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Fine Del Mercato Tutelato, Ecco Cosa Cambierà Nelle Bollette

Cop28, raggiunto l’accordo sulla transizione dei combustibili fossili. Ecco il testo

Un accordo quello della Cop28  definito “storico” per la transizione dai combustibili fossili anche se l’alleanza dei piccoli stati insulari lamenta una “litania di scappatoie”
I paesi hanno raggiunto un accordo “storico” al vertice sul clima COP28 per abbandonare tutti i combustibili fossili per raggiungere emissioni nette pari a zero a livello globale entro il 2050. Secondo quanto ricostruisce il Financial Times questa mattina “pochi minuti dopo l’apertura della sessione plenaria delle Nazioni Unite a Dubai, il presidente della COP28 Sultan al-Jaber ha abbassato il martelletto sull’accordo senza obiezioni da parte di nessuno dei quasi 200 paesi presenti”.

LA TRANSIZIONE DAI COMBUSTIBILI FOSSILI

L’intesa “invita le parti a contribuire” ad intraprendere azioni tra cui “la transizione dai combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere lo zero netto entro 2050 in linea con la scienza”.

La precedente bozza di documento aveva invece suscitato indignazione tra gli stati insulari europei, latinoamericani e vulnerabili dopo aver cancellato tutti i riferimenti all’eliminazione graduale dei combustibili fossili e offerto un “menu à la carte” di opzioni che i paesi “avrebbero potuto” adottare.

L’ultimo testo non include le parole “eliminazione graduale”, ma si ispira al linguaggio proposto dagli isolani del Pacifico. Tuttavia, è stata criticata la mancanza di dettagli su come i paesi più poveri con grandi debiti finanzieranno il passaggio dai combustibili fossili e adatteranno le loro economie al riscaldamento globale.

JABER: INDIRIZZATO IL MONDO NELLA GIUSTA DIREZIONE

“Abbiamo indirizzato il mondo nella giusta direzione”, ha affermato Jaber. “Abbiamo fornito un solido piano d’azione per mantenere l’1,5°C a portata di mano. È un piano guidato dalla scienza”, ha aggiunto spiegando che l’accordo offre un piano equilibrato che affronta le emissioni di gas serra e “reimmagina la finanza globale”.

CHI È SODDISFATTO E CHI NO

Le reazioni iniziali al nuovo testo sono andate da paesi che lo descrivono come una svolta affrontando per la prima volta la necessità di passare dai combustibili fossili a coloro che lo descrivono come un passo avanti che non è stato sufficientemente trasformativo.

I ministri dell’UE, del Canada, della Danimarca e dell’Irlanda lo hanno elogiato come storico, mentre l’Alleanza dei piccoli stati insulari, i cui membri non erano presenti nella stanza quando l’accordo è stato proclamato, ha affermato che si è trattato di “una litania di scappatoie in questo testo che sono una grande preoccupazione per noi”.

L’accordo definitivo è arrivato dopo una notte di intense consultazioni durata fino alle prime ore del mattino. Jaber ha incontrato ministri e diplomatici, tra cui l’inviato statunitense per il clima John Kerry, il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, e funzionari di Samoa, Australia, Canada e Ue.

IL NODO DEL CARBONE

L’accordo si concentra anche sull’eliminazione graduale dell’energia a carbone “senza sosta” – dove le emissioni generate non vengono catturate – sebbene non offra alcuna tempistica. Evidenzia anche il ruolo dei “carburanti di transizione”, che probabilmente sarà controverso poiché alcuni paesi ed esperti climatici sostengono che esso sostenga l’uso continuato del gas.

LA QUESTIONE RINNOVABILI

Chiede inoltre di triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030 e che i paesi accelerino lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni tra cui il nucleare, l’idrogeno a basse emissioni di carbonio e la cattura e lo stoccaggio del carbonio.

Il gruppo ambientalista WWF ha affermato che l’accordo finale è un miglioramento “assolutamente necessario” “ma non è ancora in grado di richiedere la completa eliminazione graduale di carbone, petrolio e gas”.

LA RESPONSABILITA’ SUL CAMBIAMENTI CLIMATICO

L’accordo sottolinea inoltre che i paesi dovrebbero avere diversi livelli di responsabilità nell’affrontare il cambiamento climatico, a seconda delle loro circostanze economiche, e riconosce che i paesi in via di sviluppo hanno bisogno di sostegno finanziario per le loro transizioni energetiche.

Alcuni paesi in via di sviluppo sostengono che i paesi più ricchi – che sono i maggiori emettitori storici di gas serra – devono ridurre le proprie emissioni più velocemente. Alcuni paesi in via di sviluppo hanno criticato l’annacquamento del linguaggio sui finanziamenti, in un testo separato volto a fissare un “obiettivo globale sull’adattamento”.

Le precedenti versioni del testo richiedevano che i paesi sviluppati fornissero finanziamenti e tecnologia aggiuntivi a lungo termine per i paesi in via di sviluppo. L’ultimo testo pubblicato mercoledì “ribadisce il continuo e rafforzato sostegno internazionale… urgentemente necessario”.

 

QUI IL TESTO FINALE DELL’ACCORDO IN LINGUA ORIGINALE 

QUI IL TESTO FINALE DELL’ACCORDO IN ITALIANO

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