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combustibili fossili

COP30, oltre 80 Paesi spingono per una roadmap per abbandonare i combustibili fossili

Al vertice ONU sul clima in Brasile quasi 20 ministri e oltre 80 Paesi hanno sostenuto una proposta di piani nazionali su come abbandonare petrolio, gas e carbone

Una spinta concertata per abbandonare i combustibili fossili è diventata il punto focale del vertice ONU sul clima COP30 in Brasile, dopo che quasi 20 ministri e oltre 80 Paesi hanno sostenuto una proposta di piani nazionali su come abbandonare petrolio, gas e carbone.

TRA I PAESI FAVOREVOLI ALL’ABBANDONO DEI FOSSILI ANCHE GERMANIA E REGNO UNITO

Come spiega il Financial Times, ministri del clima e inviati di Paesi come Germania, Regno Unito, Svezia, Irlanda e Kenya hanno invitato i quasi 200 Stati presenti a Belem a sottoscrivere una cosiddetta “roadmap” che definisca in dettaglio come i governi possano liberare le proprie economie dai combustibili fossili.

L’intervento del gruppo di ministri ha posto ancora una volta i combustibili fossili al centro delle discussioni sul cambiamento climatico e ha preparato il terreno per una battaglia sulla questione nei prossimi giorni, con il vertice che si concluderà venerdì.

Il ministro tedesco del clima, Carsten Schneider, ieri ha dichiarato che “è tempo di liberarci dai combustibili fossili”. L’obiettivo della proposta di roadmap è quello di basarsi su un accordo raggiunto due anni fa alla COP28 di Dubai, quando i Paesi si impegnarono ad abbandonare i combustibili fossili entro il 2050. Il segretario all’energia britannico, Ed Miliband, ieri ha affermato che la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili “deve essere al centro di questa COP”.

TONI (COP30): “LA QUESTIONE DEI COMBUSTIBILI FOSSILI PER MOLTI PAESI È UNA LINEA ROSSA”

L’amministratore delegato della COP30, Ana Toni, ha affermato che la questione rappresenta “una linea rossa” per molti Paesi: alcuni volevano maggiori progressi, mentre altri si sono opposti alla proposta perché non volevano ulteriori “obblighi”. Paesi come l’Arabia Saudita e la Russia si sono costantemente opposti ad accordi COP più rigorosi sull’eliminazione dei combustibili fossili. Gli Stati Uniti, il più grande emettitore storico al mondo, sono assenti dal vertice ONU e stanno riprendendo le trivellazioni in acque profonde nel Golfo del Messico.

Anche aziende come la svedese Ikea, la francese Saint-Gobain e la brasiliana Natura, oltre a diverse organizzazioni commerciali, sono state elencate come firmatarie di una lettera a sostegno della mossa. “Una roadmap solida e credibile aiuterebbe i Paesi e le imprese a pianificare il passaggio all’energia pulita, a rafforzare la sicurezza energetica e a ridurre i costi per i consumatori”, hanno scritto alla presidenza brasiliana della COP30.

CORREA DO LAGO (COP30): “OGGI PUBBLICHEREMO UN DOCUMENTO AGGIORNATO”

Ieri, una bozza di documento che affrontava le questioni cruciali del vertice ONU – dall’impatto dell’azione per il clima sul commercio alla finanza – menzionava solo brevemente la roadmap sui combustibili fossili tra le opzioni. Tina Stege, inviata per il clima per le Isole Marshall, ha definito questo riferimento “debole” e ha esortato i Paesi a sostenere la proposta.

Ieri il presidente della COP30, André Corrêa do Lago, ha detto di aspettarsi la pubblicazione di un documento aggiornato oggi, dopo “una giornata di negoziati molto, molto intensa”.

Il presidente brasiliano Luiz ha appoggiato la proposta del suo ministro dell’Ambiente, Marina Silva, e oggi tornerà a Belém. All’inizio della conferenza Lula ha chiesto anche dei contributi per il fondo forestale di punta del Brasile e un’altra tabella di marcia per fermare e invertire la deforestazione entro il 2030.

Tuttavia, la bozza dell’accordo finale della COP di ieri non ha rispettato questa misura. “Se lasciamo la COP in Amazzonia senza una tabella di marcia, la considererei un fallimento”, ha affermato Bernadette Fischler Hooper, responsabile advocacy internazionale del WWF.

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