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Città e crisi climatica: cosa si è detto alla Conferenza Nazionale delle Green City

Dopo la catastrofica alluvione che ha colpito la Romagna, è necessario cercare di migliorare l’impegno sia contro la crisi climatica, sia per attuare misure di adattamento per ridurre  la  vulnerabilità e aumentare la resilienza nei confronti dei crescenti rischi di alluvioni e di frane. Ecco i temi al centro del Green City network

Nove le città – Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino – che partecipano al progetto europeo “Mission 100 Climate neutral and smart Cities” e si sono impegnate ad abbattere i gas serra entro il 2030, realizzando iniziative avanzate. Ecco cosa si è detto durante Conferenza nazionale delle green city, organizzata dal Green City network, che si è svolta nell’ambito del Festival Green&Blue dedicato al tema EARTH FOR ALL, UNA TERRA PER TUTTI.

I TEMI AL CENTRO DEL GREEN CITY NETWORK

L’Italia, così pesantemente colpita dalla crisi climatica e così vulnerabile, deve fare la sua parte per affrontarla, contenerla e contribuire a fermarla. Negli ultimi nove anni sono state tagliate invece solo circa due milioni di tonnellate di emissioni di gas serra l’anno: di questo passo al 2030 taglieremo le emissioni solo del 23%, a fronte di un target europeo del 55% e non arriveremo alla neutralità carbonica nel 2050; per centrare l’obiettivo europeo al 2050 si dovrebbe procedere al ritmo di un taglio di 14 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, sette volte la media degli ultimi 9 anni. Anche le città dovrebbero aumentare il loro impegno per il clima. Nove le città – Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino – che partecipano al progetto europeo “Mission 100 Climate neutral and smart Cities” e si sono impegnate ad abbattere i gas serra entro il 2030, realizzando iniziative avanzate. Come migliorare l’impegno delle città per il clima, per ridurre le emissioni che causano la crisi climatica e misure di adattamento efficaci?

Questi sono i temi affrontati nella Conferenza nazionale delle green city, organizzata dal Green City network, che si è svolta nell’ambito del Festival Green&Blue dedicato al tema EARTH FOR ALL, UNA TERRA PER TUTTI.

RAFFORZARE LE INIZIATIVE NELLE CITTA’ PER ACCELERARE LO SVILUPPO DELLE RINNOVABILI

Nel 2022 in Italia – secondo quanto emerge dal Green City network – c’è stato addirittura un calo della produzione di elettricità da rinnovabili scesa a 100,2 TWH, -14,7% rispetto al 2021 per il forte calo dell’idroelettrico, lo stallo dell’eolico e il basso aumento del fotovoltaico. La crescita della nuova potenza installata nel 2022 per eolico e fotovoltaico in Italia è stata di 3GW, contro i +5GW in Francia, + 9 GW in Spagna, + 11 GW in Germania, mentre si continua, anche dopo l’emergenza del prezzo del gas, ad usare nel 2023 carbone per produrre una quota importante di elettricità. Le città dovrebbero fare di più per aumentare le rinnovabili negli edifici pubblici, per promuovere, sostenere e agevolare le iniziative dei cittadini per installare impianti a fonti rinnovabili; per sostenere le imprese nell’autoproduzione di energia con impianti rinnovabili e per utilizzare le nuove possibilità offerte dalle comunità energetiche.

DECARBONIZZARE I TRASPORTI

Sono in crescita i giovani che rinunciano alla patente e all’auto, occorre incoraggiare la tendenza a ridurre l’uso dell’auto in città, promuovendo il trasporto pubblico e quello condiviso (sharing), la mobilità ciclo-pedonale e sostenere, anche in Italia un passo più deciso nella transizione verso una mobilità elettrica. L’elettrificazione della mobilità, specie delle auto, procede troppo lentamente, siamo in coda all’ Europa. I punti di ricarica pubblica per auto elettriche sono circa 40.000in Italia: ancora troppo pochi, occorre aumentarli più rapidamente.

MISURE DI ADATTAMENTO: COSA DICONO LE CITTA’

Un campione rappresentativo di città italiane è stato consultato dal Green City Network sull’attuazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC). Ben il 98% del campione ritiene che la crisi climatica debba essere affrontata in modo unitario, integrando le misure per l’adattamento climatico con quelle per la mitigazione. Le città quasi all’unanimità richiedono risorse finanziarie aggiuntive per l’attuazione delle misure di adattamento individuate come prioritarie e sollecitano un rafforzamento del supporto tecnico, utile a tutte le città, e indispensabile per un gran numero di piccoli comuni. Gran parte delle città, inoltre, ritiene che alcune misure di adattamento al cambiamento climatico richiedano anche alcune riforme della normativa nazionale, in particolare per fermare il consumo di suolo.

GREEN CITY NETWORK: DI COSA SI TRATTA

Il Green City Network è l’attività promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, per supportare le città italiane nella transizione ecologica e per sviluppare attività e interventi che hanno come obiettivi l’assicurare un’elevata qualità ambientale, l’utilizzo di risorse in modo efficiente e circolare, l’adozione di misure per contrastare il cambiamento climatico e la promozione dell’eco-innovazione, della green economy e il miglioramento della governance.

I RELATORI

La Conferenza, quest’anno, è stata aperta dall’intervento del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e dalla relazione introduttiva di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. A seguire sono intervenuti Pina Picierno, Vice Presidente del Parlamento Europeo, Paolo Arrigoni Presidente del GSE, Fabrizio Tucci Direttore del Dipartimento PDTA della Sapienza di Roma e Cristina Amirante, Assessore alle infrastrutture e territorio della Regione Friuli Venezia Giulia. Si è tenuta infine la tavola rotonda con le città italiane moderata da Jaime D’Alessandro de La Repubblica con la partecipazione di Stefania Proietti Sindaco di Assisi, Matteo Lepore Sindaco di Bologna, Giorgio Gori Sindaco di Bergamo, Matteo Biffoni Sindaco di Prato, Stefano Lo Russo Sindaco di Torino, Elena Grandi Assessore di Milano, Andrea Giorgio Assessore di Firenze, Andrea Ragona Assessore di Padova e Matteo Campora Assessore di Genova.

PICHETTO: SOSTITUIRE AUTO INQUINANTI, UNA EURO 1 INQUINA 28 VOLTE PIU’ DI UNA EURO 6

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha ricordato come ci sia “il fronte della mobilità nelle grandi città, perché il concentrato delle emissioni da veicoli proviene dalle grandi città. Una serie di azioni, iniziate già da diversi anni, consiste nella limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti; parallelamente, deve proseguire in modo altrettanto spedito la sostituzione dei veicoli. Non parlo solo del passaggio alle auto elettriche – ha spiegato Pichetto –, ma anche della sostituzione dei veicoli Euro 1 ed Euro 2, che sul fronte ambientale avrebbe un significato enorme. Pensiamo infatti che un veicolo Euro 1 inquina 28 volte di più di un veicolo Euro 6”.

RONCHI: PER PREVENIRE DISSESTI SERVONO MISURE DI ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Per il presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, “per forzare la prevenzione e limitare i danni delle alluvioni e delle frane non sono più sufficienti le vecchie misure contro il dissesto idrogeologico, servono misure di adattamento al cambiamento climatico alle precipitazioni straordinariamente intense in certi periodi alle alte temperature e ai lunghi periodi di siccità in altri. L’individuazione delle aree a rischio elevato va continuamente aggiornata. Occorre procedere più rapidamente a fermare il consumo di suolo. Nelle aree a maggiore rischio serviranno interventi coraggiosi di delocalizzazione, di recupero e rinaturalizzazione. Dove gli alvei fluviali sono stati ristretti e canalizzati per laminare le piene, non basterà qualche cassa di espansione, occorrerà ripristinare zone golenali e predisporre aree da allagare in caso di necessità. Le infrastrutture danneggiate non andranno solo ripristinate, ma adeguate alle nuove condizioni climatiche”.

Ricordando che “solo il 32% delle città italiane dispone di piani comunali con misure di adattamento ai cambiamenti climatici” e che “ben il 98% del campione delle città ritiene che la crisi climatica debba essere affrontata in modo unitario, integrando le misure per l’adattamento climatico con gli indirizzi e le misure per la mitigazione”, Ronchi ha spiegato che “le città, quasi all’unanimità, richiedono risorse finanziarie aggiuntive per l’attuazione delle misure di adattamento individuate come prioritarie, e sollecitano un rafforzamento del supporto tecnico, utile a tutte le città, e indispensabile per un gran numero di piccoli comuni. Le città ritengono molto utile anche l’Osservatorio nazionale previsto dal Piano nazionale per un loro maggiore coinvolgimento, una loro consultazione nell’attuazione delle misure locali di adattamento ai cambiamenti climatici”.

Le città, ha concluso, “dovrebbero e potrebbero fare molto di più per aumentare gli impianti a fonti rinnovabili in tutti gli edifici pubblici (scuole, palestre, impianti sportivi, ospedali…), promuovendo, sostenendo e agevolando le iniziative dei cittadini per installare impianti a fonti rinnovabili”. Per Ronchi le città dovrebbero anche “sostenere e contribuire a realizzare la forte richiesta delle imprese di poter autoprodurre almeno parte dell’elettricità che consumano con impianti a fonti rinnovabili, prepararsi e dotarsi delle capacità per utilizzare le nuove possibilità offerte dalle comunità energetiche”.

ARRIGONI: COMUNITA’ TRASFORMINO LE LORO CITTA’ IN SMART CITY

“Le città che occupano meno del 3% della superficie terrestre, ma accolgono oltre il 50% della popolazione sono dei luoghi fortemente energivori e sono responsabili di quasi il 75% delle emissioni della CO2. Quindi, dal momento che non esiste una transizione energetica sostenibile senza città sostenibili, è fondamentale che le comunità che condividono gli spazi urbani prendano sempre più consapevolezza del proprio del proprio ruolo e si attivino sempre più per trasformare le proprie città in smart cities”. Così il presidente del GSE, Paolo Arrigoni, che ha aggiunto: “questo rappresenta una sfida importante per le amministrazioni comunali, soprattutto per i sindaci, che inevitabilmente sono chiamati a dare una risposta efficace, individuando soluzioni organizzative che, a seconda della localizzazione, della dimensione geografica e del tessuto tecnico-economico, possono essere diverse tra loro. Vi sono però delle soluzioni che possono essere fatte proprie da tutte le città, anche ispirandosi a ciò che hanno fatto gli altri”.

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