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Associazioni Caro Carburanti Bonus Benzina

Perché il bonus benzina non basta a fermare il caro prezzi. Parlano le associazioni

Stamani, in occasione dell’assemblea nazionale, la Faib Confesercenti, associazione di categoria dei benzinai, ha certificato che i costi dei carburanti in Italia superano la media Ue di undici euro per un pieno benzina

La benzina e in generale il rifornimento di carburanti per le auto in Italia continua a rappresentare una zavorra per le casse dei cittadini. Un problema che è stato solo in parte affrontato con il nuovo decreto energia, appena approvato.

COSA C’E’ NEL DL ENERGIA: IL BONUS CARBURANTI

Come dettagliato su questo giornale, il via libera al nuovo decreto energia è arrivato ieri in Consiglio dei Ministri. Tra le “misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale”, Arera “provvede ad aggiornare i valori delle compensazioni applicabili nel IV trimestre 2023 in modo tale che, per ciascuna tipologia di cliente disagiato, i livelli obiettivo di riduzione della spesa attesa nel medesimo trimestre siano quelli previsti per l’energia elettrica (…) e per il gas”. Sempre Arera “predispone entro il 31 maggio 2024 la relazione di rendicontazione”.

Resteranno azzerate, al quarto trimestre dell’anno in corso, “le aliquote delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema (quantificati in 300 milioni per il 2023, ndr) per il settore del gas”; verrà imposta un’Iva al 5% per le somministrazioni di gas metano destinato alla combustione per usi civili e per usi industriali “contabilizzate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023.

Ma, oltre alle agevolazioni per i soggetti energivori, il decreto ha previsto bonus sociali “ai clienti domestici titolari di bonus sociale elettrico è riconosciuto, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023, un contributo straordinario, crescente con il numero di componenti del nucleo famigliare secondo le tipologie già previste per il medesimo bonus sociale”. Anche qui, Arera stima i costi in 300 milioni di euro per l’intero 2023.

I NUMERI DELLA FAIB SUL CARO BENZINA

Lato consumatori, dunque, preoccupano i prezzi persistentemente alti alle pompe di rifornimento. Riunitasi stamani a Roma per l’anniversario del 60° della fondazione, la Faib Confesercenti (Federazione italiana benzinai) ha certificato i numeri preoccupanti dell’Italia.

“Ad agosto 2023 – riportava tra l’altro l’Ansa sui dati Faib – per un pieno di 50 litri di benzina gli italiani hanno pagato 11 euro in più della media europea, aggravio quasi totalmente dovuto alla componente fiscale”. Quindi, “ipotizzando una media di 4 pieni nel mese, i consumatori italiani hanno speso 388,2 euro, oltre 45 euro in più della media europea, di cui più di 44 euro di imposte”.

Sempre secondo i numeri forniti dall’associazione, nei primi sette mesi del 2023 il costo del carburante in Italia ha superato i dati europei con 22,4 centesimi di euro al litro (benzina) e 18,3 per il gasolio.  Riguardo il mese di agosto, ha notificato la Faib, in Italia si sono registrati aumenti rispettivamente del: 9,5% per la benzina e 2,7% del gasolio rispetto al 2022. “Nei primi 7 mesi del 2023 sono cresciuti i consumi dei carburanti sulla rete ordinaria, sia per la benzina (+431 milioni di litri rispetto allo stesso periodo del 2022), sia per gasolio e Gpl (rispettivamente +140 milioni e +21 milioni)”.

COSTI DEI CARBURANTI: LE RICETTE DELLE ASSOCIAZIONI

Per il presidente di Faib Confesercenti, Giuseppe Sperduto Sperduto, prevedere un bonus carburante per le famiglie meno abbienti è senz’altro giusto, ma insufficiente, mentre il cartello del prezzo medio regionale non serve certo a contenere il prezzo della speculazione. “Giusto. Condividiamo le parole del presidente della Faib. Il bonus carburante non solo non serve a contenere l’inflazione ma neanche a far fare benzina ai poveri. Lo stanziamento ridicolo di 100 milioni di euro, infatti, considerato che i beneficiari della social card ‘Dedicata a te’, sono circa 1,3 milioni di famiglie, significa che a ogni famiglia vanno meno di 77 euro, il che vuol dire fare meno di un pieno di benzina, visto che, secondo l’ultimo dato settimanale del Mase, quella in modalità self service costa 2,002 euro al litro, e che, quindi, con 77 euro si fanno poco più di 38 litri. Anche per il gasolio sono meno di 40 litri, 39,7 litri”, ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Quanto alla media regionale, siamo gli unici ad aver pronosticato fin dall’inizio il suo fallimento, atteso che sarebbero stati di più i distributori invogliati a far salire il prezzo fino alla media regionale rispetto a quelli indotti ad abbassarli fino al dato medio. Non per niente, dal 1° agosto 2023 ad oggi, considerando sempre i dati del Mase, un litro di benzina self è rincarato di quasi 11 cent, +5,5%, pari a 5 euro e 20 cent per un pieno di 50 litri, mentre per il gasolio il rialzo è di oltre 19 cent al litro, +11%, pari a 9 euro e 61 cent a rifornimento” ha concluso Dona.

Lato Codacons, il vero problema dei carburanti in Italia è la tassazione eccessiva che vige su benzina e gasolio, e che porta i listini del nostro paese ai vertici della classifica Ue del caro-carburante. Questo il commento sull’allarme lanciato oggi dalla Faib Confesercenti, associazione di categoria dei benzinai.
Nella classifica europea del prezzo della benzina al netto delle tasse, l’Italia con una media di 0,908 euro al litro occupava la settimana scorsa il 12° posto, e addirittura scendeva al 18° posto per il prezzo del gasolio – ha analizzato il Codacons – La situazione si ribalta però se si considera anche il peso della tassazione applicata ai carburanti: con Iva e accise l’Italia balza infatti al 4° posto in Europa per il prezzo più alto della benzina, dietro solo a Danimarca, Grecia e Paesi Bassi. “Di fronte a questi dati è evidente come il bonus benzina sia un provvedimento del tutto inefficace, che non interviene sui listini alla pompa e non frena affatto la crescita dei prezzi – spiega il presidente Carlo Rienzi – Non intervenendo sulla tassazione, che è il vero grande problema dei carburanti in Italia, di fatto lo Stato specula sui rialzi ai distributori, incrementando le proprie entrate a danno degli automobilisti usati come bancomat”.

Infine, ecco la nota di Assoutenti. “I benzinai confermano in pieno le nostre denunce sulle anomalie nel settore dei carburanti in Italia e sulla necessità di studiare meccanismi in grado di ridurre automaticamente la tassazione su benzina e gasolio al crescere dei prezzi alla pompa”, ha detto l’associazione.  “Le misure fin qui adottate dal Governo, come i cartelloni con i prezzi medi e il bonus benzina, non bastano a risolvere l’emergenza attuale del caro-carburante, né a prevenire future impennate dei listini alla pompa – ha spiegato il vicepresidente Gabriele Melluso – Entrambi i provvedimenti infatti non alleggeriscono la spesa degli italiani per i rifornimenti, ma soprattutto non freneranno le conseguenze dei rialzi di benzina e gasolio: il rischio è quello di nuovi rincari a cascata per alimentari e prodotti trasportati, con un effetto negativo sull’inflazione e sull’economia nazionale”.

“Per questo, se da un lato condividiamo la richiesta di una accisa mobile che diminuisca al crescere dei prezzi ai distributori, dall’altro chiediamo di combattere le speculazioni che si registrano nel settore dei carburanti, partendo da una analisi approfondita sulla formazione dei listini dall’estrazione alla vendita alla pompa, filiera nella quale si nascondono anomalie e fenomeni speculativi a danno dei consumatori” – ha concluso Melluso.

 

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