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Clima Gen Z

Come vivrà la Generazione Z?

Un sondaggio sulla Generazione Z rivela che 8 giovani su 10 vedono ambiente e clima come fondamentali per decidere della propria vita

4-H e Harris Poll hanno rilevato per Axios la quasi totale aderenza tra giovani e impatto dell’ambiente nelle loro vite. Che come quelle di tutti sono state scosse, dopo la pandemia, anche dalla guerra in Ucraina. E le ripercussioni energetiche si stanno rivelando centrali per il presente e il futuro.

LA GENERAZIONE Z TRA AMBIENTE E FUTURO

A ottobre scorso, la Cop26 ha ridato forti speranze al fronte che spinge concretamente verso un clima migliore. I giovani sono in prima fila ma anche i governi devono fare la loro parte, specialmente in questa fase storica. Anche perché, secondo questo sondaggio, “otto adolescenti su dieci si aspettano che il cambiamento climatico e altre forze ambientali influenzino grandi decisioni come dove vivono e se avere figli”. Su 100 ragazzi, 45 pensano che l’impegno politico profuso sin qui da governi e organizzazioni internazionali sia un qualcosa di positivo per pensare bene.

Fare prospettive rimane difficile: i piani verdi di Biden per gli Stati Uniti, le politiche green dell’Unione europea stanno facendo i conti con la necessaria ricerca di diversificare le fonti energetiche troppo legate alla Russia. Ma la stessa rilevazione discussa da Axios sottolinea come si debba partire anche dal basso. Il 77% dei coinvolti nella ricerca “sente di avere la responsabilità di proteggere il futuro del pianeta e la stessa parte si sente autorizzata ad agire”. Da non dimenticare anche il punto di vista delle aziende.

TRA BARATRO E RIFIUTO DEL FATALISMO

Altri numeri della ricerca parlano di un consistente 84% che concorda sul fatto che “se non affrontiamo il cambiamento climatico oggi, sarà troppo tardi per le generazioni future, rendendo alcune parti del pianeta invivibili”. Eppure il Time, qualche giorno fa, parlava di rifiuto del fatalismo. Dunque, dove posizionarsi?

Certamente, le preoccupazioni della Gen Z sono legittime e puntano lo sguardo sui decenni a venire. D’altronde, anche lo stesso settimanale a stelle e strisce scriveva che “stiamo raccogliendo ciò che abbiamo seminato in un mondo che è rimasto dipendente dai combustibili fossili per troppo tempo”. Ma, c’è un ma. Se è vero che serve affrontare le tre crisi – guerra ucraina, cambiamento climatico e impatti economici – come un tutt’uno, allo stesso tempo serve un approccio meno pessimistico. I passi concreti verso il mondo del prossimo decennio sono già in atto: “nuovi progetti di petrolio e gas vengono pianificati e approvati mentre parliamo” dice il Time.

L’IMPATTO EMOTIVO DELL’AMBIENTE SUI GIOVANI

Infine, indagando anche il lato psicologico, il sondaggio trattato dal quotidiano online a stelle e strisce rivela che “solo il 31% ha valutato il proprio livello di felicità nell’intervallo 8-10”, il 42% si ritiene particolarmente stressato. Il motivo: vivere l’ambiente li porta a percepirne di più i problemi, quindi la necessità di accelerare le riforme per migliorarlo.

La speranza però non deve mancare. E infatti, “tra i giovani che trascorrono 11 o più ore al di fuori della settimana, i risultati si capovolgono”. I numeri parlano di un “51% nella gamma di felicità 8-10 e il livello di stress scende al 30% su quella scala”. A salvarci, anche stavolta, saranno le vie di mezzo.

 

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