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Economia Circolare

Come Eni e Coldiretti collaboreranno sull’economia circolare

Cosa faranno Eni e Coldiretti per l’economia circolare

Eni e Coldiretti insieme. Per l’economia circolare. Chi l’avrebbe mai detto qualche anno fa che il colosso petrolifero e il sindacato degli agricoltori sarebbero potuti andare d’accordo. E invece oggi addirittura lavorano insieme. Segno che il progresso, intelligente e avanzato, alla fine mette d’accordo tutti, sviluppisti e ambientalisti, e fa crescere tutti, industrialisti e agricoltori.

E l’economia circolare è la chiave di questo progresso. Nonché del futuro energetico, dello smaltimento rifiuti, ambientale e industriale che verrà. Economia circolare significa infatti utilizzare i residui di oggi come risorse per il domani. Proprio in questa direzione va il Memorandum di intesa che hano firmato Ettore Prandini, Presidente della Confederazione Nazionale Coldiretti, e Claudio Descalzi, Amministratore Delegato Eni.

L’ACCORDO

L’accordo stabilisce importanti aree di collaborazione nell’ambito dell’economia circolare, il concetto di base è che da tutta la filiera agricola possano uscire residui standard, più facilmente utilizzabili dall’industria dell’energia e dalla chimica.

Da non sottovalutare anche piccole derive commerciali: si lavora perché nelle migliaia di Eni station sul territorio nazionale siano presenti i prodotti di punta dell’agricoltura italiana e perché gli associati Coldiretti possano avere prezzi di fornitura dell’energia più vantaggiosi.

COSA FARANNO ENI E COLDIRETTI

Le due entità valuteranno iniziative congiunte nei seguenti ambiti: la valorizzazione delle biomasse agricole per la produzione di biocarburanti avanzati per il comparto energetico o e bio-chemicals, e dei sottoprodotti di tali produzioni anche a fini zootecnici o di input per l’agricoltura, quali biofertilizzanti; la ricerca e promozione di colture per la produzione di cariche alternative per le green refinery, non in competizione con la catena alimentare; una gestione più sostenibile del fine vita dei prodotti, attraverso la minimizzazione della produzione di scarti e rifiuti nell’ambito della filiera alimentare, nel trasporto e nell’imballaggio; in generale, la promozione di un’agricoltura sostenibile che punti all’ottimizzazione dei consumi energetici, alla conservazione delle matrici ambientali e l’impiego sostenibile dell’acqua, anche attraverso l’uso di strumenti digitali e di tecnologie rinnovabili.

Le parti, inoltre, studieranno possibili iniziative di sinergia industriale, mettendo a fattor comune facility, assets e competenze. Per esempio, studieranno sistemi integrati agricolo-industriali, attraverso l’elaborazione di modelli di cooperazione basati su tipologie di coltivazioni idonee per alimentare cicli industriali di chimica da rinnovabili, valorizzandone anche scarti e sottoprodotti; condivideranno terreni marginali per coltivazioni atte alla produzione di biocarburanti avanzati, incluso il biometano; valuteranno l’integrazione fra il recupero di aree brownfield riconvertite ad uso fotovoltaico e di produzione di bio-metano, e necessità energetiche contigue in campo agricolo; implementeranno studi e sperimentazioni di colture per la phytoremediation e la possibile integrazione fra la disponibilità di acque residue o depurate da siti industriali e i fabbisogni di irrigazione in campo agricolo.

Eni e Coldiretti, inoltre, valuteranno possibili iniziative di sviluppo sostenibile in Italia e all’estero. Studieranno progetti di diversificazione delle economie locali in particolare in Africa, al fine di trasferire alle popolazioni locali know how per lo sviluppo di colture con tecniche avanzate e ridotto impatto sull’ecosistema locale; nei paesi di presenza Eni, valuteranno progetti di supporto alle filiere agricole locali per lo sviluppo di colture idonee alla produzione di biocarburanti o a supporto di iniziative industriali. Le parti, infine, implementeranno iniziative formative ed informative congiunte sui temi di sviluppo sostenibile quali la definizione di programmi di diffusione della conoscenza dei principi dell’economia circolare dedicati a scuole ed atenei; la collaborazione con i principali centri di ricerca nazionale e internazionale, sfruttando i rispettivi network, per implementare la sperimentazione di colture innovative e l’applicazione di tecnologie per una gestione più sostenibile della filiera agricola; la partecipazione a bandi e progetti di ricerca europei e del programma di sviluppo rurale (PSR).

UN ACCORDO DALLE GRANDI POTENZIALITA’

Si tratta di un passo importante, un accordo con grandi potenzialità che copre tutti i possibili ambiti di collaborazione con il mondo agricolo e crea nuove possibilità di sviluppo congiunto in ottica di lungo termine», ha commentato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, «Un’alleanza sinergica tra mondo agricolo e mondo dell’energia per contribuire a un futuro a minor impatto ambientale e sviluppo sostenibile. Consideriamo l’economia circolare un pilastro strategico nel percorso di decarbonizzazione delle nostre attività, un cammino che abbiamo intrapreso da tempo ma al quale negli ultimi cinque anni abbiamo impresso una fortissima accelerazione, investendo significativamente sull’efficienza, e in particolare sulla produzione di energia verde, e, appunto, sull’economia circolare, attraverso la trasformazione di sostanze organiche e inorganiche, minimizzando gli sprechi e valorizzando i rifiuti e i materiali di scarto. Il tutto sviluppando ricerca, tecnologie e iniziative industriali che rappresenteranno per Eni vere e proprie future linee di business. Ma questa nostra trasformazione, da sola, non è sufficiente a garantire un futuro di minori emissioni. Occorre unire le competenze e le risorse di tutti i principali attori dei sistemi economico e sociale, e fare sistema ad ampio raggio, anche attraverso i singoli comportamenti individuali. Credo che questo accordo vada proprio in questa direzione».

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