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Confindustria, Pnrr ed Ex Ilva: cosa c’è sui giornali di oggi

Oggi il voto per Confindustria, Pnrr a metà strada per il termine ultimo di scadenza. Per l’Ex Ilva da rifare la gara da 1 mld per la linea di alimentazione green: la rassegna dei giornali

È previsto per oggi il voto per la presidenza di Confindustria: voto scontato dopo il passo indietro di Edoardo Garrone che ha spiegato prima in una lettera e poi in un’intervista, le ragioni che lo hanno spinto a rinunciare alla candidatura. Il Pnrr italiano, intanto, arriva oggi a metà del guado. Mancano esattamente mille giorni alla scadenza del 30 giugno 2026, data ufficiale di chiusura dei lavori, al netto di proroghe di cui in Italia sottotraccia si discute molto. In corso di realizzazione ci sono 121mila progetti, su cui lavorano 126mila soggetti attuatori affiancati da 11.581 soggetti subattuatori. Infine, il Tar di Lecce ha accolto il ricorso di Danieli ed ha annullato l’intera procedura che la scorsa estate ha portato la società pubblica Dri d’Italia (controllata da Invitalia) ad assegnare a Paul Wurth ‘l’aggiudicazione dell’appalto per l’impianto di riduzione diretta da 2 milioni di tonnellate annue, da realizzarsi nell’area di Taranto (ex Ilva), del valore di circa un miliardo di euro’.

CONFINDUSTRIA, GARRONE LASCIA, ORSINI VERSO LA PRESIDENZA. OGGI IL VOTO

“Una lunga lettera e l’annuncio del passo indietro. Edoardo Garrone ha deciso ieri mattina di lasciare la corsa per la presidenza di Confindustria. Una scelta «di responsabilità, che mi costa molto», ha scritto Garrone, presa alla vigilia del consiglio generale fissato per oggi, proprio per votare il successore di Carlo Bonomi. Al voto erano arrivati, in base ai consensi ottenuti e ratificati dai tre saggi, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio, Ilaria Vescovi, due candidati: Garrone ed Emanuele Orsini. A questo punto resta Orsini in campo, avviato quindi verso la designazione a numero uno di Confindustria.” È quanto scrive Il Sole 24 Ore di oggi.

“(…) A quella di Garrone è seguita una lettera agli associati di Orsini in cui ha sottolineato che ‘i valori espressi sono gli stessi che mi hanno ispirato quando mi sono proposto per guidare il sistema. Domani (oggi ndr) andremo al voto e sarà importante stringerci attorno a questo progetto di unità. Condivido con Edoardo – continua il testo – che dovremo dimostrare anche a coloro che potrebbero aver avuto dei dubbi, la forza e l’autorevolezza di Confindustria’”, si legge sul quotidiano.

“(…) Garrone si è soffermato anche sull’esercizio della rappresentanza che è ‘un’attività complessa, che non si fa con approssimazione, ipocrisia e arroganza’, ha ‘immaginato un presidente che rispetti l’autonomia del Sole 24 Ore e recuperi la sovranità di Confindustria sulla Luiss’. Impegni per i quali, appunto, occorre una squadra forte e indipendente, rispettando tutti perché ‘non esiste la gara a chi tra noi è “più manifatturiero” di altri’. (…) Nel consiglio generale del 18 aprile il presidente designato presenterà la squadra, il 23 maggio è fissata l’assemblea privata che eleggerà il presidente”, conclude il quotidiano.

CONFINDUSTRIA, GARRONE: “LA CORSA È STATA INQUINATA SERVIVA UNITÀ E HO DETTO BASTA”

“Non si può avere una Confindustria, forte guidata da un presidente indipendente e autorevole, se per vincere la competizione i candidati sono costretti a sottostare a condizionamenti di vario genere che inquinano la libertà di voto del consiglio. Ne è convinto Edoardo Garrone, che ieri ha maturato la decisione di fare un passo indietro, sfilandosi dall’agguerrita corsa per la presidenza e lasciando a Emanuele Orsini l’onore e l’onere di guidare gli industriali italiani per i prossimi quattro anni. In questa intervista esclusiva, il presidente del Sole 24 Ore e del gruppo Erg spiega le ragioni della sua decisione, annunciata agli associati, a sorpresa, con una lunga lettera”. È quanto riporta La Stampa di oggi. “Nella lettera agli associati, lei traccia la Confindustria che immaginava di servire e le condizioni che sono venute a mancare per perseguire l’obiettivo. ‘Ho sempre pensato che un presidente di Confindustria debba essere nelle condizioni di rappresentare gli interessi di tutte le imprese per il bene del Paese e che per questo occorresse farlo con una squadra forte e libera da condizionamenti esterni. Questi presupposti purtroppo non si sono realizzati nel corso di questa campagna elettorale’. (…)”, prosegue il quotidiano

“C’è chi pensa che si sia ritirato perché non era sicuro di vincere. ‘Vincere all’ultimo voto rischia di essere una vittoria di Pirro, si rischia di non poter governare l’associazione con la necessaria efficacia’. (…) C’è chi dice che Gozzi abbia perso due volte; altri dicono che, alla luce della sua decisione, abbia invece vinto. Lei come la vede? ‘Numeri alla mano, Antonio Gozzi ha perso. Inoltre, con il suo comportamento ha fatto perdere anche Confindustria, quando ha contestato pubblicamente l’applicazione delle regole che sono alla base del nostro sistema associativo e del nostro codice etico’. (…) Perché ha deciso adesso e non prima? ‘È stata una decisione sofferta e ponderata, con una Confindustria spaccata in due, in un clima molto teso. Oggi (ieri, ndr) ho preso la decisione che ritengo possa favorire al meglio il futuro di Confindustria e ridurre, per quanto possibile, i veleni che la danneggiano’”, ha concluso il quotidiano.

PNRR, MANCANO MILLE GIORNI AL TRAGUARDO: IN CORSA 121MILA OPERE

“Il Pnrr italiano arriva oggi a metà del guado. Mancano esattamente mille giorni alla scadenza del 30 giugno 2026, data ufficiale di chiusura dei lavori, al netto di proroghe di cui in Italia sottotraccia si discute molto nella consapevolezza, però, che il dibattito è prematuro e che eventuali decisioni in merito toccheranno alla nuova Commissione europea”. È quanto scrive Il Sole 24 Ore di oggi. “(…)In corso di realizzazione ci sono 121mila progetti, su cui lavorano 126mila soggetti attuatori affiancati da 11.581 soggetti subattuatori. Ma il panorama continua ad arricchirsi, perché a oggi ci sono 69.867 procedure di gara avviate. Dal contatore della spesa, l’ultimo dato ufficiale emerso si riferiva al 31 dicembre scorso e si attestava a 42,9 miliardi. Il dato, però, dovrebbe accelerare in fretta, anche per effetto delle nuove norme del decreto Pnrr quater che rendono più stringenti gli obblighi di aggiornare sulla piattaforma telematica ReGis lo stato di avanzamento degli interventi, pena la segnalazione in una sorta di “black list” e il rischio di subire i poteri sostitutivi. L’ultimo ostacolo da superare pare quello della piena integrazione con i dati relativi alle opere del ministero dell’Istruzione che fin qui avevano viaggiato su un canale digitale autonomo”.

“(…) Entro il 31 marzo, stando all’ambiziosa tabella di marcia messa nero su bianco nel decreto, il Cipess avrebbe dovuto esaminare la prima delle relazioni semestrali chiamate a individuare i filoni del Pnc oggetto di possibile definanziamento. Ma l’appuntamento è saltato e nulla lascia pensare che sarà recuperato a breve. I tecnici del Governo, a quanto risulta al Sole 24 Ore, sono anzi al lavoro su una serie di correttivi a questa parte, che è la più delicata politicamente, dell’articolo 1 del Dl in cui è disegnata l’architettura dei nuovi finanziamenti. Le decisioni si prenderanno a partire dalla prossima settimana, quando in commissione Bilancio alla Camera si cominceranno a votare gli emendamenti al decreto. Lì si tornerà a discutere anche delle rimodulazioni nel Pnc ai fondi per la sanità, al centro di diversi correttivi proposti tanto dalla maggioranza quanto dalle opposizioni (…)”, prosegue il quotidiano.

EX ILVA, DA RIFARE LA GARA DA 1 MLD PER LA LINEA DI ALIMENTAZIONE GREEN

“Il Tar di Lecce ha accolto il ricorso di Danieli ed ha annullato l’intera procedura che la scorsa estate ha portato la società pubblica Dri d’Italia (controllata da Invitalia) ad assegnare a Paul Wurth ‘l’aggiudicazione dell’appalto per l’impianto di riduzione diretta da 2 milioni di tonnellate annue, da realizzarsi nell’area di Taranto (ex Ilva), del valore di circa un miliardo di euro’. Impianto che, dopo essere stato definanziato dal Pnrr per evitare il rischio di sforare i tempi, di recente si è visto riattribuire il miliardo che gli era stato tolto. Stavolta, però, attraverso fondi nazionali col nuovo decreto Pnrr”. È quanto scrive Il Sole 24 Ore di oggi. “Nella sentenza, i giudici della seconda sezione sostengono che la società Dri ‘è stata costituita per soddisfare l’interesse generale alla tutela ambientale nel settore siderurgico’ attraverso la decarbonizzazione, rilevano che ‘l’interesse pubblico ambientale costituisce la finalità perseguita dal legislatore a mezzo della realizzazione dell’impianto di preridotto’ e non condividono la tesi di Dri d’Italia secondo cui ‘si sarebbe in presenza di un’attività di impresa’ (…)”, prosegue il quotidiano.

“Acquisita la sentenza, fonti vicine a Dri d’Italia affermano che ‘adesso la gara sarà rifatta, ma erano stati effettuati solo degli affidamenti ingegneristici, dei quali comunque adesso si terrà conto alla luce del Codice degli appalti’. ‘C’è interesse a partecipare alla nuova gara – commentano infine fonti vicine a Danieli – e auspichiamo che questa possa svolgersi con regole certe’”, ha concluso il quotidiano.

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