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Tesla

Canada frena su EV. India sfida Cina sul solare. BMW e Mercedes all’attacco di Tesla. I fatti della settimana

Il Canada sospende gli obiettivi EV al 2026 per la crisi economica, mentre l’India punta a battere la Cina nel solare. Intanto, BMW e Mercedes lanciano nuovi SUV per erodere la leadership di una Tesla in difficoltà. I fatti della settimana di Marco Orioles

Il Canada, colpito da una crisi occupazionale e dai dazi USA, ha sospeso l’obiettivo di vendite di veicoli elettrici per il 2026, lanciando al contempo una politica “Buy Canadian” per proteggere la propria industria. Intanto, in Asia, l’India accelera la sua transizione energetica con l’obiettivo di sfidare il dominio cinese nella produzione di componenti solari. Sfruttando la forte domanda interna e il supporto governativo, il paese sta raddoppiando la sua capacità produttiva, anche se le tariffe americane e le strozzature nella filiera restano ostacoli da superare. Nel mercato automobilistico globale, i colossi tedeschi BMW e Mercedes-Benz hanno lanciato nuovi SUV elettrici ad alta autonomia per competere direttamente con Tesla, la cui quota di mercato è in netto calo sia negli Stati Uniti che in Europa. Mentre la casa di Elon Musk arranca, i costruttori cinesi come BYD continuano a guadagnare terreno, erodendo le quote dei marchi occidentali grazie a prezzi più competitivi e a una forte spinta sull’innovazione digitale.

CARNEY SOSPENDE GLI OBIETTIVI DI VENDITA DEI VEICOLI ELETTRICI

Il Primo Ministro canadese Mark Carney ha annunciato la sospensione dell’obiettivo che imponeva il 20% di vendite di veicoli elettrici (EV) per il 2026, introdotto dal predecessore Justin Trudeau nel 2023, mentre ha lanciato una politica “Buy Canadian” per affrontare l’impatto delle politiche commerciali USA. Lo riferisce la BBC, spiegando che la decisione arriva in un contesto di difficoltà economiche, con la perdita di 66.000 posti di lavoro nel mese di agosto e un tasso di disoccupazione salito al 7,1%, il più alto dal 2016, esclusi gli anni di pandemia. Carney ha dichiarato che, pur mantenendo gli obiettivi a lungo termine (60% di vendite EV entro il 2030 e 100% entro il 2035), il mandato per il 2026 sarà sospeso, con una revisione di 60 giorni per valutare la politica. Nel 2023, i veicoli a zero emissioni rappresentavano l’11,7% del mercato automobilistico canadese. La pausa risponde alle pressioni dell’industria automobilistica, colpita dai dazi Usa del 25% sui veicoli stranieri (con alcune esenzioni per lo stesso Canada e il Messico) e da un dazio generale del 35% su beni canadesi, che ha danneggiato settori come auto, acciaio e alluminio, nonostante molte merci siano esenti grazie all’accordo Canada-Usa-Messico (CUSMA).La politica “Buy Canadian” dà priorità ai prodotti canadesi nei contratti federali e include un fondo per aiutare le aziende a sviluppare nuovi prodotti. Carney ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’economia interna: “Non possiamo controllare ciò che fanno altre nazioni, ma possiamo controllare ciò che costruiamo per noi stessi”. Ottawa ha anche introdotto misure di supporto per i produttori di canola, colpiti da dazi cinesi del 75,8% sulle importazioni di semi, una rappresaglia ai dazi canadesi del 100% sui veicoli elettrici cinesi dell’ottobre 2024. Il leader conservatore Pierre Poilievre ha criticato Carney, accusandolo di aver “cambiato idea” sugli obiettivi climatici e di aver ritardato gli investimenti nel settore automobilistico con una “ritirata goffa”. Nonostante ciò, Carney ha difeso le misure come necessarie per affrontare la “rottura” nelle relazioni commerciali con gli Usa, evidenziando un recente colloquio con Trump per negoziare sgravi sui dazi. Le iniziative includono anche fondi per la formazione di 50.000 lavoratori e un’espansione del programma di assistenza alle imprese colpite dai dazi, con un fondo da 5 miliardi di dollari per riconvertire le produzioni e accedere a nuovi mercati.

L’INDUSTRIA SOLARE INDIANA SFIDA LA CINA

A Jaipur – racconta l’Associated Press in un lungo servizio – un complesso industriale è il cuore della spinta dell’India per competere con la Cina nella produzione di componenti solari. L’India, la nazione più popolosa al mondo, mira a conquistare quote di mercato, sfruttando la crescente domanda interna di energia e riducendo la dipendenza dalle importazioni cinesi. La fabbrica di ReNew, in una zona con incentivi fiscali, produce moduli per 4 gigawatt all’anno, sufficienti per 2,5 milioni di case, impiegando quasi mille persone. La capacità di produzione di moduli solari è più che raddoppiata nell’anno fiscale terminato a marzo, raggiungendo 74 gigawatt, mentre quella delle celle solari è triplicata a 25 gigawatt. Nonostante i progressi, l’India dipende ancora dalla Cina, che controlla oltre l’80% della produzione globale di componenti solari. Le importazioni di celle e moduli cinesi sono scese di oltre un terzo nel primo trimestre del 2025, a 1,3 miliardi di dollari. Gli analisti prevedono che entro il 2030 l’India potrebbe importare solo polisilicio, producendo localmente altri componenti. Tuttavia, le tariffe Usa del 50% sui beni indiani, introdotte nell’agosto 2025, e le politiche di Trump per limitare l’adozione di energie rinnovabili, rappresentano una sfida, dato che l’America assorbe un terzo delle esportazioni solari indiane. La forte domanda interna di energia pulita mitiga l’impatto delle tariffe. Analisti come Charith Konda di IEEFA sottolineano all’AP che l’India non dipende eccessivamente dalle esportazioni, grazie a un mercato interno in grado di assorbire la produzione. Ad esempio, Vega Solar di Hyderabad ha spostato il 90% delle vendite di moduli off-grid al mercato interno post-Covid. L’India, uno dei Paesi più inquinanti, ha aumentato di 30 volte la capacità solare nell’ultimo decennio, grazie a costi dimezzati rispetto al carbone e a un clima favorevole. Con 170 gigawatt di progetti rinnovabili in cantiere, principalmente solari, e un obiettivo di 500 gigawatt entro il 2030, il governo sostiene l’industria con politiche che limitano le importazioni e incentivano la produzione locale. Sanjay Verghese di ReNew sottolinea l’importanza del supporto governativo, mentre Shubhang Parekh della National Solar Energy Federation è ottimista, ma avverte che i prossimi anni saranno cruciali per superare le strozzature nella filiera e competere con la Cina.

BMW E MERCEDES SFIDANO TESLA CON NUOVI SUV ELETTRICI

Come riferisce Quartz, le case automobilistiche di lusso europee, BMW e Mercedes-Benz, hanno lanciato nuovi SUV elettrici, iX3 e GLC, per competere con Tesla, che sta perdendo quote di mercato. Presentati a Monaco, i modelli vantano autonomie elevate (497 miglia per iX3, 457 per GLC) rispetto alle 387 miglia del Model Y di Tesla. Dotati di assistenti AI, i veicoli mirano a conquistare il segmento in crescita dominato da Tesla. Il CEO di BMW, Oliver Zipse, ha definito il lancio dell’iX3 un “momento unico” per reinventare il marchio. Intanto, Tesla registra un calo: negli Usa, la sua quota di mercato EV è scesa al 38% ad agosto 2025, il minimo dal 2017, rispetto all’80% di qualche anno fa. A luglio, le vendite di auto elettriche in America sono cresciute del 24%, ma Tesla è cresciuta solo del 7%, superata dai concorrenti. In Europa, le consegne di Tesla sono diminuite di un terzo nel 2025, con un calo del 40% a luglio (8.837 veicoli), mentre BYD, leader cinese, ha visto un aumento del 225% (13.503 veicoli). Le case tedesche collaborano con aziende tech Usa per migliorare le capacità digitali: BMW con Qualcomm, Mercedes con Nvidia, Google e OpenAI. Tuttavia, l’analista Steve Fowler ha dichiarato al Wall Street Journal che i nuovi modelli non intimoriscono i produttori cinesi, come XPeng, che offre SUV più economici (G6 a 55.800 dollari). L’iX3 costa circa 80.000 dollari in Germania, contro i 60.000 del Model Y. Mercedes non ha rivelato il prezzo del GLC. Nonostante gli sforzi di BMW e Mercedes per competere su tecnologia e prestazioni, i produttori cinesi continuano a guadagnare terreno in Europa con prezzi competitivi e funzionalità digitali avanzate, mentre Tesla affronta difficoltà nel mantenere la sua leadership.

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