d’Italia”. “Quando ci sono da socializzare i profitti si chiamano in causa le aziende, quando invece si devono spalmare i debiti si chiama il consumatore – afferma Luigi Gabriele di Codici – l’ultima perla di questa Autorità per l’energia, la peggiore Autorità di tutti i tempi”. Per l’Unione Nazionale Consumatori va “verificato se” questo aspetto “rientra effettivamente tra i poteri dell’Authority” sottolinea Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unc precisando che “le compagnie hanno tutti gli strumenti per ottenere il pagamento dei morosi, fino al distacco della fornitura. Questa delibera sarebbe solo un incentivo per non perseguire i furbetti del quartierino”. Secondo Federconsumatori si tratta di un “disegno che appare inconcepibile da ogni punto di vista, che assume i tratti di un ennesimo regalo alle aziende elettriche, che già hanno beneficiato della futura abolizione del mercato tutelato” trascurando la crescente povertà energetica “un fenomeno drammatico, che colpisce quasi 5 milioni di italiani (l’8% della popolazione), e che risente ancora di una scarsa conoscenza e informazione”.