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Cina Stati Uniti

Cina, volumi di import petrolio dagli Usa a rischio

A gennaio Pechino e Washington hanno infatti firmato un accordo commerciale – noto come “fase uno” – che prevede che la Cina acquisti prodotti americani per 200 miliardi di dollari entro i prossimi due anni, in cambio dell’eliminazione di alcuni dazi da parte degli Stati Uniti.

A giugno la Cina ha importato 12,9 milioni di barili di petrolio, un massimo storico. A luglio il volume è sceso leggermente – 12,3 milioni al giorno, quasi il 7 per cento in meno –, pur rimanendo al di sopra dei 12 milioni per la seconda volta. Per fare un paragone, nel mese di marzo Pechino aveva importato 9,7 milioni di barili al greggio al giorno.

Nonostante l’impressionante aumento dei flussi di petrolio in entrata, a giudicare dai dati finora raccolti sembra che la Cina non riuscirà a rispettare l’impegno preso con gli Stati Uniti.

L’ACCORDO DI “FASE UNO” TRA STATI UNITI E CINA

A gennaio Pechino e Washington hanno infatti firmato un accordo commerciale – noto come “fase uno” – che prevede che la Cina acquisti prodotti americani per 200 miliardi di dollari entro i prossimi due anni, in cambio dell’eliminazione di alcuni dazi da parte degli Stati Uniti.

Stando all’accordo, nel 2020 la Cina dovrebbe acquistare prodotti energetici dagli Stati Uniti per 25,3 miliardi di dollari: greggio, gas naturale liquefatto, carbone, propano e butano, ad esempio.

RAGGIUNTO SOLO IL 5% DEL TARGET

Ma i dati analizzati da Reuters dicono che nella prima metà dell’anno Pechino ha raggiunto solo il 5 per cento del target. Già il Wall Street Journal aveva espresso scetticismo sul raggiungimento dell’obiettivo energetico da parte della Cina.

L’eventuale mancato rispetto dei patti finirà probabilmente per complicare la crisi dei rapporti tra le due nazioni. Il crollo dei prezzi dell’energia spiega però in parte il basso valore economico degli acquisti.

Sushant Gupta di Wood Mackenzie ha spiegato che, per riuscire a rispettare l’impegno, la Cina dovrebbe importare 1,5 milioni di barili di greggio americano al giorno per il 2020 e per il 2021 – mezzo milione in più di quanto inizialmente previsto –, in modo da compensare il calo dei prezzi.

LE IMPORTAZIONI DI PETROLIO E GNL

Nella prima metà dell’anno la Cina ha importato 45.603 barili di greggio al giorno dagli Stati Uniti, contro gli 85.453 dello stesso periodo del 2019. Più che all’America, nei mesi scorsi gli acquirenti cinesi di petrolio si sono rivolti soprattutto al Medio Oriente. Una scelta dovuta anche alla preferenza delle raffinerie cinesi per il greggio pesante prodotto in questa regione, rispetto al petrolio leggero americano. Per il mese di agosto, tuttavia, si prevede che la Cina possa importare 1,01 milioni di barili al giorno di petrolio americano: sarebbe un massimo storico.

Per quanto riguarda il gas naturale liquefatto, invece, nella prima metà del 2020 la Cina ha triplicato il volume dell’import dagli Stati Uniti rispetto all’anno precedente. Ma il valore economico dell’import è solo raddoppiato, a causa della debolezza dei prezzi del gas.

LE IMPORTAZIONI AGRICOLE E MANIFATTURIERE

Al di fuori dell’energia, dove gli acquisti cinesi sono molto indietro, in altri settori sembra che la Cina possa riuscire a raggiungere gli obiettivi dell’accordo con gli Stati Uniti.

Secondo calcoli del Peterson Institute for International Economics, a maggio la Cina aveva importato beni agricoli americani per 5,4 miliardi di dollari; l’obiettivo annuale è di 33 miliardi. Pechino ha importato prodotti manifatturieri per 19,5 miliardi, su un totale di 84 miliardi.

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