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Terna

Dal Tyrrhenian Link all’Adriatic Link: perché Terna punta sui cavi sottomarini per la sostenibilità

La transizione energetica verso un sistema decarbonizzato e a basse emissioni richiederà nei prossimi anni ingenti investimenti infrastrutturali per consentire alle rinnovabili di essere trasportate dai luoghi di produzione a quelli di consumo. Qui entra in gioco Terna

Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, è pronta a mettere in cantiere il Tyrrhenian link, il maxi-progetto che collegherà Campania, Sicilia e Sardegna. Per la società guidata dall’amministratore delegato Stefano Donnarumma si tratta di uno dei fiori all’occhiello del Piano di Sviluppo della rete dei prossimi anni che su 18,1 miliardi complessivi dedicherà circa un terzo degli stanziamenti proprio a progetti in cavo.

COS’È IL TYRRHENIAN LINK

Ma cos’è il Tyrrhenian Link in concreto? È un collegamento sottomarino in corrente continua da 1000 MW di potenza che collegherà la Sardegna alla Sicilia e questa alla Campania. Sarà la più lunga infrastruttura elettrica mai realizzata in Italia, con circa 950 km di estensione, e avrà il primato mondiale di profondità dei cavi, posati a circa 2 mila metri sotto il livello del mare. Grazie a un investimento di circa 3,7 miliardi di euro, l’elettrodotto consentirà di dismettere impianti termoelettrici meno efficienti e più inquinanti in Sicilia e contribuirà in maniera determinante al completo phase-out delle centrali a carbone in Sardegna. L’opera sarà a regime nel 2027, ma il primo cavo sarà operativo già a fine 2025.

PERCHÉ IL TYRRHENIAN LINK MA ANCHE GLI ALTRI COLLEGAMENTI SONO COSÌ IMPORTANTI?

Per capire perché il Tyrrhenian Link è così importante per Terna, ma anche per l’Italia, bisogna considerare che la transizione energetica verso un sistema decarbonizzato e a basse emissioni richiederà nei prossimi anni ingenti investimenti infrastrutturali per consentire alle fonti rinnovabili di essere trasportate dai luoghi di produzione a quelli di consumo.

Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è infatti necessario saper programmare e realizzare infrastrutture di rete efficienti e integrate nel territorio, come i collegamenti in cavo o gli elettrodotti sottomarini che, spesso, rappresentano la scelta migliore dal punto di vista sia tecnico che ambientale, in quanto consentono di ridurre l’impatto sul territorio. Qui entra in gioco Terna.

La società guidata da Stefano Donnarumma punta all’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili e all’incremento della sicurezza e della resilienza del sistema elettrico, per risolvere le congestioni di rete e potenziare le dorsali indispensabili al trasporto dell’energia. Sarà infatti necessario un rafforzamento dei collegamenti Nord-Sud e con le isole, e delle interconnessioni internazionali. Ma anche, e soprattutto, di un’evoluzione tecnologica per adeguare le reti ai nuovi scenari sempre più sfidanti. Infatti, innovazione e ingegneria, tutela dell’ambiente e sostenibilità devono andare di pari passo con lo sviluppo infrastrutturale, a beneficio della collettività. E se si guarda alla trasmissione elettrica, l’utilizzo di soluzioni all’avanguardia, anche sottomarine, hanno come obiettivo quello di assicurare maggiore resilienza e affidabilità della rete, con ricadute positive per il territorio.

GLI ALTRI PROGETTI DI TERNA

Il Tyrrhenian Link, naturalmente, non è l’unico progetto in cavo marino di ampia portata che Terna sta portando avanti nel suo piano di sviluppo decennale sulle infrastrutture. L’altra grande sfida della società guidata da Donnarumma è l’Adriatic Link, il collegamento sottomarino tra Abruzzo e Marche da 1000 MW di potenza e lungo circa 280 km, sul quale si prevede un investimento di circa 1,1 miliardi di euro. I lavori per la realizzazione dell’opera partiranno nel 2024 e si utilizzerà una tecnica di perforazione che permette di installare i cavi a una profondità di 250 metri sotto il livello del mare, annullando l’impatto dei lavori sul litorale, e garantendo la necessaria protezione del collegamento elettrico in caso di erosione costiera.

Discorso simile anche per il Sa.Co.I.3, l’importante progetto di rinnovo e potenziamento dello storico elettrodotto tra Sardegna, Corsica e penisola italiana a cui sono destinati 800 milioni di euro di finanziamento; ricordiamo anche il raddoppio dell’esistente collegamento tra Italia e Grecia per favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili, per un investimento di 750 milioni di euro; infine, il nuovo collegamento tra Italia e Tunisia che metterà in comunicazione la stazione elettrica di Partanna e quella di Capo Bon. Con una potenza di 600 MW, l’elettrodotto sottomarino di circa 200 chilometri di lunghezza sarà in corrente continua e contribuirà a realizzare un ponte energetico ‘invisibile’ in grado di collegare due grandi sistemi elettrici di Europa e Africa. Terna

COME SI REALIZZA LA POSA DI UN CAVO SOTTOMARINO

Tutti questi progetti hanno in comune l’utilizzo di cavi sottomarini per minimizzare gli impatti e assicurare una maggiore efficienza nei collegamenti. In apparenza può sembrare facile l’utilizzo di questa tecnica ma in realtà si tratta di una sfida ingegneristica rilevante, nella quale gli italiani sono da sempre all’avanguardia. L’iter prevede innanzitutto, lo studio del tracciato per valutare le caratteristiche geomorfologiche del fondale marino, le profondità e la lunghezza del percorso. Una volta “ingegnerizzato” il progetto, entrano in gioco speciali navi “posacavi” in grado di collocare il cavo a profondità anche molto elevate e collegare le estremità alla terraferma attraverso il supporto di sommozzatori che agevolano l’ingresso del cavo all’interno di tubazioni già installate agli approdi. Queste condotte sono realizzate tramite la tecnica della cosiddetta trivellazione orizzontale controllata che evita gli scavi a cielo aperto. Il passo successivo è proteggere il cavo da eventi esterni, come ad esempio la pesca a strascico o gli ancoraggi. A questo scopo, per i fondali sabbiosi, viene utilizzata la tecnica del jetting che, attraverso un macchinario calato dalla nave sul fondale e un getto di acqua e aria che consente la movimentazione dei sedimenti, crea una trincea dove si adagiano naturalmente i cavi.

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