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Africa

Come la guerra della Russia si riversa nell’energia africana

L’aumento delle merci dovuto all’invasione dell’Ucraina appesantirà l’Africa con costi più elevati

L’aumento delle merci dovuto all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia appesantirà l’Africa con costi più elevati e potrebbe creare venti contrari alla transizione verso l’energia pulita del continente.

Un nuovo rapporto del Fondo Monetario Internazionale definisce la guerra uno “shock grave ed esogeno” per l’Africa subsahariana, a causa dell’aumento dei prezzi di cibo e carburante. “Circa l’85% delle forniture di grano della regione viene importato. L’aumento dei prezzi di carburante e fertilizzanti influisce anche sulla produzione alimentare interna”, osserva il rapporto. Questo colpisce più duramente i poveri della regione, soprattutto nelle città. E si stima che i prezzi più alti aumenteranno il costo del petrolio per gli importatori della regione di 19 miliardi di dollari.

LE STIME DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

Gli esportatori di petrolio e gas dell’Africa però ne trarranno vantaggio: “l’aumento dei prezzi del petrolio rappresenta anche un costo fiscale diretto per i Paesi attraverso i sussidi al carburante, mentre l’inflazione renderà impopolare la riduzione di questi sussidi”, prosegue il documento.

L’FMI ​​vede la crescita dell’Africa subsahariana rallentare nel 2022 al 3,5%, dal 4,5% nel 2021, con un’inflazione stimata al 12,2% nel 2022 e al 9,6% per l’anno prossimo. “Gli effetti della guerra saranno profondamente consequenziali, erodendo il tenore di vita e aggravando gli squilibri macroeconomici”, è scritto nel rapporto.

IL RAPPORTO TRA INVASIONE RUSSA, POLITICA CLIMATICA E SVILUPPO DELLE RINNOVABILI

Un’analisi separata esamina il nesso tra l’invasione russa, la politica climatica e lo sviluppo delle energie rinnovabili. Gli analisti dell’Energy for Growth Hub, ente senza scopo di lucro, hanno esaminato 7 impatti, sia positivi che negativi. La spinta per maggiori esportazioni di GNL in Europa dagli Stati Uniti e altrove alimenterà la frustrazione africana con una “ipocrisia climatica”, poiché anche le nazioni occidentali sosterranno le restrizioni ai finanziamenti per lo sviluppo di progetti su combustibili fossili.

Mentre i prezzi più elevati dei combustibili fossili dovrebbero aumentare le energie rinnovabili, “anche le condizioni di mercato avverse e l’aumento dei tassi di interesse li colpiranno duramente, in particolare nei mercati a basso reddito e ad alto rischio”.

La spinta dell’Europa ad abbandonare il petrolio e il gas russo potrebbe offrire nuove opportunità agli esportatori di energia africani, mentre i Paesi con grandi riserve di gas offshore potrebbero vedere un nuovo interesse degli investitori.

Gli analisti prevedono anche nuovi investimenti in progetti minerari africani per fornire minerali critici utilizzati nella tecnologia dell’energia pulita, con diversi Paesi – inclusi gli Stati Uniti – che stanno cercando risorse al di fuori della Russia e della Cina.

IL RISVOLTO POLITICO DEI DUE STUDI

Entrambe le analisi contengono delle raccomandazioni politiche. Ad esempio, mentre l’Energy for Growth Hub approva i finanziamenti per lo sviluppo dell’energia pulita, chiede anche dei “modi chiari e coerenti per valutare i progetti che consentono ai finanziamenti per lo sviluppo di sostenere il gas a valle, dove è necessario”.

Il rapporto del FMI richiede risposte “attente”, che forniscano un sollievo mirato ai più vulnerabili, evitando al contempo di accumulare nuovi debiti. I due studi, infine, evidenziano che “la comunità internazionale deve farsi avanti per alleviare la crisi della sicurezza alimentare”.

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