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Bolletta

Bollette, perché adesso occorre guardare alle città

Dalla classifica dei centri urbani più virtuosi agli effetti del nuovo decreto energia. Il punto sul costo delle bollette

Il weekend appena trascorso ha messo in cascina un altro, il quarto, provvedimento dell’esecutivo in materia energetica. Come anticipato su Energia Oltre venerdì, il decreto ha toccato diversi punti. Adesso, però, è tempo di guardare alle amministrazioni comunali.

LE PRINCIPALI NOVITÀ

Anzitutto, un contributo straordinario per le imprese energivore basato sul credito d’imposta che riguarda solo le aziende che hanno subito un incremento del costo per KWh superiore al 30 per cento nel 2019. 700 milioni di oneri maggiori che vogliono dire credito d’imposta al 20% per spese energetiche da aprile a giugno.

Poi, un taglio in bolletta nel secondo trimestre per gli oneri di sistema. “A tal fine, sono trasferite alla CSEA, entro il 31 maggio 2022, ulteriori risorse pari a 1.200 milioni di euro” recita il Dl.

“Un decreto poderoso”, aveva commentato il premier Draghi per quello che – ricorda il Messaggero – è il quarto intervento sull’energia. Alle famiglie verranno destinati oltre due miliardi e mezzo per sconti su luce e gas, sul quale è arrivato il taglio dell’Iva del 5% applicato anche “alla differenza derivante dagli importi ricalcolati sulla base dei consumi effettivi riferibili al secondo trimestre” nel caso di contabilizzazione nel trimestre in questione di somministrazioni “sulla base di consumi stimati”.

LO SGUARDO ALLE CITTÀ

Ora la palla passa ai centri urbani. Se con l’intervento approvato venerdì famiglie, imprese ed enti locali hanno ricevuto l’attenzione che serviva da Palazzo Chigi per il prossimo trimestre dell’anno, adesso si può guardare agli amministratori.

Come riporta Il Tempo, sembra sia caduto nel vuoto l’allarme lanciato “da ben undici associazioni di consumatori” contro quei sindaci definiti “ipocriti” perché si arricchiscono a spese delle fasce di popolazione meno abbienti.

Un allarme che vede Roma protagonista. “Nella Capitale”, riporta il quotidiano diretto da Franco Bechis, “ci permettiamo il lusso di buttare dodici milioni per far contare le buche della città ad una società esterna al comune. Magari risparmiamoli facendo lavorare gli uffici un po’ di più…”.

La richiesta è quella di destinare utili azionari in Acea per aiutare i cittadini maggiormente in difficoltà. D’altronde, il momento critico sui costi dell’energia è ormai noto a tutti. “+131% rispetto allo stesso periodo del 2021, +94% il gas. Costi insostenibili per famiglie e imprese”.

Secondo Ifel, sono 224 i comuni che guadagnano con i rincari sulle bollette. Un contesto definito paradossale e “assurdo” da Assoutenti, “perché le amministrazioni che oggi spengono la luce in segno di protesta sono le stesse che stanno guadagnando dal caro bollette, e che potrebbero utilizzare tali profitti per aiutare famiglie e imprese schiacciate dall’aumento dei costi energetici”.

LE AMMINISTRAZIONI PIÙ VIRTUOSE

Indicativo poi è il report della Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana. A commentarlo e a riportarne i numeri stamani è il Messaggero. La classifica varata per Adnkronos recita: Parma primo e Roma 67esima.

Sono tre le voci di spesa analizzate. Energia elettrica, bollette dell’acqua e gas. Nella top 10 rientrano tra le altre anche Catania, Brescia e Pescara, mentre per centri del nord come Bergamo e Aosta pesano rispettivamente il gas e l’acqua.

“Si tratta di costi valutati dall’algoritmo del Centro studi della Fondazione Gari come «inferiori o uguali» al modello ‘virtuale di riferimento per quel territorio” si legge sul quotidiano diretto da Massimo Martinelli.

COS’ALTRO ASPETTARSI DAL GOVERNO

“Il governo avrebbe la possibilità di imporre una norma di trasparenza sulla formazione dei prezzi, a tutela dei consumatori, delle norme sulla concorrenza e dell’equità fiscale. Avrebbe anche la possibilità, anzi il dovere, vuoi di tassare i super profitti vuoi di imporne la riduzione se non l’annullamento” scrive Chiara Saraceno oggi in un commento su Repubblica.

Nel frattempo le tensioni geopolitiche sul fronte russo-ucraino non accennano ad assopirsi. Anzi, secondo alcune analisi l’invasione sarebbe ormai alle porte e gli scenari sul gas europeo vedrebbero aprirsi una definitiva nuova fase. Tutto  questo inevitabilmente si ripercuoterà sulle manovre degli Stati, ma ancor più nel pratico riguarderà le future scelte di ammministrazioni e cittadini.

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