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Cosa accadrebbe se il transito del gas russo attraverso l’Ucraina si interrompesse?

La maggior parte dei Paesi dell’Unione europea ha ridotto la propria dipendenza dal gas russo a causa dell’invasione dell’Ucraina. I principali destinatari del gas attraverso l’Ucraina sono Austria, Slovacchia, Italia, Ungheria, Croazia, Slovenia e Moldavia

I pesanti combattimenti nei pressi della città russa di Sudzha, dove il gas russo confluisce in Ucraina, hanno sollevato preoccupazioni per un’improvvisa interruzione dei flussi attraverso l’Ucraina prima della scadenza di un accordo quinquennale con la russa Gazprom.

La rotta di transito del gas ucraino – spiega l’agenzia Reuters – consente alla Russia di esportare gas in Europa attraverso l’Ucraina. L’accordo dovrebbe scadere alla fine dell’anno, e Kiev ha già affermato di non avere intenzione di rinnovarlo o estenderlo. Secondo l’operatore dei gasdotti ucraino, il transito attraverso il Paese verso l’Europa lo scorso anno è sceso del 28,5%, a 14,65 miliardi di metri cubi, rispetto ai 20,5 mmc del 2022.

PERCHÉ IL TRANSITO DI GAS RUSSO POTREBBE INTERROMPERSI?

La Russia ha affermato di aver combattuto intense battaglie contro le forze ucraine che erano penetrate nel suo confine meridionale vicino ad un importante hub di trasmissione del gas di Sudzha. Due blog militari russi hanno affermato, senza fornire prove, che le forze ucraine avevano catturato un impianto di misurazione a Sudzha, attraverso il quale passa il combustibile russo. Secondo gli analisti di ING, ciò aumenta il rischio di un arresto più improvviso dei flussi dai gasdotti russi attraverso l’Ucraina.

Per ora, Gazprom ieri ha dichiarato che continuerà a spedire gas attraverso l’Ucraina, e anche l’operatore di transito ucraino ha detto che le operazioni continuano normalmente. “C’è però il rischio che Gazprom usi i combattimenti come scusa per tagliare i flussi”, ha affermato James Waddell, responsabile gas europeo e GNL della società di consulenza Energy Aspects. Il gestore del sistema del gas ucraino nel 2022 dichiarò forza maggiore attraverso l’altro punto di ingresso della rotta di transito, Sokhranivka, e interruppe i flussi, citando “l’interferenza delle forze di occupazione nei processi tecnici. Questa è una ragione più probabile per l’interruzione dei flussi rispetto a danni collaterali o intenzionali ai gasdotti”, spiegò all’epoca.

QUALI PAESI RICEVONO IL GAS RUSSO ATTRAVERSO LA ROTTA?

La maggior parte dei Paesi dell’Unione europea ha ridotto la propria dipendenza dal gas russo a causa dell’invasione dell’Ucraina. I principali destinatari dei flussi attraverso l’Ucraina sono Austria, Slovacchia, Italia, Ungheria, Croazia, Slovenia e Moldavia. L’Austria riceve ancora la maggior parte del suo gas attraverso Kiev, mentre altri hanno diversificato le loro fonti e preso misure per ridurre la domanda.

La Moldavia, uno dei Paesi più poveri d’Europa, lo scorso anno ha acquistato tutto il suo gas dai mercati europei, lasciando il combustibile disponibile da Gazprom per la sua regione orientale separatista, la Transnistria. Le importazioni della Croazia oggi sono minime, e quelle della Slovenia sono scese quasi a zero, dopo che il contratto del suo principale fornitore, Geoplin, con Gazprom è terminato lo scorso anno.

COME PUÒ ESSERE SOSTITUITO IL GAS DALL’UCRAINA?

All’inizio del 2024, la precedente Commissione europea affermò che esistono delle fonti di approvvigionamento alternative: l’Austria può importare gas dall’Italia e dalla Germania e le sue utility hanno detto di aver adottato misure precauzionali in caso di interruzione della fornitura russa. L’Ungheria si è affidata al combustibile russo da una via alternativa, il gasdotto TurkStream, e la Slovenia ottiene il suo gas dall’Algeria e da altre fonti. L’Italia riceve la maggior parte del combustibile attraverso una via che facilita le importazioni dall’Azerbiagian e dall’Algeria.

CI SONO ALTRE OPZIONI PER IL TRANSITO IN UCRAINA?

Il fornitore di gas slovacco SPP ha affermato che un consorzio di acquirenti europei potrebbe rilevare il gas al confine tra Russia e Ucraina quando il contratto di transito scadrà, ma non è chiaro come ciò potrebbe funzionare. Un’altra opzione è che Gazprom fornisca parte del gas tramite un’altra rotta, ad esempio il TurkStream, oppure tramite Bulgaria, Serbia o Ungheria. Tuttavia, secondo SPP la capacità attraverso queste rotte è limitata.

L’Unione europea e l’Ucraina hanno chiesto all’Azerbaijan di facilitare le discussioni con la Russia in merito all’accordo di transito. L’Ue ha cercato di diversificare le sue importazioni e ha firmato un accordo per raddoppiare le importazioni di gas azero ad almeno 20 mmc all’anno entro il 2027, ma un consigliere del presidente azero ha detto che l’infrastruttura e il finanziamento non sono ancora in atto per facilitare questa espansione. Tuttavia, con il consumo interno di Baku destinato ad aumentare, gli analisti di Energy Aspects prevedono che solo circa 1,7 miliardi di metri cubi saranno disponibili per esportazioni incrementali, oltre al fatto che c’è anche poca capacità di riserva per far arrivare il gas in Europa.

QUANTE ENTRATE PERDERÀ GAZPROM?

Se le esportazioni si fermassero, la Russia potrebbe perdere circa 4,5 miliardi di dollari all’anno, sulla base di un prezzo medio previsto del gas verso l’Europa di 320 dollari per 1.000 metri cubi nel 2025. Secondo i dati di Gazprom, le esportazioni giornaliere attraverso l’Ucraina verso l’Europa attualmente ammontano ad oltre 40 milioni di metri cubi.

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