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Sudest Asia

Boom sud-est asiatico: nei prossimi 2 anni nell’upstream fusioni e acquisizioni per 5 mld di dollari

Le maggiori opportunità si trovano in Indonesia, con un mercato di oltre 2 miliardi di dollari di attività; seguono Malesia e Vietnam, rispettivamente con 1,4 e 1 miliardo di dollari in vendita

Il sud-est asiatico nei prossimi due anni vivrà un boom di fusioni e acquisizioni upstream (M&A – mergers and acquisitions), con oltre 5 miliardi di dollari di asset in palio. È quanto mostra una ricerca di Rystad Energy. La maggior parte di queste opportunità si trova in Indonesia, dove sono presenti sul mercato oltre 2 miliardi di dollari di attività, seguita da Malesia e Vietnam, che hanno rispettivamente circa 1,4 e 1 miliardo di dollari in vendita.

IL 2023 È GIÀ INIZIATO CON UN DATO RECORD

Finora quest’anno nella regione sono già state completate circa 700 milioni di dollari di operazioni, il che rappresenta il miglior inizio per l’attività di fusione e acquisizione upstream del sud-est asiatico dal 2019. Di tutte le attività in vendita, il 74% è nella fase di decisione di investimento pre-finale, il 21% è già in produzione e il restante 5% circa è già nella fase di sviluppo. Insieme, rappresentano circa 4 milioni di barili di petrolio equivalente in risorse e circa 270.000 boe di produzione giornaliera, con un rapporto gas/liquidi di 63:37. Una proposta redditizia per i potenziali investitori.

“In questo momento ci sono molti soldi che circolano nel sud-est asiatico. La mole degli accordi di petrolio e gas nella regione riaccenderà il settore, riducendo la dipendenza dalle compagnie petrolifere nazionali e dai principali attori che si è sviluppata negli ultimi decenni. Il sud-est asiatico rappresenta un’eccellente opportunità per gli operatori upstream che cercano di rafforzare i propri portafogli di idrocarburi”, ha affermato Prateek Pandey, vicepresidente ricerca upstream di Rystad Energy.

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IL RUOLO DELLE NORMATIVE FISCALI

I quadri fiscali e normativi svolgono un ruolo significativo nell’incoraggiare l’attività di fusione e acquisizione, contribuendo ad attrarre acquirenti e concludere affari. Gli aggiornamenti amministrativi che Malesia, Indonesia e Thailandia hanno implementato negli ultimi anni stanno aumentando l’interesse delle major energetiche e di altri nuovi acquirenti regionali, poiché questi Paesi beneficiano di risultati di esplorazione di successo. Altri Paesi della regione – come il Vietnam e la Cambogia – guardano con invidia ai loro vicini e cercano di mettere in atto dei processi simili per attrarre investimenti e affari. Come risultato di questo allentamento fiscale, molti diversi attori del settore petrolifero e del gas stanno guardando seriamente al sud-est asiatico come regione chiave dei loro piani di espansione.

I PAESI DALLE MAGGIORI OPPORTUNITÀ

Le opportunità di fusione e acquisizione previste sono distribuite lungo l’intero ciclo di vita, incluse le risorse in fase di produzione, di sviluppo e le nuove scoperte. La Malesia guida il gruppo in termini di produzione di beni offerti, con una quota del 45% del totale regionale, seguita dall’Indonesia con il 27%. Le risorse scoperte ma non ancora in fase di sviluppo dominano le opportunità, con quasi 3 miliardi di barili di petrolio equivalente in vendita. L’Indonesia guida questa categoria con un discreto margine, vantando 1,6 miliardi di boe di risorse disponibili, seguita dal Vietnam con 780 milioni di boe e dalla Malesia con 460 milioni di boe. Anche il Myanmar e la Thailandia hanno scoperto risorse disponibili per l’acquisto, ma con quote inferiori.

In termini di risorse totali di petrolio e gas offerte, l’Indonesia è in testa con una quota del 50%, seguita dalla Malesia con il 24% e dal Vietnam con circa il 20%. Data la dimensione significativa delle risorse offerte, l’Indonesia è anche il Paese leader in termini di valore totale dell’affare delle risorse offerte, a circa 2 miliardi di dollari, seguita dalla Malesia a circa 1,4 miliardi di dollari. Sulla base delle recenti transazioni upstream nel sud-est asiatico, la metrica di produzione media è compresa tra 17.000 e 20.000 dollari di produzione giornaliera e tra 2 e 3 dollari per barile di petrolio equivalente di risorse.

LE STRATEGIE DELLE MAJOR PETROLIFERE

La crescente tendenza globale delle major a ridurre il proprio interesse per i portafogli maturi sta creando un’ondata di nuove opportunità di acquisizione. Stanno sfruttando lo slancio attuale e si stanno allontanando strategicamente dai contratti di condivisione della produzione (production sharing contracts – PSC) in scadenza, oltre che dagli sviluppi impegnativi nei loro portafogli.

Il potenziale di fusione e acquisizione del sud-est asiatico è alimentato anche dal desiderio delle compagnie petrolifere regionali di mitigare o ridurre le ingenti spese in conto capitale necessarie per mantenere e gestire i blocchi maturi, coinvolgendo partner tecnici per implementare progetti di recupero avanzato del petrolio (enhanced oil recovery – EOR). Nel complesso, il mix di questi fattori sta plasmando il panorama delle fusioni e acquisizioni nella regione e creando delle opportunità per gli acquirenti strategici di capitalizzare le mutevoli dinamiche del settore.

I costi di disattivazione, la scadenza del PSC e il tempo di sviluppo per le opportunità di decisione di investimento pre-finale sono tutti pensieri dominanti degli acquirenti, mentre esaminano le opportunità M&A nella regione. L’obiettivo delle società upstream si è spostato dalla semplice espansione della base di riserve alla ricerca di attività già in produzione, con una preferenza per le risorse di gas in Paesi con meno ostacoli politici e normativi.

Le prospettive di fusione e acquisizione che hanno il potenziale per supportare gli sforzi di cattura e stoccaggio del carbonio o per facilitare le iniziative di decarbonizzazione dovranno attirare maggiore attenzione da parte dei grandi attori internazionali e delle compagnie petrolifere locali.

Gli esperti regionali e gli indipendenti europei resteranno dei partecipanti attivi nel mercato, mentre cercano di trarre vantaggio dalle offerte sul tavolo per espandere la loro presenza nel sud-est asiatico. Inoltre, il fascino della normativa fiscale, il successo dell’esplorazione e le preoccupazioni sulla sicurezza energetica probabilmente stimoleranno l’interesse degli attori globali del petrolio e del gas e delle compagnie petrolifere internazionali.

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