Nel nuovo rapporto “Advancing the energy transition” l’azienda britannica si interroga sulla duplice sfida che avrà di fronte nei prossimi anni: soddisfare la crescente domanda globale di energia e la crescente pressione a ridurre le emissioni di gas serra
Taglio delle emissioni dalle attività del gruppo, spostamento del portafoglio combustibili dal petrolio al gas e più rinnovabili. Al pari delle altre major petrolifere mondiali anche BP traccia il suo percorso per il futuro nel nuovo rapporto “Advancing the energy transition” per affrontare la “duplice sfida” di soddisfare la crescente domanda globale di energia e la crescente pressione a ridurre le emissioni di gas serra – e quindi di contrastare i cambiamenti climatici – tagliando ogni anno 3,5 milioni di tonnellate di Co2 dai propri asset.
FINO AL 2025 LE EMISSIONI DEL GRUPPO RIMARRANNO STABILI AL LIVELLO DEL 2015
Il miglioramento dell’efficienza energetica in tutte le attività, sostenuto dalle nuove tecnologie, dalla limitazione dell’intensità delle emissione di metano e dal business di petrolio e gas dovrebbero consentire una riduzione permanente e quantificabile delle emissioni che si dovrebbero mantenere stabili al livello del 2015 almeno fino al 2025 a quota 51,2 milioni di tonnellate di CO2.Come parte fondamentale di questo piano, BP è determinata ad affrontare soprattutto le emissioni di metano – la componente primaria del gas naturale ma anche un potente gas a effetto serra – tagliandola pesantemente dalle sue attività. Il gruppo mira, infatti, a limitare l’intensità massima di metano nelle sue attività collegate a petrolio e gas, allo 0,2%.
STOP AL GAS FLARING E 500 MLN DI DOLLARI IN RINNOVABILI
Il piano di BP prevede anche, qualora queste misure non fossero sufficienti a tenere sotto controllo le emissioni di Co2, a compensare l’impatto della produzione dei combustibili fossili sull’ambiente continuando a lavorare su progetti verdi in grado di controbilanciare l’eccesso di gas serra. BP sta investendo con cautela nelle energie rinnovabili, come l’energia solare, dopo aver voltato le spalle al settore a seguito della fuoriuscita di petrolio dall’incidente della Deepwater Horizon. “Il mondo sta crescendo come mai prima d’ora, creando opportunità per miliardi di persone – ha ammesso il numero uno di BP Bob Dudley –. E tutta questa crescita richiede energia. Ma poiché il mondo chiede più energia, chiede anche che venga prodotta e distribuita in modi nuovi, con meno emissioni. In BP, affrontiamo questa duplice sfida. Abbiamo sempre guardato al futuro, ci siamo adattati al cambiamento e abbiamo affrontato sfide come questa”. Tra i punti principali del piano della major britannica figura anche lo stop – entro la fine del prossimo decennio – al cosiddetto “gas flaring”, una delle principali fonti di emissioni di gas serra. Il gruppo stanzierà, inoltre, circa 500 milioni di dollari in biocarburanti, energia eolica, solare (200 milioni di dollari) e batterie, circa il 3% del suo budget di 15-16 miliardi di dollari. Secondo la strategia della compagnia, queste business unit a basse emissioni di anidride carbonica hanno il “potenziale per dare un contributo reale al futuro” della società. L’azienda ha accennato, infine, che intende fare ulteriori passi avanti nelle infrastrutture per veicoli elettrici, come ad esempio i punti di ricarica rapida.
NASCE L’ADVANCING LOW CARBON, IL PROGRAMMA DI ACCREDITAMENTO DEL GRUPPO
BP ha deciso di introdurre, infine, un programma di accreditamento a livello di gruppo, l’Advancing Low Carbon (ALC), volto a incoraggiare ogni porzione di BP a perseguire un percorso basato sulle basse emissioni di Co2, incoraggiando anche i clienti e altri soggetti esterni alla compagnia a compiere scelte analoghe. “Sappiamo che una corsa alle energie rinnovabili non sarà sufficiente. Per ridurre in modo significativo le emissioni, ogni tipo di energia deve essere più pulita e di migliore qualità. Ecco perché stiamo apportando cambiamenti coraggiosi in tutta la nostra azienda – ha dichiarato Dudley -. Stiamo introducendo il programma di accreditamento Advancing Low Carbon in tutta la BP per convalidare questi sforzi e incoraggiare ulteriori azioni”. Coloro che saranno giudicati conformi ai criteri potranno fregiarsi del logo ALC. Al momento il programma è stato avviato con 33 attività accreditate provenienti da tutte le attività BP.
AMBIENTALISTI SCONTENTI
Gli obiettivi delineati di BP, tuttavia, sono inferiori a quelli più ambiziosi fissati solo qualche giorno fa dalla rivale anglo-olandese Royal Dutch Shell, che ha promesso di ridurre la propria impronta di carbonio del 20 per cento entro il 2035 e di dimezzare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Il piano di Bp, infatti, è stato criticato dagli ambientalisti perché considerato una risposta troppo “leggera” rispetto ai cambiamenti climatici in atto. Il taglio di 3,5 milioni di tonnellate equivalenti di Co2 entro il 2025 corrisponde a circa il 7 per cento delle sue attuali emissioni operative. Tom Burke, presidente del think tank ambientale E3G ed ex consigliere della BP riferendosi al piano, ha parlato di una “risposta del Ventesimo secolo a un problema del Ventunesimo secolo”. Per Carbon Tracker, “i miglioramenti nelle emissioni operative della BP, per quanto benvenuti, sono troppo piccoli per spostare l’ago della bilancia ed evitare il cambiamento climatico o ridurre l’esposizione della BP al rischio di Co2”.
ENTRO IL 2021 PRODUZIONE DI PETROLIO E GAS CRESCERÀ DI 900.000 BARILI AL GIORNO
Dal punto di vista delle attività tradizionali, infine, l’azienda tra il 2015 e il 2021 ha previsto che aumenterà la propria produzione di 900.000 barili al giorno di petrolio e gas. La sua produzione è stata di circa 3,6 milioni di bpd nel 2017. Solo pochi mesi fa – era febbraio – il vicepresidente dell’azienda Dominic Emery durante una conferenza sul gas a Vienna pronosticava che il gas avrebbe sorpassato il petrolio come fonte di energia primaria del mondo nel 2040, in coincidenza con la crescita della domanda di combustibili fossili meno inquinanti.