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Cosa c’è scritto nell’interrogazione a Di Maio contro Saipem

Per i parlamentari del Movimento 5 Stelle, Saipem è colpevole di delocalizzare la produzione 

Saipem sotto attacco. I parlamentari del Movimento Cinque Stelle, con una interrogazione presentata al Senato da Emiliano Fenu, hanno puntato il dito contro l’azienda controllata da Eni e chiedono spiegazioni al Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio sulla tendenza a delocalizzare la produzione, mentre in Italia sarebbe a rischio chiusura lo stabilimento di Arbatax, in Sardegna.

Ecco cosa c’è scritto nell’interrogazione parlamentare.

IL CONTESTO

In Italia Saipem è “operativa a San Donato Milanese, Fano, Arbatax e Porto Marghera, e vanta operai di altissimo livello e specializzazione professionale. In particolare, lo stabilimento della società “Intermare Fabrication Yard Arbatax” ha rappresentato per oltre un trentennio, una delle principali realtà industriali dell’Ogliastra ed un’eccellenza per la competitività della Sardegna e di tutto il Paese; sorto per far fronte a particolari esigenze legate alla costruzione di parti meccaniche da installare sulle piattaforme di produzione del petrolio o del gas naturale, grazie alle sue maestranze, ha consentito anche la fabbricazione di interi impianti”, sostengono i parlamentari del Movimento 5 Stelle.

IL CALO DELLA PRODUZIONE E LA RIDUZIONE DEL PERSONALE AD ARBATX

Eppure, “nonostante la riconosciuta strategicità, negli ultimi anni lo stabilimento di Arbatax ha registrato un calo produttivo e occupazionale vertiginoso e allarmante, che ne ha portato al minimo l’operatività, tanto che ad oggi l’organico è stato ridotto a sole 95 unità, che subiranno un’ulteriore flessione a seguito dell’accordo siglato in data 9 aprile 2019 nel corso dell’incontro tra la Saipem SpA e la Rappresentanza sindacale unitaria, per dare attuazione ad una nuova fase di adesione volontaria per un numero massimo complessivo di 60 dipendenti, dei quali 6 dello stabilimento di Arbatax, nell’ambito di un piano di prepensionamento, ai sensi della procedura, di cui all’art. 4 della legge n. 92 del 2012, senza tuttavia precisare come verranno reintegrate le professionalità perse. È evidente quanto il declino dello stabilimento Saipem di Arbatax sia continuo e incessante, nonostante le ampie rassicurazioni rese da parte dei vertici della società, rispetto alla volontà di proseguire gli investimenti nel sito”, denunciano i 5 Stelle.

PREOCCUPAZIONE ALTA

“Nonostante la recente acquisizione di una nuova commessa, che dal mese di luglio 2019 e per circa sette mesi, dovrebbe interessare la yard di Arbatax, nella realizzazione di un progetto in Guyana, per conto di ExxonMobil, resta alta la preoccupazione per il futuro del sito, come più volte espresso dalle rappresentanze sindacali”, si legge nell’interrogazione.

DELOCALIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

Ulteriore elemento di allarme per il lavoratori è dato dall’assegnazione di un progetto di ben 22.000 tonnellate di componenti al cantiere Saipem di Karimun in Indonesia, destinati alla realizzazione di una piattaforma nel confine marittimo tra Mauritania e Senegal. Tra l’altro, la Mauritania è situata geograficamente nelle vicinanze dello stretto di Gibilterra e rappresenta un’area di riferimento per la yard di Arbatax, dove poteva essere destinata almeno una parte della realizzazione del progetto

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