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Gas Europa

Buone notizie per l’Europa: attualmente siamo pieni di gas

Ad oggi i Paesi dell’Unione Europea hanno stoccato 79 miliardi di metri cubi di gas, più della media del periodo 2015-2020

Buone, anzi ottime notizie sul fronte energetico europeo: l’Europa, a metà gennaio, è già piena di gas. Ad inizio settembre l’ISPI aveva pubblicato degli scenari sui livelli degli stoccaggi di gas al termine dell’inverno: nella gran parte dei casi analizzati, l’Italia e l’Europa rischiavano di arrivare a fine marzo con gli stoccaggi praticamente vuoti, e questo avrebbe comportato un prezzo del gas UE molto alto, e per molto tempo. In uno scenario del genere – scrive su Twitter Matteo Villa, Senior Research Fellow dell’ISPI e co-heads dell’ISPI Data Lab – in assenza di forti azioni da parte dei governi, oltre all’alto prezzo del gas avremmo rischiato di entrare nella prossima stagione invernale (2023-2024) in una condizione ancora più grave.

Invece l’Unione Europea nel suo insieme – che ha una capacità di stoccaggio di circa 100 miliardi di metri cubi – a metà novembre 2022 ha registrato un massimo di 96 miliardi di metri cubi (Gmc) stoccati. Un risultato che è doppiamente positivo, in quanto è nettamente più elevato rispetto alla media di 89 Gmc del periodo 2015-2020 e per il fatto che è stato raggiunto con due settimane di ritardo rispetto al momento in cui normalmente l’UE tocca il picco dei propri stoccaggi, prima di tornare a scendere.

Inoltre, all’11 gennaio scorso, l’Europa era in linea per superare nel giro di una settimana i livelli di stoccaggi massimi mai raggiunti in passato nello stesso periodo: se la media del gas presente negli stoccaggi dei 27 Paesi UE nel periodo 2015-2020 toccava i 62 Gmc, quest’anno i miliardi di metri cubi immagazzinati potrebbero essere poco sotto agli 80 Gmc.

stoccaggi gas Europa GEN 2023

MENO CONSUMI, PIÙ IMPORTAZIONI

Questo trend è dovuto a due fattori che a settembre erano di difficile o impossibile misurazione. Innanzitutto, i consumi europei di gas naturale sono stati nettamente inferiori a quanto preventivato: se nel periodo gennaio-agosto 2022 i consumi nell’Unione europea erano in calo tendenziale di circa l’8%, tra ottobre e dicembre sono stati del 21% inferiori rispetto alla media dei consumi 2019-2021. Un ruolo significativo lo hanno avuto le temperature esterne decisamente miti per la stagione.

Per quanto riguarda invece le importazioni, il gas naturale proveniente dalla Russia non ha smesso di scorrere: dopo aver toccato un minimo ad ottobre (21 Gmc l’anno importati contro i circa 160 del periodo pre-crisi), le esportazioni di Mosca sono risalite e, se dovessero proseguire sui livelli delle ultime quattro settimane, permetterebbero all’UE di importare quasi 30 Gmc l’anno.

Dopo aver registrato il secondo deficit di bilancio più alto degli ultimi 20 anni, Mosca è in grande difficoltà ed è costretta a rivedere la sua strategia di ulteriore taglio delle forniture all’Europa.

Anche se il resto del periodo invernale dovesse riportare temperature medie in linea con quelle degli ultimi 20 anni, considerando l’attuale dinamica di consumi e importazioni, a fine marzo il livello degli stoccaggi potrebbe essere di 20 Gmc superiore rispetto alla media del periodo, e di oltre 40 Gmc superiore rispetto a quanto previsto a settembre. Questi livelli porterebbero, anche nei prossimi mesi, a degli scenari di prezzi simili a quelli odierni (70-80 €/MWh), notevolmente inferiori rispetto al prezzo medio del 2022 (135 €/MWh), ma quadrupli rispetto al periodo pre-crisi. In più, se i consumatori europei continueranno a risparmiare gas a livelli simili a quelli di questa stagione, la situazione migliorerebbe anche nell’anno termico 2023-24.

importazioni gas UE gen 2023

ACQUISTI CONGIUNTI DI GAS E GNL

Ciò però non significa che possiamo abbassare la guardia. Senza acquisti di gas congiunto a livello europeo, nel 2024 la necessità, per tutti i Paesi UE, di tornare a riempire gli stoccaggi in vista del prossimo anno termico potrebbe scatenare nuovamente la concorrenza, facendo schizzare i prezzi verso l’alto.

Va infatti sottolineato che la guerra tra Russia e Ucraina non è ancora terminata, e il GNL di cui abbiamo bisogno per sostituire la mancanza di gas russo resterà una risorsa molto scarsa a livello globale almeno fino alla metà del 2024.

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