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Clima, Ocse: 78,9 mld al 2018 per i Paesi in via di sviluppo

Gurria: Nel 2018 finanziamenti ancora 20 miliardi di dollari al di sotto dell’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari nel 2020.

I finanziamenti per il clima forniti e mobilitati dai Paesi sviluppati a favore dei Paesi in via di sviluppo sono stati pari a 78,9 miliardi di dollari nel 2018, con un aumento dell’11% rispetto ai 71,2 miliardi del 2017. L’aumento è stato trainato da un aumento dei finanziamenti pubblici per il clima, mentre i finanziamenti privati per il clima sono rimasti stabili, secondo i nuovi dati dell’Ocse.

OBIETTIVO 100 MLD ENTRO IL 2020

Il finanziamento per il clima fornito e mobilitato dai Paesi sviluppati nel 2013-18 è la terza valutazione dell’Ocse sui progressi verso l’obiettivo dell’UNFCCC di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare e adattarsi al cambiamento climatico.

I NUMERI

Secondo il rapporto, nel 2018 i finanziamenti pubblici per il clima dei paesi sviluppati hanno raggiunto i 62,2 miliardi di dollari. I finanziamenti pubblici bilaterali per il clima hanno rappresentato 32,7 miliardi di dollari, con un aumento del 21% rispetto al 2017, mentre i finanziamenti pubblici multilaterali per il clima attribuiti ai Paesi sviluppati hanno rappresentato 29,6 miliardi di dollari, con un aumento dell’8% rispetto al 2017. Il livello dei finanziamenti privati per il clima mobilitati è stato praticamente piatto, a 14,6 miliardi di dollari nel 2018, dopo i 14,5 miliardi di dollari del 2017. I crediti all’esportazione legati al clima sono rimasti esigui, pari a 2,1 miliardi di dollari, e rappresentano meno del 3% del totale dei finanziamenti per il clima.

GURRÍA: I DATI DELL’INIZIO DEL 2019 DELL’UNIONE EUROPEA INDICANO CHE I FINANZIAMENTI PUBBLICI BILATERALI PER IL CLIMA POTREBBERO AVER CONTINUATO AD AUMENTARE NEL 2019

“I finanziamenti per il clima ai Paesi in via di sviluppo continuano a crescere, ma nel 2018 erano ancora 20 miliardi di dollari al di sotto dell’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari nel 2020. I dati dell’inizio del 2019 dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, indicano che i finanziamenti pubblici bilaterali per il clima potrebbero aver continuato ad aumentare l’anno scorso – ha detto il Segretario Generale dell’OCSE Angel Gurría -. I donatori devono intensificare con urgenza i loro sforzi per sostenere i Paesi in via di sviluppo a rispondere agli effetti immediati della pandemia e per integrare le azioni per il clima nella ripresa di ogni Paese dalla crisi COVID-19 per guidare una crescita economica sostenibile, resiliente e inclusiva”.

COME SONO STATI UTILIZZATI I FONDI

Il rapporto mostra che del finanziamento complessivo per il clima nel 2018, il 70% è stato destinato ad attività di mitigazione del cambiamento climatico, il 21% all’adattamento e il resto ad attività trasversali. Più della metà del totale dei finanziamenti per il clima è stata destinata alle infrastrutture economiche – soprattutto energia e trasporti – mentre la maggior parte del resto è stata destinata all’agricoltura e alle infrastrutture sociali, in particolare acqua e servizi igienico-sanitari.

LA DIVISIONE GEOGRAFICA DEGLIA AIUTI

Nel periodo 2016-18, l’Asia ha beneficiato della quota maggiore dei finanziamenti per il clima, pari al 43%, seguita dall’Africa (25%) e dalle Americhe (17%). In termini di distribuzione per gruppi di reddito, il 69% dei finanziamenti per il clima è andato ai Paesi a medio reddito, l’8% ai Paesi a basso reddito e il 2% ai Paesi ad alto reddito, mentre il restante 21% è stato assegnato a livello regionale piuttosto che nazionale.

In termini di strumenti di finanza pubblica, sia i prestiti che le sovvenzioni sono aumentati in termini assoluti. La quota dei prestiti, tuttavia, ha continuato a crescere, raggiungendo il 74% dei 62,2 miliardi di dollari di finanza pubblica nel 2018, in aumento rispetto al 52% del 2013, mentre la quota delle sovvenzioni è diminuita dal 27% al 20%. La quota delle sovvenzioni è risultata più elevata nei Paesi a basso reddito, al 42%, mentre la quota dei prestiti è risultata più elevata nei Paesi a medio reddito, all’88%.

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