La direttiva Euro 7 torna al centro del dibattito. La presidenza dell’Unione Europea ha presentato un nuovo testo per trovare un compromesso con gli Stati contrari alla norma. Cosa prevede la bozza?
La partita della direttiva Euro 7 sulle emissioni delle automobili è di nuovo aperta. Infatti, l’Unione Europea sta discutendo una nuova bozza di normativa che prevede limiti più bassi e ritarda l’entrata in vigore delle nuove restrizioni. Cosa prevede la nuova bozza di testo allo studio dell’Ue?
EURO 7, COSA PREVEDE LA NUOVA BOZZA
Torna al centro della discussione la direttiva Euro 7, uno dei Regolamenti su cui si fonda la transizione della mobilità su quattro ruote dell’Ue. Una norma tanto importante quanto discussa, che ha creato una spaccatura all’interno della comunità europea. La Presidenza spagnola dell’unione Europea ha delineato un nuovo testo che mira a trovare un compromesso tra le diverse fazioni, visto in anteprima da Reuters. Modifiche richieste da alcuni Paesi, si legge nella bozza, che non specifica però quali.
La nuova bozza presentata dalla Spagna prevede la rimozione dei limiti del 2025 per le automobili e del 2027 per i trasporti pesanti.
Al contrario, le vetture dovranno adeguarsi ai nuovi criteri dopo due anni dall’entrata in vigore del Regolamento. Camion e autobus, invece, avranno 4 anni di tempo per assolvere ai nuovi obblighi in tema di emissioni inquinanti.
La presidenza presenterà il nuovo testo domani al Coreper. Tuttavia, secondo quanto riferisce Reuters, i Paesi non hanno ancora raggiunto l’accordo totale.
L’ITALIA CHE FA?
L’Italia è tra gli Stati che hanno richiesto di modificare la direttiva. Il nostro Paese figura infatti nella lista degli otto contrari alla Euro 7. Lo scorso maggio, i rappresentanti di Italia, Francia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia hanno messo nero su bianco le loro richieste inviando una lettera alle istituzioni europee.
Gli 8 Stati chiedono di rivedere la norma poiché le restrizioni sarebbero troppo costose in rapporto ai vantaggi ambientali, che sarebbero moderati. Una valutazione confermata dall’ultimo studio di Frontier Economics, secondo il quale i costi sarebbero 10 volte più alti rispetto alle stime della Commissione Europea.
I Paesi contrari sostengono che con le vendite di nuove auto che emettono CO2 a causa del divieto nel 2035, sarebbe meglio concentrare gli investimenti sulla promozione della produzione di veicoli elettrici per soddisfare la domanda futura.
“Queste delegazioni hanno ritenuto che il rapporto tra costi di investimento e benefici ambientali derivanti dalla proposta di regolamento sarebbe sproporzionato. Hanno espresso preoccupazione per la significativa capacità di sviluppo e gli investimenti necessari in aggiunta a quello già messo in elettrificazione e benefici complessivi da trarre dall’approccio proposto”, si legge nella bozza della Euro 7.