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Brusco Confindustria Energia

Confindustria Energia: insieme al settore privato siamo pronti a mobilitare 230 mld di euro di investimenti al 2030

Alla seconda conferenza annuale dell’associazione, il presidente Guido Brusco ha spiegato che “non bisogna mai dimenticare che gli obiettivi ambientali per contrastare il cambiamento climatico devono essere sempre coniugati agli imprescindibili aspetti economici e sociali” 

Il percorso di transizione energetica, secondo la visione di Confindustria Energia, realtà che rappresenta tutta la filiera dei produttori e distributori di energia, potrà compiersi solo preservando i valori di equità e inclusione sociale, su cui fa leva il modello della just transition.

L’origine della conferenza, dal titolo “La sostenibilità della transizione energetica: la capacità di un sistema di fare sinergia” nasce proprio dalla considerazione che non bisogna mai dimenticare che gli obiettivi ambientali, che tutti noi ci stiamo ponendo per contrastare il cambiamento climatico, debbono essere sempre coniugati agli imprescindibili aspetti economici e sociali.

BRUSCO: RESTITUIRE COMPETITIVITÀ E AUTONOMIA STRATEGICA ALLE IMPRESE E AL PAESE

“Le tensioni e i conflitti che stanno interessando più regioni del mondo, inoltre  – ha sottolineato Guido Brusco, presidente di Confindustria Energia – e le dinamiche economiche globali non possono che farci riflettere in merito alla determinazione con cui intraprendere azioni coraggiose a livello europeo, nazionale e territoriale per nuovi modelli di crescita, di produttività e di investimenti fino ad arrivare sul fronte degli approvvigionamenti energetici, per restituire competitività e autonomia strategica alle imprese e al Paese”.

E tale obiettivo non può appunto prescindere, per Confindustria Energia, dalla neutralità tecnologica che coniuga tutti questi elementi con la dimensione temporale, restituendo tempestività alle azioni con cui impegnarsi da qui ai prossimi decenni. Oggi si parla di molteplici soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione, di competitività e di costi, ma se non si rispettano i tempi della transizione per chi l’energia la produce e la innova nulla di tutto ciò potrà compiersi.

È dunque necessario puntare su tutte le tecnologie, a partire dal gas fino alle soluzioni green e low carbon come energie rinnovabili, idrogeno, biocarburanti e biocombustibili, la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio della CO2 fino al nucleare. Tutto ciò senza dimenticare i settori convenzionali, valorizzando e riconvertendo gli asset esistenti con grande attenzione alla sostenibilità, sia ambientale sia sociale.

ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ

Un’attenzione alla sostenibilità che porterà ad una riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali, tra cui l’acqua, stando sempre attenti alla filiera delle materie prime critiche, il cui approvvigionamento, seppur complesso, è strategico per lo sviluppo industriale e tecnologico. Un sistema sinergico e integrato, che pone grande attenzione allo sviluppo di un adeguato sistema infrastrutturale e di interconnessioni, può fare dell’Italia un vero hub energetico, valorizzando la cooperazione con Paesi terzi e in particolare con i Paesi del Mediterraneo.

IN ITALIA 230 MILIARDI DI EURO DI INVESTIMENTI AL 2030

“Questo sistema, il Sistema delle imprese di Confindustria Energia – sottolinea il presidente Brusco -è in grado di mobilitare, per il raggiungimento degli obiettivi posti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima al 2030 investimenti, prevalentemente privati, pari a 230 mld di euro con la salvaguardia di quasi 1 milione di posti di lavoro e la creazione di altri 500mila”.

“Senza dubbio – ribadisce il presidente di Confindustria Energia – per realizzare questa strategia di business, che non è una semplice visione, ma un piano di investimento industriale reale, dobbiamo poter contare su un sistema di governance che possa sostenere un quadro normativo e regolatorio certo e affidabile”.

Le recenti dinamiche industriali impongono, infatti, di individuare una serie di azioni che possano ridurre il divario del costo dell’energia, sia elettrica sia gas, sul mercato europeo ed internazionale a scapito dell’industria italiana. È importante quindi convergere sulle azioni chiave necessarie per definire un piano strutturale di sviluppo della filiera industriale ed energetica, accelerando la decarbonizzazione, incrementando la sicurezza energetica e mantenendo al contempo il focus sulla competitività, sullo sviluppo della filiera nazionale e sull’occupazione.

CHI C’ERA ALLA CONFERENZA DI CONFINDUSTRIA ENERGIA

Dopo l’intervento in apertura del presidente Brusco, che ha tracciato le linee guida per Confindustria Energia, ha preso la parola Stefano Besseghini, Presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che ha parlato dell’importanza della regolazione per quanto riguarda le strade da seguire nel percorso che ci deve portare al raggiungimento della sostenibilità energetica.

Dopo la sua allocuzione, Guido Brusco e Davide Tabarelli, presidente e Fondatore di Nomisma Energia e Professore a contratto presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna, hanno dato vita ad un dibattito incentrato sul ruolo centrale che l’energia ricopre all’interno del difficile scenario geopolitico attuale. Successivamente, un contributo di Nicola Procaccini, presidente del Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei al Parlamento Europeo e Responsabile Dipartimento Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia, ha sottolineato la necessità di rivedere quanto proposto dal Green Deal alla luce dell’ultimo, complesso, periodo che l’Europa ed il mondo stanno vivendo.

I lavori sono poi proseguiti con una tavola rotonda animata da Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, e Emanuela Trentin, chief executive officer di Siram Veolia. “La sostenibilità della transizione energetica, tra mercato e scelte politiche” è stato l’argomento al centro del loro dibattito. Ha chiuso i lavori il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervistato dalla moderatrice della conferenza, la giornalista del Sole 24 Ore, Celestina Dominelli. Un’attenta analisi della situazione italiana e dello scenario mondiale sono stati gli argomenti al centro del colloquio.

BRUSCO (CONFINDUSTRIA ENERGIA): POSSIAMO MOBILITARE INVESTIMENTI PER 230 MLD EURO

“Confindustria Energia, nell’ottica di raggiungere gli obiettivi posti dal PNIEC al 2030, può mobilitare investimenti, soprattutto privati, per 230 miliardi di euro, salvaguardando quasi un milione di posti di lavoro e creandone altri 500.000″. Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria Energia, Guido Brusco, intervenendo alla conferenza annuale 2024 di Confindustria Energia ” Per realizzare questa strategia di business – ha aggiunto Brusco – dobbiamo poter contare su un sistema di governance che possa sostenere un quadro normativo e regolatorio certo e affidabile”.

Per il presidente di Confindustria Energia “le recenti dinamiche industriali ci impongono di individuare delle azioni che riducano il divario dei costi dell’energia – elettricità e gas – sul mercato europeo e internazionale a discapito dell’industria italiana. Bisogna convergere sulle azioni chiave necessarie a definire un piano di sviluppo della filiera industriale ed energetica, accelerando la decarbonizzazione, aumentando la sicurezza energetica e mantenendo allo stesso tempo il focus su competitività, sviluppo della filiera nazionale e occupazione”.

BRUSCO: BISOGNA RISPETTARE I TEMPI DELLA TRANSIZIONE

“Le tensioni e i conflitti che stanno riguardando diverse regioni del mondo e le dinamiche economiche globali ci fanno riflettere sulla determinazione con cui intraprendere delle azioni coraggiose a livello europeo e nazionale per nuovi modelli di crescita e di investimenti, così come gli approvvigionamenti energetici, per restituire competitività e autonomia strategica alle nostre imprese e al Paese”. Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria Energia, Guido Brusco, intervenendo alla conferenza annuale 2024 di Confindustria Energia.

Secondo Brusco, il percorso di transizione energetica può compiersi “solo preservando i valori di equità e inclusione sociale, su cui si basa la just transition. La conferenza di oggi nasce dalla considerazione che gli obiettivi ambientali che ci diamo per contrastare il cambiamento climatico devono coniugarsi sempre agli aspetti economici e sociali. Non possiamo prescindere dalla neutralità tecnologica, che coniuga tutti questi elementi con la dimensione temporale, restituendo tempestività alle azioni con cui impegnarsi nei prossimi decenni. Se non si rispettano i tempi della transizione, per chi l’energia la produce, non potremo compiere nulla di tutto questo. Bisogna puntare su tutte le tecnologie, a partire dal gas fino alle soluzioni green e low carbon, sulle rinnovabili, sull’idrogeno, sui biocarburanti e i biocombustibili, sulla CCS e sul nucleare”, ha concluso Brusco.

BRUSCO: DOBBIAMO VALORIZZARE LE RISORSE INTERNE

“Venivamo da un periodo di sottoinvestimenti sul fossile già prima del Covid e prima delle ultime crisi geopolitiche ed era legato a un approccio ideologico alla transizione e questo ha reso il sistema molto fragile. Gli Usa hanno reagito aumentando la quota di risorse interne cosa che l’Europa e l’Italia non hanno fatto. Assorisorse lamenta che da 10-15 anni non sviluppiamo risorse, le più economiche e meno inquinanti sono quelle nazionali perché non devono essere trasportate e hanno l’impatto carbonico più basso. Quindi la prima cosa da fare sarebbe valorizzare quelle. E poi trovare le strade economicamente più percorribili”.

TABARELLI: TORNARE A PRODURRE PETROLIO E GAS IN EUROPA E FAR SCENDERE I COSTI DELLA CO2

“Torniamo a produrre un po’ di petrolio e gas in Europa perché ancora importiamo il 50% dell’energia che consumiamo. In Italia siamo al 76% dall’80% di prima. Questa complessità esiste perché ci stiamo distraendo sulla transizione. Importantissima ma nell’immediato ci stiamo distraendo e le bollette salgono. Dobbiamo far scendere i posti della CO2, dobbiamo convincere quelli di Bruxelles che si può fare, dare altre quote gratuite per i prossimi dieci anni, è una scelta politica”. Così il presidente di Nomisma, Davide Tabarelli.

BESSEGHINI: PER FINE 2024 ATTESI 8 GW DI NUOVE RINNOVABILI INSTALLATE

Secondo il presidente di Arera, Stefano Besseghini, “il tema di rimettere al centro l’energia nella sua capacità di essere un elemento di competitività è fondamentale. Poi c’è un’attenzione ai costi dell’energia per quelle situazioni retail o industriali che hanno patologie intrinseche di difficoltà. Ho sempre un’idea tripartita di questa dimensione temporale, ci sono cose che possiamo fare subito, ci sono cose che possiamo fare nel medio termine e ci sono cose che possiamo fare nel lungo termine. E credo che il concetto di intertemporalità delle scelte sia un concetto nuovo, sappiamo bene che le scelte che facciamo oggi si implementano tra 5-10 anni”.

“Secondo me – ha aggiunto Besseghini – una certa armonizzazione dell’approccio a livello europeo sarebbe da cercare: la si potrebbe chiamare prezzo unico per il settore industriale gestione attenta degli aiuti di Stato, come volete ma il concetto di fondo è che se vogliamo essere competitivi come Europa forse è inutile che stiamo ad discutere se un meccanismo funziona o no se poi con il vicino di casa gestiamo delle reti di congestione. Questa visione complessiva deve essere presente nei tavoli europei, nel breve termine. Nel medio termine penetrazione delle rinnovabili e ri-manuntezione dell’assetto di fornitura, amministrativo di gestione di tutto l’assetto dell’energia”.

“Per la fine dell’anno sono attesi 8 GW di nuove rinnovabili installate, prevalentemente con impianti sopra i 20 kW – ha affermato Besseghini -. Vuol dire che stiamo facendo delle installazioni che hanno una dimensione ragionevole e il corteo infrastrutturale che dobbiamo mettere è certamente sostenibile. Nel lungo periodo si ragione infine sui mix: quindi oggi caduto lo stigma del nucleare ridiscutiamo di questi temi con la massima pragmaticità possibile sapendo che tutte le scelte sono uguali a tutti gli altri”, ha concluso.

GUSMEROLI: SUL NUCLEARE È FONDAMENTALE UN’OPERA DI INFORMAZIONE

“In Commissione Attività Produttive stiamo facendo un’indagine conoscitiva sul nucleare, e il tempo è importante. Perché sappiamo che le scelte che abbiamo fatto in passato hanno inciso sul tema dell’energia nel nostro paese. Da quell’indagine quasi sicuramente il ministro Pichetto Fratin redigerà e farà approvare in Consiglio dei ministri una legge sul nucleare e quindi il tema della variabile tempo è importantissimo perché qualunque sia la scelta ci vorranno anni per arrivare alla produzione di energia”. Lo ha detto Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera.

“Un’altra riflessione che dobbiamo fare – ha aggiunto Gusmrol – è per evitare che certe scelte diventino ideologiche e non pragmatiche e tecniche, fare una grande opera di informazione. Il tema è che a fronte di situazioni molto complicate non c’è una risposta univoca, sul tema dell’automotive ad esempio non c’è una sola risposta ecco perché è importante fare sinergia: noi abbiamo dei campioni nell’ambito dell’energia, Eni, Enel e fare sinergia è quindi assolutamente importante per poter pensare a più risposte per fare energia, anche in vista della rivoluzione dell’Intelligenza artificiale che assorbirà tantissima energia, senza dimenticare il risparmio energetico”.

PROCACCINI (FDI): LAVOREREMO PER RENDERE L’INTERO QUADRO SOSTENIBILE

“Difendere l’ambiente a 360 gradi è una necessità, è un qualcosa a cui dobbiamo contribuire tutti. Per noi Conservatori, conservare l’ambiente è un po’ la ragione per cui esistiamo. Questo, però, va fatto con criterio e buonsenso, un qualcosa che invece è stato sacrificato sull’altare del massimalismo ideologico, considerando l’ambientalismo come una sorta di surrogato del socialismo, con lo stesso odio verso la libertà d’impresa e di scelta e con un approccio coercitivo che ha segnato tutta la scorsa legislatura e i cui frutti avvelenati li vedremo strada facendo”. Lo ha dichiarato Nicola Procaccini, responsabile Dipartimento Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia, intervenendo alla conferenza annuale 2024 di Confindustria Energia.

“Dal mio punto di vista – ha aggiunto Procaccini -, la buona notizia è che la legislatura appena iniziata credo sia diametralmente opposta alla scorsa. Alla luce delle elezioni europee – dove ha vinto l’idea di una transizione verde più sostenibile da tutti i punti di vista – credo che gli errori del passato non saranno ripetuti. Il problema è come rimediare agli errori del passato. Non potendo fare un’inversione a U, lavoreremo nel merito dei vari provvedimenti cercando di avere l’obiettivo di rendere l’intero quadro sostenibile, e questo si fa con un approccio pragmatico che tiene conto delle condizioni geopolitiche intorno a noi”.

VENIER (SNAM): AZIONI PER SICUREZZA ENERGETICA DEVONO GARANTIRE ANCHE LA TRANSIZIONE

“Negli ultimi 2 anni venivamo da una stagione in cui vivevamo di una contrapposizione tra investimenti nella transizione e investimenti nelle fonti tradizionali. Gli eventi che sono seguiti all’invasione russo-ucraina e ad altri eventi ci hanno insegnato che la fragilità di un sistema che guarda solo uno dei due aspetti è estremamente pericolosa. Bisogna guardare alla transizione come a due lati di una stessa medaglia, che vanno gestiti e sviluppati in una logica coerente, in modo che gli investimenti e le iniziative che vengono assunte per la sicurezza energetica possano essere anche uno strumento per garantire la transizione”. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, intervenendo alla conferenza annuale 2024 di Confindustria Energia.

VENIER: NON DOBBIAMO PERDERE L’AMBIZIONE DI ARRIVARE A UN SISTEMA SOSTENIBILE

“Abbiamo definito un piano di transizione perché non dobbiamo perdere l’ambizione. Quando guardiamo al percorso della messa in sicurezza e della competitività, non dobbiamo perdere l’ambizione di arrivare ad un sistema – non solo energetico, ma complessivo – che sia sostenibile. Questo è un obiettivo di tutti ed è imprescindibile. Il transition plan di Snam è stata la naturale conclusione di un lungo percorso che l’azienda ha fatto nel corso di 20 anni per raggiungere l’obiettivo del net zero”. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, intervenendo alla conferenza annuale 2024 di Confindustria Energia.

PICHETTO: L’ITALIA POTREBBE BENEFICIARE DA UN DISACCOPPIAMENTO A LIVELLO EUROPEO

“Noi l’energia la produciamo essenzialmente dal gas. Abbiamo le rinnovabili – che crescono e che hanno un prezzo di produzione più basso -, e abbiamo l’idroelettrico, che è un elemento importante. Il prezzo, purtroppo, è quello di un meccanismo che viene misurato sull’impianto ‘peggiore’, verso le 6 di sera, e che determina questo dato”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo alla conferenza annuale 2024 di Confindustria Energia.

Per Pichetto “il disaccoppiamento è un percorso importante, ma non possiamo farlo da soli. È un ragionamento che possiamo fare a livello europeo e di cui godremmo perché, facendolo a livello europeo, potremmo godere del beneficio degli altri Paesi, che lo trasferirebbero a noi, che sotto questo aspetto siamo squilibrati. È un ragionamento da portare avanti a livello di Commissione europea. C’è una serie di oppositori, è una partita da vedere. Noi intanto dobbiamo andare avanti sulle rinnovabili, sul far aumentare l’idroelettrico intervenendo sulle concessioni e tamponare il periodo transitorio che stiamo facendo sui grandi energivori con l’energy release e che dovremo fare con il gas release, che va costruito”.

TRENTIN (SIRAM VEOLIA): OTTIMIZZAZIONE CONCILIA SOSTENIBILITÀ E COMPETITIVITÀ

“In un momento storico che vede una accesa contrapposizione tra i sostenitori di uno sviluppo accelerato delle fonti rinnovabili per contrastare il cambiamento climatico e chi invece vuole salvaguardare la competitività delle imprese messe a dura prova dalla competizione globale, abbiamo dimostrato che l’ottimizzazione energetica è la soluzione per conciliare entrambe le esigenze, sostenibilità e competitività”. Così Emanuela Trentin, amministratore delegato di Siram Veolia.

“Attraverso un recente studio sviluppato con TEHA – ha aggiunto Trentin -, abbiamo misurato l’impatto di soluzioni ottimizzate che, per industria e PA, potrebbero ridurre del 2,9% i consumi energetici nazionali e del 7,6% le emissioni, generando risparmi per 6,3 miliardi di euro e contribuendo significativamente agli obiettivi PNIEC 2030. Adottare sinergie tra tecnologie come biometano, cogenerazione e fotovoltaico, integrate da soluzioni digitali avanzate, può portare tagli decisivi delle emissioni e a grandi risparmi economici per il Sistema Paese. Per la PA, l’uso sistemico del Partenariato Pubblico-Privato consentirebbe di raddoppiare i benefici di riqualificazione energetica, accelerando il raggiungimento dei target PREPA al 2030. Questo è il supporto che quotidianamente diamo ai nostri clienti pubblici e privati, e su questo chiediamo alle istituzioni di puntare maggiormente”.

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