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Fossili

Carbone, il via libera alla miniera gallese vanifica gli impegni della Cop26

A cinque anni dall’assegnazione della licenza condizionale, in Galles si attende il parere dell’Autorità del carbone sul sito di Aberpergwm.

Il responso dovrebbe arrivare a breve.  L’approvazione per l’estensione della miniera di carbone sotterranea in Galles si avvicina. E’ quanto riportato dal Guardian, in un punto della situazione sul sito di Aberpergwm, nella regione meridionale del paese.

La decisione dovrà arrivare dall’autorità del carbone, dando il via libera ad un maggior sfruttamento della maggior fonte di antracite in Europa.

LA COP26

La mega conferenza globale sul clima sembra così esser soltanto un ricordo lontano. Proprio il summit di Glasgow tenutosi a novembre aveva ospitato uno scontro tra i ministri di Whitehall e l’amministrazione regionale gallese decentrata, ricorda il quotidiano della City. Al centro della questione, l’ufficio governativo che dovrebbe avere la responsabilità di rivedere e prendere una decisione finale sul permesso al sito. La probabile approvazione dell’espansione significherebbe, così, ignorare l’impegno a distaccarsi dai combustibili fossili più sporchi.

LA LICENZA

Fino ad ora, la riserva gallese aveva operato sulla base di una licenza condizionata per l’estrazione di 40 milioni di tonnellate di antracite da qui a vent’anni. Come specifica il Guardian, in caso di espansione, l’impegno della Energybuild Ltd porterebbe a un ritmo di estrazione di 350 mila tonnellate annue e quindi “soltanto” a 7,3 milioni di tonnellate al 2035.

IL PARERE

Secondo il vice ministro del Galles per i cambiamenti climatici, Lee Waters, lo schema Aberpergwm potrebbe emettere 100 milioni di tonnellate di CO2 nel corso della sua vita, insieme a notevoli quantità di metano.

“Vogliamo mantenere questo carbone nel terreno”, ha detto al parlamento gallese. “Ma il governo del Regno Unito, a causa dei poteri in atto, minaccia di sedersi e guardare questo carbone che viene estratto di fronte ai nostri desideri”.

Il ministro ha poi specificato che i nuovi poteri decentrati, in vigore dal 2018, hanno portato al blocco di nuove applicazioni minerarie. Ma, ha detto ancora Waters, non saranno applicati a questa vicenda.

GLI EFFETTI SUL GOVERNO

“Non dovrebbe esserci alcuna questione di estendere le miniere di carbone ovunque nel Regno Unito”, ha detto John Ashton, un ex inviato per il clima. “È incredibile che questo dovrebbe essere preso in considerazione anche ad Aberpergwm, con così tanto in gioco dopo il poliziotto climatico di Glasgow sia per Cardiff che per Westminster. Questo ha tutte le caratteristiche di una decisione che non ha ancora ricevuto l’attenzione di alto livello di cui ha urgente bisogno”.

Il governo Johnson ha promesso un forte impegno, ricorda ancora il Guardian, sull’eliminazione del carbone cercando di ricoprire un ruolo guida a livello internazionale.

GLI EFFETTI SUL LAVORO

La società Energybuild ha fatto sapere che la quasi certa espansione del sito genererebbe un plus di 160 posti di lavoro e molti altri per la catena di approvvigionamento. L’impegno del gruppo, ricorda il Guardian, è comunque quello di destinare l’uso del carbone alla filtrazione d’acqua sfruttando così la sua unicità nel contesto europeo.

“È fondamentale che i governi gallese e britannico risolvano chi ha i poteri per fermare questa estensione distruttiva del clima – e usare immediatamente quei poteri, poiché questa licenza in sospeso potrebbe essere decondizionata imminentemente” ha detto Daniel Therkelsen, del Coal Action Network.

Un portavoce del governo britannico ha dichiarato: “L’Autorità per il carbone e i ministri gallesi stanno continuando a discutere la questione, ma non sono state ancora prese decisioni sul fatto che il progetto minerario possa progredire”.

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