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Europa

Clima: È ancora possibile restare sotto i 2 gradi di riscaldamento? Forse sì

Uno studio rileva che c’è solo una debole possibilità, tra il 6% e il 10%, di raggiungere invece l’obiettivo più ‘aggressivo’ di 1,5°C sul clima dell’accordo di Parigi

Dopo anni di proiezioni sconfortanti, ora un nuovo studio scopre che il mondo ha maggiori probabilità migliori di limitare il riscaldamento globale a una temperatura pari o inferiore all’obiettivo di temperatura di 2°C dell’accordo di Parigi, purché si rispettino alcune condizioni. Quali? Rispettare tutti gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni, cosa che al momento i paesi non sono attualmente sulla buona strada per fare. È quanto emerge da un nuovo studio condotto da Malte Meinshausen presso l’Università di Melbourne e pubblicato su Nature.

LO STUDIO SUL CLIMA

Lo studio esamina l’evoluzione degli impegni sulle emissioni dei paesi, tecnicamente noti come “contributi determinati a livello nazionale” (NDC), tra il vertice di Parigi del 2015 e il vertice di Glasgow alla fine dell’anno scorso, e dove porterebbero il clima terrestre se fossero realizzati.

Secondo la ricerca, a novembre 2021, 154 paesi avevano presentato NDC nuovi o aggiornati. Settantasei di questi avevano obiettivi a lungo termine come impegni netti zero. Studiando oltre 1.400 scenari di emissioni derivanti dagli impegni presi durante e durante il vertice di Glasgow, i ricercatori hanno scoperto che se tutti gli impegni venissero rispettati in tempo, il picco di riscaldamento potrebbe essere limitato a poco meno di 2°C.

SOLO TRA IL 6 E IL 10% DI POSSIBILITA’ DI LIMITARE IL RISCALDAMENTO A 1,5 GRADI

Lo studio rileva comunque che c’è solo una debole possibilità, tra il 6% e il 10%, di raggiungere l’obiettivo più aggressivo di 1,5°C dell’accordo. L’unico modo per farlo sarebbe che i paesi si impegnino a ridurre le emissioni in modo molto più severo prima del 2030 e raggiungano lo zero netto entro il 2050.

PERCHÉ È IMPORTANTE QUESTO STUDIO SUL CLIMA

Si tratta del primo studio sottoposto a revisione paritaria a mostrare probabilità così elevate di mantenere l’aumento della temperatura globale a 2°C sulla base degli impegni esistenti dei leader mondiali.

LE MINACCE DEL RISCALDAMENTO GLOBALE

Il riscaldamento oltre 1,5 gradi rischia di avere conseguenze disastrose sul pianeta, inclusa la morte delle barriere coralline e lo scioglimento irreversibile di ampie porzioni di calotte polari.

Tale riscaldamento è particolarmente pericoloso per i paesi in via di sviluppo e i paesi insulari più bassi. Con appena 1,1°C di riscaldamento finora rispetto ai livelli preindustriali, stiamo già assistendo a ondate di calore, incendi, intensificazione dei cicloni tropicali e scioglimento di ghiacciai e calotte glaciali.

UN TRAGUARDO DIFFICILE

Secondo lo studio, tuttavia, le politiche per raggiungere l’obiettivo previsto sono lontane dall’essere raggiunte. In effetti, la crisi energetica globale dovuta alla guerra in Ucraina potrebbe spingere le politiche energetiche nella direzione di una maggiore estrazione di combustibili fossili per alcuni paesi, compresi gli Stati Uniti. Pertanto, i tagli alla CO2 nel breve termine dovrebbero essere molto al di sotto di quanto previsto per rimanere all’interno del limite degli 1,5 gradi.

Al contrario, invece di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 45% al di sotto dei livelli del 2010 entro il 2030, come richiesto per essere su un percorso di 1,5 gradi, gli NDC esistenti aumentano le emissioni tra il 6% e il 13% durante questo periodo, rileva lo studio.

I risultati, affermano i ricercatori, “forniscono una valutazione che fa riflettere su quanto sono lontani gli attuali impegni dal limitare il riscaldamento a 1,5°C”.

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