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Ilva

Costo del gas salato per l’ex Ilva: Bernabè: Va saldato l’arretrato a Snam

Per il presidente di Acciaierie d’Italia Holding “se l’arretrato non verrà saldato a Snam le forniture si interromperanno e l’attività produttiva dello stabilimento di Taranto verrà irrimediabilmente compromessa”

Il costo del gas? Un’onere “insostenibile” per l’ex Ilva che ha degli arretrati nei confronti di Snam che vanno saldati. Parola di Franco Bernabé, presidente di Acciaierie d’Italia Holding.

ONERI PER COSTI ENERGETICI A 1,1 MLD DI EURO

In audizione presso la Commissione Industria del Senato, Bernabè ha infatti spiegato che “il gas di cui Taranto è uno dei più grandi consumatori italiani è aumentato di oltre 6 volte rispetto ad un livello medio di 20 euro a MWh che ha caratterizzato tutti gli anni ‘10 di questo secolo, ma con una forte variabilità raggiungendo punte di 350 euro a MWh. A seguito degli aumenti di prezzo il costo dell’energia per l’azienda è passato da 200 milioni a 1.550 Mld in termini finanziari, compensati in parte dal meccanismo di tax credit varato dal governo che ha ridotto l’onere a 1.100 miliardi”.

ATTIVITÀ A RISCHIO SENZA IL SALDO A SNAM

Si tratta, ha aggiunto Bernabè “di un onere insostenibile che ha generato arretrati di pagamento nei confronti del fornitore Eni che ha deciso di rescindere il contratto di fornitura e della Snam che è intervenuta in ragione delle norme che prevedono la fornitura di gas di default. Se l’arretrato non verrà saldato a Snam le forniture si interromperanno e l’attività produttiva dello stabilimento di Taranto verrà irrimediabilmente compromessa”

NEL 2022 PROSEGUITO IL PIANO DI ADEGUAMENTO AMBIENTALE

“Nonostante queste difficoltà è proseguito anche nel 2022 il piano di adeguamento ambientale dello stabilimento avviato 3 anni fa”, ha comunque evidenziato il presidente di Acciaierie d’Italia. “Gli investimenti previsti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) con obbligo di completamento entro l’agosto 2023, sono stati in larga misura realizzati e non si prevedono ritardi rispetto alle scadenze”. Tra gli interventi realizzati Bernabè ha ricordato la Copertura del Parco minerale e del Parco Fossile, la copertura del Parco OMO e dei Parchi AGL Nord e Sud, la dimissione dell’Altoforno 3, la realizzazione delle barriere frangivento e l’entrata in esercizio di 2 filtri sulla linea D, 1 filtro è in esercizio da luglio 2022 mentre l’ultimo filtro entrerà in esercizio entro l’estate 2023.

GIÀ SPESI 800 MLN DI EURO

“Per questi interventi ADIH ha già speso 800 ml di euro. Tutti questi interventi hanno drasticamente ridotto l’impatto ambientale dello stabilimento di Taranto che oggi è probabilmente tra i più ambientalmente compatibili dell’industria Siderurgica internazionale”.

Infatti “come si evince dal verbale dell’ultima riunione del 6 dicembre scorso dell’Osservatorio permanente per il monitoraggio dell’attuazione del Piano ambientale coordinato dal Ministero dell’ambiente (MITE), l’ISPRA, nel presentare i dati relativi a tale scenario post-operam, evidenziava una significativa riduzione (c.a. 40%) delle emissioni di polveri, sia convogliate che diffuse”.

IL CENTRO DI RICERCA

Negli ultimi due anni è stato dato anche un forte impulso alla attività di ricerca e innovazione, ha poi ricordato Bernabè: nella primavera del 2021 con l’inaugurazione del nuovo Centro di Ricerca dello stabilimento di Taranto – oltre 2.200 mq, con 15 laboratori scientifici ad alta specializzazione – e l’avvio di importanti collaborazioni con aziende ed Università: tra le quali Snam, Maire Technimont, Riina, Fincantieri e Iren. ma soprattutto con Il Dipartimento di Chimica dell’Università di Bari; il Dipartimento di Ingegneria chimica e dei materiali dell’università Federico II di Napoli; il Dipartimento di Ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture del Politecnico di Torino.

I QUATTRO OBIETTIVI PER I PROSSIMI ANNI

“L’obiettivo più ambizioso che Acciaierie di Italia si è posto è il Piano di Decarbonizzazione che nell’arco di un decennio prevede la completa eliminazione delle emissioni climalteranti dello stabilimento di Taranto centrando quattro obiettivi fondamentali”, ha poi spiegato il presidente di Acciaierie d’Italia: “Il primo è il rispetto dell!Ambiente, con la radicale trasformazione del processo produttivo attraverso un assetto predisposto all’utilizzo di Idrogeno verde”. Il secondo “è l’Occupazione”, il terzo “la Sostenibilità economica: gestendo lo Scale up di nuove tecnologie in funzione della dinamica dei costi di produzione e della disponibilità dei nuovi fattori produttivi”. Il quarto Obiettivo, infine “è la Crescita: da perseguire con una strategia di transizione senza soluzione di continuità per incrementare quote di mercato e livelli di produzione durante il periodo di realizzazione degli investimenti”.

Il Piano di Decarbonizzazione prevede una roadmap articolata in 4 fasi successive in un periodo decennale ed investimenti per oltre 5 mld. “La prima fase consiste in un ulteriore rilevante miglioramento della sostenibilità ambientale dell’area a caldo nel periodo 2023-2025 con la trasformazione del processo produttivo tradizionale e la predisposizione all’utilizzo del DRI. L’investimento stimato è di 1.042 ml di euro ma è destinato ad aumentare in seguito al processo inflattivo che ha caratterizzato a partire dal 2022 l’economia internazionale”.

SI PUNTA ALLA SPERIMENTAZIONE DELL’IDROGENO

La seconda fase consiste “nell’introduzione di un primo forno elettrico alimentato con preridotto e la sperimentazione dell’utilizzo di Idrogeno come vettore energetico nel periodo 2024-2027. Contestualmente verranno ridotte le emissioni di CO2 attraverso il processo di cattura. Investimento previsto di 2.338 ml di euro”. La terza fase “è l’estensione dell’elettrificazione dell’area a caldo nel periodo 2027-2029 con l’introduzione di un secondo forno elettrico. Investimento previsto di 1.200 ml di euro”.

NEL 2029-2032 PREVISTA L’ELETTRIFICAZIONE DELL’AREA A CALDO

La quarta fase prevede infine “il completamento dell’elettrificazione dell’area a caldo nel periodo 2029-2032 con il passaggio a soli forni elettrici alimentati in un primo tempo prevalentemente a gas naturale ma con soluzioni tecnologiche in grado di sostituire il gas naturale con idrogeno verde in funzione della disponibilità di quest’ultimo. Investimento previsto 900 ml di euro. Obiettivo finale dal 2032 è l!alimentazione degli impianti con solo Idrogeno verde”, ha concluso Bernabè sottolineando in particolare il ruolo che avrà DRI D’Italia S.p.A. per la realizzazione del piano di decarbonizzazione, la società a capitale interamente pubblico costituita per studiare la fattibilità di impianti di produzione di Direct Reduced Iron (DRI) o preridotto”.

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