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Trivelle

Come dividono le trivelle. Tozzi e Tabarelli, il botta e risposta su La Stampa

Faccia a faccia tra il geologo e il numero uno di Nomisma Energia sull’attualità energetica italiana nel dibattito ospitato oggi sul quotidiano torinese

Sul quotidiano torinese La Stampa oggi in edicola, il geologo Mario Tozzi e il presidente di Nomisma hanno dato vita a un dibattito molto acceso in materia di trivelle.

Se per il divulgatore, noto anche per le sue apparizioni televisive, la scelta italiana rappresenta “un ritorno al passato”, per il numero uno della società di consulenza energetica sarebbe “un delitto rinunciare ai nostri giacimenti, il metano serve ancora”.

I PUNTI DI VISTA

Nel dettaglio, dice Tozzi, “non si vede alcuna accelerazione, a questo punto urgente e doverosa, delle politiche per la decarbonizzazione”. Per il geologo, insomma, “si va in controtendenza, demonizzando la Transizione Energetica e ostacolando strumenti come quello del Superbonus”.

Dall’altro lato, dice invece Tabarelli riferendosi al PiTesai, “il piano dovrebbe favorire la crescita della produzione nazionale [di gas] ma di fatto la ostacola”. In più, secondo Nomisma, “leggendo nel guazzabuglio di norme, si scopre poi che il futuro dell’esplorazione di riserve, […] riguarderà solo il gas, non il petrolio, che di fatto deve sparire dal nostro futuro minerario, nonostante le grandi riserve che ci sono ancora da sviluppare”.

Dunque, due punti di vista totalmente all’opposto che alimentano un dibattito più che attuale sul presente e il futuro energetico italiano.

TRA PRESENTE E FUTURO

Per Tozzi, “è stato rimesso in campo un dibattito assolutamente privo di senso sull’energia nucleare”. Infine, “lasciamo volutamente fuori la tutela della biodiversità, l’agricoltura sostenibile, l’economia circolare, e l’inquinamento da plastica”.

“Le risorse assegnate dal Pnrr e dalla Legge di Bilancio 2022 alla tutela della biodiversità sono state marginali e non corrispondenti con gli impegni internazionali assunti”.

Per Tabarelli, invece, “la certezza è che continueremo a consumare gas e petrolio”. Questi, dice, “continueranno ad arrivare dall’estero e il Pitesai sarà un’altra conferma del gattopardesco perché nulla cambi, tutto deve cambiare”.

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