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Emissioni Banche

Prezzi della Co2 al massimo da dieci anni

Le riforme messe in campo da Bruxelles e le condizioni meteorologiche estreme in Europa durante l’estate fattori chiavi della risalita delle quote

Il prezzo delle quote di Co2 nell’Ue ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni grazie alla riforme messe in campo da Bruxelles per dare una spinta e incoraggiare il passaggio a combustibili più puliti.

PREZZI QUASI TRIPLICATI QUEST’ANNO

UEL’impennata dei prezzi, che hanno superato i 20 euro a tonnellata e sono quasi triplicati quest’anno, è una vittoria per l’Unione europea, che ha lavorato a fondo per riformare il proprio sistema di scambio delle quote di emissione dopo un decennio di crollo dei prezzi a seguito della crisi finanziaria. Fattore che ha, probabilmente, rallentato l’eliminazione graduale del carbone e di altre fonti di combustibile altamente inquinanti.

GLI AUMENTI AVRANNO UN IMPATTO SULLE IMPRESE CHE ACQUISTANO QUOTE

Il forte aumento del prezzo delle quote di Co2, che le grandi utility e i grandi produttori devono acquistare per compensare le loro emissioni nell’ambito del sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS), avrà probabilmente un impatto notevole su queste imprese, che dovranno far fronte a bollette più elevate.”L’industria si era abituata a prezzi paragonabili, per una tonnellata di CO2, all’acquisto del latte – ha dichiarato Bernadett Papp, analista di mercato senior presso la società di consulenza Vertis Environmental Finance a Ft -. Prevediamo che i prezzi dovranno raggiungere i 25-30 euro a tonnellata per incoraggiare realmente il passaggio a un altro tipo di combustibile”.

FATTORE DETERMINANTE LA CREAZIONE DI UNA “RISERVA DI STABILITÀ DEL MERCATO”

Una serie di fattori ha fatto aumentare il prezzo della Co2, ma quello più importante nel lungo termine è stato la creazione da parte dell’Ue di una cosiddetta “riserva di stabilità del mercato” destinata a compensare i crediti di Co2 in eccesso accumulati nell’ultimo decennio. In questo modo si costringono gli inquinatori a cercare un numero inferiore di crediti per rimanere conformi al sistema, il che comporta pesanti sanzioni finanziarie per coloro che non riescono ad accumulare abbastanza crediti in relazione alla quantità di carbonio che producono. I prezzi sono stati sostenuti anche dalle condizioni meteorologiche estreme in Europa durante l’estate, con l’ondata di calore che ha colpito la produzione di energia nucleare in Francia, i livelli più bassi di energia idroelettrica in Scandinavia e i livelli più bassi di vento in Germania che ha portato molti paese a bruciare combustibili più inquinanti per compensare.

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