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Eni

Cosa sta facendo Eni con il gas a Sharjah

Per l’amministratore delegato della Sharjah National Oil Corp Hatem al-Mosa “non c’è stato alcun impatto da parte di Eni sul finanziamento della quota di sviluppo

Malgrado i problemi creati dalla pandemia di Covid-19 e dalle inevitabili ripercussioni economiche che stanno interessando tutti i settori, Eni sta continuando a portare avanti i suoi progetti gas nel terzo emirato degli Emirati Arabi Uniti, Sharjah.

Eni è infatti partner della Sharjah National Oil Corp. di proprietà dello Stato (Snoc) nel blocco B di Sharjah, dove ha scoperto il giacimento Mahani, con il primo pozzo perforato che ha raggiunto portate fino a 50 MMcf/g di gas e condensa associata, hanno dichiarato a gennaio congiuntamente Snoc ed Eni.

Per l’amministratore delegato della Sharjah National Oil Corp Hatem al-Mosa “non c’è stato alcun impatto da parte di Eni sul finanziamento della quota di sviluppo – ha dichiarato a S&P Global Platts -. Da quella scoperta, ci siamo mossi con i nostri piani per mettere in funzione il pozzo, stimando le capacità del giacimento scoperto”.

TAGLI AL CAPEX

Eni ha annunciato lo scorso 20 luglio tagli agli investimenti per 2,6 miliardi di euro principalmente nel suo business upstream, a causa del crollo dei prezzi del petrolio e dell’impatto della pandemia di coronavirus.

Gli investimenti previsti da Eni sono inferiori di circa il 35% rispetto al budget originario per il 2020 e del 30% per il 2021, con 2,4 miliardi di euro di minori spese previste per il prossimo anno. I tagli sono “quasi completamente focalizzati sul segmento E&P”, aveva detto Eni all’epoca.

L’amministratore delegato Claudio Descalzi aveva spiegato che il taglio dei costi operativi di 1,4 miliardi di euro sia quest’anno che il prossimo avrebbe messo l’azienda in condizioni migliori, visti “i segnali di incertezza previsti”.

TRE BLOCCHI

Eni detiene una partecipazione del 50% nel Blocco B onshore, mentre Snoc detiene il restante 50% e funge da operatore. La società italiana è anche operatore dei Blocchi A e C, con una partecipazione del 75% a fianco di Snoc in qualità di partner con una quota del 25%. Tutti e tre i blocchi sono stati assegnati all’Eni nel 2019 nel primo round internazionale di licensing di Sharjah.

“La pandemia, per quanto grave, ha avuto scarso impatto sul nostro business in generale”, ha affermato Mosa. Snoc prevede che la produzione del primo pozzo perforato di Mahani inizierà il prossimo anno, ma è improbabile che raggiungerà il livello previsto di 50 MMcf/g nel 2021. Snoc prevede inoltre di iniziare a trivellare un secondo pozzo l’anno prossimo e forse un terzo pozzo dopo quello di Mahani.

GAS A BASSO COSTO

Sharjah ha un enorme bisogno di gas per la produzione di energia elettrica ma i suoi attuali giacimenti di gas sono in lento declino per obsolescenza. Lo stesso numero uno di Snoc ha evidenziato un calo della produzione “inferiore al 5%”.

PROBABILE UN SECONDO CICLO DI LICENZE

L’emirato non punta all’autosufficienza del gas, ma si concentra sul gas a basso costo. Importa energia e gas per soddisfare il suo fabbisogno e potrebbe lanciare un secondo ciclo di licenze.

Nel complesso, gli Emirati Arabi Uniti stanno incrementando la produzione di gas e quest’anno hanno fatto un’altra importante scoperta, oltre a Mahani a Sharjah.

Abu Dhabi National Oil Co, la più grande compagnia energetica degli Emirati Arabi Uniti, e il fornitore di gas di Dubai, svilupperà un nuovo serbatoio di gas a bassa profondità con risorse di gas stimate in loco di 80 Tcf scoperte lungo il confine tra Dubai e Abu Dhabi.

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