L’Unione europea deve anche garantire la sicurezza energetica, mentre abbandona il gas russo, affrontando al contempo l’aumento dei costi di prestito e gli enormi debiti accumulati dalle aziende durante la pandemia Covid
L’Unione europea dovrà investire altri 700 miliardi di euro all’anno, se vuole rendere più verde l’economia e abbandonare i combustibili fossili russi a basso costo. È quanto si legge in una bozza di rapporto della Commissione europea, secondo cui la maggior parte di quella cifra dovrà provenire da privati.
L’ingente somma – significativamente più alta di quella proposta meno di due anni fa dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – sottolinea i costi crescenti per raggiungere gli obiettivi net zero.
IL RAPPORTO DI PREVISIONE STRATEGICA UE
“La transizione verde richiede investimenti senza precedenti”, ha affermato la Commissione nel suo cosiddetto rapporto di previsione strategica, che è ancora soggetto a modifiche prima della pubblicazione, prevista per oggi. “I costi e le conseguenze totali della crisi climatica e della biodiversità sono sconosciuti”.
L’Unione europea – che in questo decennio mira a una riduzione del 55% delle emissioni – deve aumentare la spesa per le tecnologie pulite in mezzo alla crescente concorrenza di Stati Uniti e Cina. L’Ue deve anche garantire la sicurezza energetica, mentre abbandona il gas russo, affrontando al contempo l’aumento dei costi di prestito e gli enormi debiti accumulati dalle aziende durante la pandemia Covid.
GLI INVESTIMENTI PER IL CLIMA FINO AL 2027
L’Ue dal 2021 al 2027 ha già stanziato per azioni legate al clima 578 miliardi di euro, quasi un terzo del suo bilancio pluriennale. Nel novembre 2021 – prima che l’invasione russa dell’Ucraina innescasse la crisi energetica e una forte inflazione – Von der Leyen ha affermato che servirebbero ulteriori 470 miliardi di euro all’anno. Quella cifra è stata modificata dall’ultima raccomandazione della Commissione.
IL CONTRIBUTO DEL SETTORE PRIVATO
Considerate le risorse limitate del bilancio Ue, secondo il rapporto la maggior parte dei nuovi investimenti dovrà provenire dal settore privato, ma anche i Paesi membri dovranno attingere ai propri fondi. La Commissione europea ha evidenziato il rischio di una corsa ai sussidi tra i Paesi, che metterebbe a dura prova il mercato unico europeo.
“Il livello di investimenti in capitale di rischio dell’Unione europea – ha detto l’organismo Ue – sebbene stia recuperando terreno rispetto agli Stati Uniti, è ancora insufficiente. Ciò si traduce in un tasso di innovazione inferiore, e il potenziale dei mercati dei capitali per finanziare le transizioni rimane sottosviluppato”. La Commissione produce ogni anno la relazione di previsione strategica per informare i suoi programmi pluriennali.