Advertisement Skip to content
Gas

Cosa dice lo statuto del Forum del gas del Mediterraneo

Creata anche una Gas industry advisory committee: per l’Italia partecipano ai lavori Eni, Saipem e Snam

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, ha approvato nei giorni scorsi il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dello Statuto dell’East Mediterranean Gas Forum (Emgf), concluso al Cairo il 22 settembre 2020 scorso. Lo scopo del Forum è quello di “creare un dialogo strutturato e un coordinamento stabile fra Paesi del Mediterraneo orientale: produttori, di transito e consumatori di gas naturale. L’istituzione del Forum sarà disposta con l’adozione dello Statuto – inteso a regolarne l’organizzazione e le attività”, secondo quanto si legge nella bozza di ddl.

(QUI LO SCHEMA DI DDL)

COS’È L’EAST MEDITERRANEAN GAS FORUM

I Paesi fondatori sono Egitto (promotore dell’iniziativa), Cipro, Giordania, Grecia, Israele, Italia e Palestina.

In occasione della ministeriale dell’EMGF, svoltasi al Cairo il 15 e 16 gennaio 2020, i sette Paesi fondatori hanno approvato e parafato lo Statuto dell’EMGF, successivamente emendato e infine approvato nella versione definitiva.

L’istituzione del Forum è stata fortemente caldeggiata dall’Egitto che da sempre ha voluto creare un vero e proprio organismo internazionale, con una struttura permanente situata al Cairo. L’iniziativa è stata preparata attraverso una forte azione dell’Egitto – che ha assunto – in questa fase di avvio – il Segretariato dell’organizzazione.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA

“L’Italia – si legge nella relazione illustrativa al provvedimento che START MAGAZINE ha visionato – ritiene il Forum di forte interesse strategico per i suoi potenziali effetti stabilizzatori a livello regionale e per tutelare gli interessi industriali italiani nell’area mediterranea. Durante questa fase negoziale, l’Italia ha visto confermato il proprio importante ruolo strategico quale Paese cofondatore del Forum, cerniera ovest del Mediterraneo orientale e potenziale ‘gateway’ di gas verso i mercati europei”.

LE FINALITÀ DEL FORUM

Lo Statuto sancisce l’istituzione dell’organizzazione internazionale regionale “con lo scopo principale di ricavare il massimo beneficio economico dai giacimenti di gas esistenti, di cooperare per aumentare le esportazioni dalla regione con una gestione più efficiente delle infrastrutture esistenti, di promuovere investimenti privati nel settore energetico e favorire l’esportazione delle risorse naturali. L’EMGF si pone come un foro di cooperazione, senza nessun tipo di autorità vincolante sui membri”, si legge nella relazione illustrativa.

LA STRUTTURA DEL FORUM

Per adempiere alla missione assegnatagli il Forum dispone di tre organi statutari: l’Executive Board, che sostituirà l’attuale High Level Working Group HLWG – organismo tecnico; il Segretariato ospitato al Cairo; mentre l’organo di indirizzo strategico rimarrà la Riunione Ministeriale. La membership è aperta ad altri Paesi della regione, ma per nuove ammissioni è necessario il consenso dei Paesi fondatori.

LA GAS INDUSTRY ADVISORY COMMITTEE – GIAC: PER L’ITALIA PARTECIPANO ENI, SAIPEM E SNAM

Non solo. Secondo quanto riporta la relazione illustrativa al provvedimento “è stata stabilita la creazione del GIAC che include i principali stakeholder pubblici e privati interessati allo sviluppo di rapporti strategici nel settore con i paesi del Mediterraneo orientale. Il GIAC affianca il Forum del Gas con raccomandazioni e studi volti alla creazione di un clima positivo per gli investimenti e alla costituzione di infrastrutture atte a favorire l’export, massimizzando il valore economico del gas presente nella regione. Lo sviluppo congiunto delle risorse nell’area potrà contribuire al consolidamento della stabilità geopolitica e sociale della Regione del Mediterraneo dell’Est. Per l’Italia partecipano ai lavori Eni, Saipem e Snam”.

GLI STANZIAMENTI PER L’AVVIO

Il fabbisogno finanziario del Forum del gas del Mediterraneo Orientale (EMGF) sulla base di ipotesi preliminari – “preliminary assumptions” -svolte dal Segretariato dell’EMGF – sotto attuale presidenza egiziana – e presentate nel corso della II riunione ministeriale del luglio 2019 è di 1,5 milioni di dollari, pari a circa 1,3 milioni di euro.

LA QUOTA ITALIANA

Per quanto riguarda la quota italiana “nel corso delle riunioni ministeriali finora svoltesi non vi sono state indicazioni precise sulla suddivisione dei costi fra i Paesi fondatori; si avrà maggior chiarezza sul core budget di EMGF per gli anni a venire (il budget fisso della Organizzazione, a prescindere dai contributi volontari integrativi) nel corso delle future riunioni – si legge nella relazione economica e finanziaria -. Tuttavia, considerato l’impegno delle istituzioni finanziarie internazionali a versare l’indicato ammontare di USD 1.100.000 e considerato che l’Egitto si è impegnato ad un finanziamento di USD 100.000, si ritiene che la somma rimanete (USD 300.000) sarà ripartita tra i Paesi membri”.

“In considerazione del peso economico dell’Italia rispetto agli altri membri e a titolo prudenziale, si stima che il contributo finanziario obbligatorio a carico dell’Italia possa individuarsi forfettariamente in un massimo di € 130.000 annui”, evidenzia la relazione.

Per quanto attiene alle spese di missione relative alla partecipazione di rappresentanti italiani alle riunioni degli organi statutari di EMGF, “l’invio di funzionari dall’Italia si rende necessario in quanto ad essi fanno capo specifiche competenze del settore multilaterale/energia (del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dello sviluppo economico) che eccedono la gestione bilaterale dei rapporti con l’Egitto, di competenza della Sede diplomatica al Cairo”. Le spese sono quantificate in “€ 8.800 annui; di questi, € 4.400 sono da iscrivere del nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ed € 4.400 nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. L’onere totale derivante dalla ratifica dello Statuto del Forum del gas del Mediterraneo orientale ammonta pertanto a € 138.800 annui a decorrere dal 2021, di cui € 8.800 per spese di missione ed € 130.000 quali oneri per il versamento del contributo finanziario obbligatorio annuale”, conclude la relazione.

(L’Articolo completo su StartMagazine)

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su