Nel 2024 il Cardinale Prevost ha dichiarato che “è ora di passare dalle parole ai fatti”. Il neo Papa ha invocato la “reciprocità” con la natura, ha messo in guardia contro i danni della tecnologia e ha elogiato l’installazione di pannelli solari e l’uso di veicoli elettrici da parte del Vaticano
Dopo la sua elezione dello scorso 8 maggio, tra i numerosissimi interrogativi attorno alla figura di Papa Leone XIV vi è anche, naturalmente, come si porrà nei confronti di temi di strettissima attualità, quali il clima e la lotta al cambiamento climatico. Il nuovo pontefice in Vaticano potrebbe proseguire l’approccio, senza precedenti, che Papa Francesco tenne sul cambiamento climatico.
Il Papa – si legge su Axios – ha una “platea” enorme e autorevole, in quanto leader di una Chiesa con 1,4 miliardi di fedeli in tutto il mondo. Il Vaticano non ha il potere ufficiale di influenzare le politiche, ma gran parte dell’architettura climatica globale funziona già sulla persuasione, se pensiamo ad esempio che l’accordo di Parigi non obbliga i Paesi a fare nulla.
Ora, poi, c’è un’impalcatura attorno agli sforzi papali sul clima, con Francesco che ha dato vita al Movimento Laudato Si’, basato sulla sua enciclica del 2015 sul tema.
IL RUOLO DEL PAPA AL VERTICE SUL CLIMA COP30
I leader del prossimo vertice ONU sul clima in Brasile, la COP30, hanno subito invitato il nuovo Papa a partecipare. “La presidenza della COP30 spera di accogliere Papa Leone XIV a Belém a novembre per aiutarci a raggiungere un accordo sul clima che segnerà una svolta nella creazione di un futuro più prospero, più sicuro, più equo e sostenibile”, ha dichiarato in un comunicato Ana Toni, CEO del summit.
L’INTERESSE DI PAPA LEONE XIV SUL CLIMA
La carriera del Cardinale Robert Francis Prevost, ora Papa Leone XIV, offre un percorso di esplorazione del suo interesse per il clima. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale del Vaticano, nel 2024 Prevost ha dichiarato ad un seminario sull’ambiente che “è ora di passare dalle parole ai fatti”. Ha invocato la “reciprocità” con la natura, ha messo in guardia contro i danni della tecnologia e ha elogiato l’installazione di pannelli solari e l’uso di veicoli elettrici da parte del Vaticano. Nel 2017, ha ripubblicato su X un post in cui incoraggiava il presidente USA Donald Trump a leggere l’enciclica di Papa Francesco.
IL NUOVO PONTEFICE PORTERÀ “CONTINUITÀ, MA ANCHE NUOVE IDEE”
Arun Agrawal, professore di politiche per lo sviluppo all’Università di Notre Dame, ha offerto le sue prime riflessioni sul nuovo papa americano, avvertendo che si tratta di un’iniziativa ancora agli inizi. “Dal nuovo Pontefice possiamo aspettarci una certa continuità, ma dovremmo anche aspettarci innovazione e nuove idee, mentre guida il Vaticano nell’affrontare le sfide della sostenibilità”.
Agrawal si aspetta che il lavoro di Leone XIV tragga spunto dal suo lungo servizio in Perù e dalla sua esperienza nel governo della Chiesa. Leone XIV “ha una profonda familiarità con contesti in cui marginalità, povertà e vulnerabilità sono diffuse”, il che influenzerà il suo pensiero su clima, acqua, sostenibilità e altro ancora.
L’enciclica di Papa Francesco esprimeva sentimenti piuttosto scettici – o quantomeno complessi – nei confronti della tecnologia, e Agrawal intravede un certo tessuto connettivo tra i due Papi.
L’INFLUENZA DEI PAPI SULLE POLITICHE CLIMATICHE
“Penso che sia Papa Francesco che Papa Leone XIV critichino la semplice innovazione tecnologica come sufficiente. Di conseguenza, l’innovazione deve essere nelle nostre istituzioni, nei nostri cuori e nelle nostre menti, e nel modo di collegare questi cambiamenti a quelli del mondo”, ha spiegato il professore dell’Università di Notre Dame.
In conclusione, non esiste un modo valido per valutare se i pontefici possano davvero influenzare le politiche climatiche ma, a giudicare dai commenti arrivati giovedì sera, diversi attivisti hanno fiducia.