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Clima Riscaldamento Globale

Clima, le alte temperature globali possono innescare delle “svolte climatiche” devastanti

Un nuovo studio sul clima, pubblicato su Nature Communications, rileva che è già probabile che il mondo supererà l’obiettivo climatico di Parigi di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali entro il 2100

Quanto più elevate sono le temperature medie globali e quanto più a lungo rimangono a tali livelli, tanto maggiori sono le probabilità che vengano innescati dei punti di svolta climatici potenzialmente devastanti. È quanto emerge da un nuovo studio, secondo cui ogni decimo di grado di riscaldamento è importante e le decisioni prese per ridurre le emissioni ora potrebbero avere ripercussioni per secoli.

IL CLIMA E IL “SUPERAMENTO DELLA TEMPERATURA”

Il nuovo studio, pubblicato giovedì scorso su Nature Communications, rileva che è già probabile che il mondo supererà l’obiettivo climatico di Parigi di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali entro il 2100. Il periodo durante il quale questa soglia – o l’obiettivo meno rigoroso di 2 °C – viene superato è noto come “superamento della temperatura”.

Lo studio è innovativo perché cerca di quantificare in che modo diversi scenari di riscaldamento modificano il rischio di innescare i punti di svolta noti, come il potenziale per un rapido arresto di una circolazione vitale dell’Oceano Atlantico che trasporta calore verso le latitudini settentrionali o lo scioglimento improvviso, rapido e irreversibile di grandi porzioni delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide, che aumenterebbe drasticamente i livelli del mare e inonderebbe le città costiere.

Gli scienziati del clima sono consapevoli che questi punti di non ritorno esistono, data la prova del loro verificarsi nei dati climatici storici, come gli anelli degli alberi, le carote di ghiaccio e i campioni di corallo.

CLIMA: I PUNTI DI SVOLTA E COME CONTRASTARLI

La storia del clima è piena di esempi di cambiamenti non lineari che avvengono con una rapidità sorprendente. Gli scienziati del clima, però, non sono d’accordo sul fatto se e quando potrebbero essere innescati: sia nella letteratura scientifica che alle conferenze si discute infatti su quanto il clima terrestre sia sensibile all’accumulo di gas serra causato dall’uomo. Tuttavia, vi è un accordo quasi universale sul fatto che i punti di svolta esistano e che, una volta avviati, invertirli potrebbe essere impossibile.

Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori con sede in Europa, ha scoperto che, se si seguono le attuali politiche sul clima, c’è una probabilità del 45% di innescare uno o più punti di svolta entro il 2300, anche se le temperature venissero riportate al di sotto dell’obiettivo di 1,5 °C. I punti di svolta considerati includono l’esempio della circolazione oceanica, così come la rapida perdita delle calotte glaciali e la destabilizzazione della foresta pluviale amazzonica.

Lo studio ha scoperto che il rischio di far scattare questi fili del cambiamento climatico aumenta con ogni decimo di grado Celsius di riscaldamento superiore a 1,5 °C, e aumenta in particolar modo se il riscaldamento supera i 2 °C rispetto ai livelli preindustriali. Secondo l’analisi, i rischi di punto di svolta a lungo termine possono essere minimizzati al meglio se le emissioni verranno drasticamente ridotte nel prossimo decennio e se raggiungeranno “almeno lo zero netto” entro il 2100. Le attuali politiche dei Paesi di tutto il mondo non sono allineate con l’obiettivo di 1,5 °C, ed entro il 2100 dovrebbero produrre almeno tra 2 e 3 °C di riscaldamento.

LE AZIONI PER CONTRASTARE GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

In definitiva, più breve è la durata del superamento e più basso è il livello a lungo termine del cambiamento climatico, minori sono le probabilità di innescare una cascata di impatti climatici potenzialmente catastrofici. “I rischi di superamento possono essere ridotti al minimo, se il riscaldamento viene rapidamente invertito. Tuttavia, ciò richiederà un rapido impiego di misure di mitigazione appropriate”, si legge nello studio.

Tali azioni includono le tecnologie di rimozione del carbonio, che oggi stanno attirando notevoli investimenti, ma devono ancora funzionare su larga scala. Lo studio dimostra che stabilizzare il clima a 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali nel lungo termine comporterebbe comunque dei rischi considerevoli e che le temperature dovrebbero scendere ulteriormente – a circa 1 °C al di sopra dei livelli preindustriali – per limitare sufficientemente il rischio di punti di svolta.

Gli autori dello studio chiariscono che l’obiettivo di 1,5 gradi – che la maggior parte degli esperti ritiene già irrealizzabile a causa del continuo ritmo rapido delle emissioni odierne – dovrebbe essere visto come un guardrail, non come un obiettivo finale. “Un aumento della temperatura media globale di 1,5°C non è sicuro in termini di stabilità planetaria, ma dev’essere visto come un limite massimo”.

L’autore principale dello studio, Tessa Möller, ha detto ad Axios che anche un superamento temporaneo del limite di temperatura di 1,5°C “aumenta significativamente il rischio di superare i punti di svolta climatici chiave. I risultati sottolineano che, nel prossimo decennio, dei tagli immediati e sostanziali delle emissioni saranno essenziali per evitare questi punti di svolta e per prevenire danni a lungo termine sul clima”.

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