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Energy Release

Come funziona l’Energy Release per aiutare le aziende energivore

Dal nuovo decreto firmato dal ministro Cingolani priorità ai clienti industriali. Poi Pmi, clienti di Sicilia e Sardegna ed energivori

Giovedì scorso, il governo Draghi ha firmato il nuovo decreto Energia noto come Energy Release. L’esecutivo si è impegnato a fissare un tetto a 210 euro al MWh e chiesto a Snam un maggiore sforzo sugli stoccaggi per avere più flessibilità.

COSA SIGNIFICA ENERGY RELEASE E COSA IMPONE

Il decreto chiamato testualmente Rilascio di Energia indica le modalità con cui il GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, può vendere l’energia elettrica rinnovabile nella sua disponibilità a certe categorie di clienti finali.

Quali sono queste categorie? In ordine di priorità Clienti industriali, piccole e medie imprese, clienti di Sicilia e Sardegna, clienti energivori. Secondo il decreto potranno beneficiare dell’energia rinnovabile rivolgendosi alla Bacheca PPA del Gestore dei Mercati Energetici.

PREZZI, PRODUZIONE, IMPREVISTI: TUTTI I DETTAGLI PER I CLIENTI ENERGIVORI

I soggetti interessati all’acquisto dovranno procedere all’accaparramento di almeno 1 GWh annui senza però superare il 30% dei consumi dell’ultimo triennio né il 3% dell’offerta del Gestore.

A che prezzo? Quello fissato in partenza è di 210 euro al MWh (aumentato dai 115/130 iniziali per via dei rincari) ma è chiaro che il GSE è pronto a procedere con adeguamenti del valore di vendita. In base a quali criteri? Mercato, normativa o Regolamento CE che prevede un tetto di €180/MWh.

DALLE ASTE AI CONTRATTI

Dopo la fase di acquisto, i contratti tra clienti e Gestore della durata di tre anni. Cioè fino al 31 dicembre 2025. Nei contratti – chiamati tecnicamente di cessione a due vie – varrà la specifica per la quale la differenza negativa tra il prezzo di 210 euro al MWh fissato e quello medio di vendita va ai clienti. In caso fosse positiva, va restituita.

Tale differenza, inoltre, si calcola sul 70% dei volumi rideterminati quando il Gestore debba rimediare a produzioni non attinenti a quanto previsto.

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