Una nota pubblicata da Bruxelles informa che chip e farmaci al momento non sono tassati, e non compare alcun impegno della Commissione sulla digital tax; mentre secondo la Casa Bianca l’Unione si sarebbe impegnata a non introdurre tasse sulle Big Tech
La versione di Washington sui dazi è diversa da quella di Bruxelles, e non su aspetti secondari. Non è una sorpresa, quando uno dei partner è più interessato al trionfalismo che ai risultati: “È stata una lezione magistrale di Trump”, ha detto il segretario al Commercio, Howard Lutnick. Passa però attraverso la definizione dei dettagli, e delle incongruenze, la valutazione dei risultati dell’accordo, e della razionalità della strategia di appeasement della Commissione, criticata da tanti come troppo debole.
LE DISCREPANZE SUI DAZI TRA USA E UNIONE EUROPEA
Come spiega Il Sole 24 Ore, le discrepanze tra le dichiarazioni di Washington e di Bruxelles sono il primo aspetto da chiarire. Una nota pubblicata da Bruxelles informa che chip e farmaci al momento non sono tassati, e non compare alcun impegno della Commissione sulla digital tax; mentre secondo la Casa Bianca l’Unione si sarebbe impegnata a non introdurre tasse sulle Big Tech. La Commissione insiste però sulle sue posizioni: «Non cambiamo le nostre regole e il nostro diritto di regolamentare autonomamente nello spazio digitale. La dichiarazione della Casa Bianca afferma che confermiamo che non adotteremo né manterremo le tariffe di utilizzo della rete e che manterremo zero dazi doganali sulla trasmissione elettronica. È corretto, ma ciò non interferisce con lo spazio normativo», ha affermato un portavoce della Ue.
Più in generale “non modifichiamo le nostre regole, il nostro sistema alimentare, sanitario e di sicurezza, di cui i nostri cittadini si fidano e che ha richiesto decenni per essere costruito. Rimane pienamente e saldamente in vigore”, ha aggiunto il portavoce Olof Gill.
I DAZI SUL SETTORE ENERGETICO
Sarebbero salve quindi le politiche energetiche dell’Unione europea, malgrado l’impegno non banale di portare da 80 a 250 miliardi gli acquisti annuali di gas Usa. Per quanto riguarda gli acquisti e gli investimenti in ambito energetico «l’accordo raggiunto domenica con gli Usa riguarda i prossimi tre anni, mentre le nostre politiche di decarbonizzazione vanno ben oltre. Quindi questo accordo non contraddice affatto i nostri obiettivi di decarbonizzazione a medio-lungo termine», ha aggiunto la portavoce della Commissione Anna-Kaisa Itkonen.
I dettagli da definire riguardano anche la lista delle deroghe. Uno dei temi ancora aperti è quello del trattamento degli alcolici, importanti per Italia, Francia e Irlanda. “Stiamo facendo tutto il possibile per assicurarci che i settori più importanti non vengano colpiti dalla tariffa generalizzata, ma che invece restino soggetti a dazi bassi o nulli”, ha detto la Commissione.
LA QUESTIONE ACCIAIO E ALLUMINIO
Centrale è poi la questione dell’acciaio e dell’alluminio sui quali la Commissione spera ancora di introdurre quote di esenzione. Undici Paesi membri guidati dalla Francia, e tra essi l’Italia, sperano in uno sforzo aggiuntivo dell’Unione: “Chiediamo alla Commissione di presentare al più presto una proposta per un nuovo quadro di protezione commerciale contro la sovraccapacità siderurgica, operativo dal 1° gennaio 2026”, si legge in un non-paper rivelato ieri. Il nuovo quadro di protezione dell’industria dell’acciaio “dovrebbe mirare a riportare la quota delle importazioni agli stessi livelli del 2012-2013”.
UNA DICHIARAZIONE CONGIUNTA ENTRO IL 1° AGOSTO?
“L’accordo politico del 27 luglio 2025 non è giuridicamente vincolante. Oltre ad intraprendere le azioni immediate impegnate, la Ue e gli Usa negozieranno ulteriormente, in linea con le rispettive procedure interne, per attuare pienamente l’accordo politico», si legge nella nota della Commissione sull’intesa. L’accordo, aggiunge, «rispetta pienamente la sovranità normativa dell’Ue e protegge i settori sensibili dell’agricoltura europea, come la carne bovina o il pollame”.
Secondo un alto funzionario Ue, sentito dall’agenzia Bloomberg, Bruxelles e Washington intendono raggiungere entro il 1° agosto una dichiarazione congiunta – non giuridicamente vincolante – per ampliare alcuni elementi negoziati nel fine settimana. Una volta finalizzata la dichiarazione, gli Stati Uniti inizieranno a ridurre i dazi su alcuni settori, in particolare quello automobilistico e dei ricambi, che attualmente subisce un’imposizione del 27,5%. Le due parti inizieranno poi a lavorare su un testo giuridicamente vincolante. I tempi potrebbero essere lunghi ma la Ue non inizierà ad applicare le condizioni pattuite come l’abbassamento dei dazi sui prodotti americani, ha spiegato, finché il testo legale non sarà approvato.