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Fmi Italia

Cosa serve all’Italia per crescere. Report FMI

Tra le sfide principali che il sistema economico e sociale italiano deve affrontare c’è quella legata al caro energia

La guerra in Ucraina e le interruzioni delle catene di approvvigionamento globali legate al Covid hanno fatto salire i prezzi dell’energia e l’inflazione in generale, si legge in un report del Fondo Monetario Internazionale dedicato all’Italia. Aggravando la situazione legata alle scorte dei prodotti chiave, di cui comunque si registra una diminuzione importante della domanda.

TUTTE LE RICETTE CONTRO IL CARO ENERGIA

Secondo il Fondo, “garantire un’adeguata fornitura di energia è una priorità”. Anche perché, come testimonia la cronaca giornaliera dei fatti, c’è anche il problema meteorologico a incidere. Temperature record, siccità e quindi peggioramento dei raccolti. Di qui, pressione continua sui prezzi dei prodotti alimentari. Sicurezza energetica è la parola chiave, insomma.

A livello prettamente economico, l’attrattività nazionale si lega ai rendimenti dei titoli di Stato italiani. Questi, in base al report, sono aumentati e gli spread si sono ampliati a causa della prospettiva di inasprimento delle politiche monetarie e dell’incertezza politica in un contesto di indebolimento delle prospettive globali.

Secondo le proiezioni diffuse dal FMI, la crescita si ridurrà bruscamente e rimarrà contenuta a causa della guerra in Ucraina, dell’inasprimento della politica monetaria, delle continue interruzioni della catena di approvvigionamento e di un’inflazione più elevata e persistente. Un complesso di emergenze che stanno diventando ordinarie.

COSA ASPETTARSI TRA 2022 E 2023

Complessivamente, per il 2022 l’espansione economica è data al 3% si prevede che l’economia si espanda del 3% nel 2022, con un’inflazione media annua al punto massimo del 6¾ % nel 2022, per poi moderarsi gradualmente. Come noto, in ambito Ue i paesi stanno intervenendo secondo la strategia del Recovery plan e dei rispettivi Piani di Ripresa e Resilienza nazionali.

Che però, per ora, non possono smorzare lo scetticismo e le percezioni di rischio tra presente e immediato futuro. “Un’ulteriore impennata dei prezzi dell’energia e/o un rapido inasprimento delle condizioni finanziarie potrebbero comprimere la crescita e pesare sugli sforzi di consolidamento fiscale. Le difficoltà nella realizzazione degli investimenti e delle riforme del Pnrr ridurrebbero il sostegno alla domanda, indebolirebbero gli incrementi di produttività a lungo termine e ritarderebbero i finanziamenti dell’Ue”, ammonisce in proposito il Fmi.

MERITI E DEMERITI ITALIANI, SIN QUI

Alcune risposte in termini di reazione sono arrivate, dall’Italia. Secondo l’analisi del Comitato esecutivo, Roma ha agito efficacemente contro la pandemia. Come noto, però, l’instabilità prodotta dall’intervento militare russo in Ucraina ha rimesso quasi tutto a zero per il futuro. Cosa serve al Belpaese? Sistemare i saldi di bilancio, mantenere in termini provvisori le misure contro il caro energia, ma non solo. Serve un pacchetto di riforme complessivo: dalla razionalizzazione della spesa corrente, all’allargamento della base imponibile, passando per il rafforzamento del rispetto delle norme fiscali e toccando anche l’attuazione di riforme che favoriscano la crescita (vedi Pa, giustizia civile e concorrenza).

LE PROSPETTIVE, TRA CARO ENERGIA E SISTEMA ECONOMICO-SOCIALE

In generale è possibile avere spirito d’ottimismo? Sì, ma con juicio. “Le banche dovrebbero prepararsi a scenari negativi gravi e la conservazione temporanea del capitale potrebbe essere giustificata in casi specifici, anche per far fronte al potenziale indebolimento della qualità degli attivi”, dice in merito il Fondo Monetario Internazionale. Per il quale “sarà importante continuare a monitorare da vicino, anche le banche più piccole e più deboli. Sarà inoltre necessaria una ristrutturazione del debito più efficiente per aiutare le imprese a evitare le difficoltà finanziarie”.

Infine, altre note di merito e di ravviso. Bene la gestione del Next Generation Eu, bene le politiche messe in campo in ambito occupazionale (ma con juicio: insistere, insistere, insistere). La transizione verde va stimolata con velocità sempre maggiore.  “Migliorare la progettazione della carbon tax, rendere gli incentivi agli investimenti verdi più efficaci dal punto di vista dei costi e snellire le procedure di approvazione degli investimenti nelle energie rinnovabili contribuirebbe ad accelerare la decarbonizzazione e a rafforzare la sicurezza energetica”. Le sfide passano tutte da qui.

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