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Draghi

Ddl autonomia, Sapelli: “Riforma assurda che mette a rischio energia e treni. Rischio sudamericanizzazione”

Il ddl autonomia mette a rischio l’energia e i trasporti. Intervista a Giulio Sapelli, professore ordinario di Storia economica all’Università degli Studi di Milano

Il ddl autonomia è una riforma assurda, che mette a rischio i servizi energetici e i trasporti su ferro. Proseguendo su questa strada si rischia la sudamericanizzazione del nostro Paese, con il tacito accordo della classe industriale. È l’opinione di Giulio Sapelli, professore ordinario di Storia economica all’Università degli Studi di Milano, a Energia Oltre, che tira in ballo anche Joaquìn Costa, promotore del Collectivismo agrario, punto d’incontro fra i due estremi del Comunismo e del Liberalismo, come soluzione al Caciquismo, il sistema di gestione del potere dal Centro attraverso capi locali.

DDL AUTONOMIA, COSA NON VA

Il ddl autonomia rischia di creare non pochi problemi nella gestione dei servizi essenziali: energia e trasporto pubblico su ferro, secondo il professor Sapelli.

“La norma cerca di ovviare in modo inconcludente e distorto all’obiettivo di fissare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), che si pone la Commissione presieduta da Sabino Cassese. Livelli minimi che dovrebbero valere per tutte le Regioni, ma raramente è così. Ci sono diversi elementi del ddl autonomia che tecnicamente non hanno senso”, spiega il professore.

“Quello che mi indigna è la mancata risposta della classe industriale che dovrebbe ergersi contro questa riforma con forza. Tutta la società dei produttori dovrebbe ergersi contro questa follia mentre al momento tutto tace”, continua Sapelli.

CHE FINE FARANNO LE FERROVIE?

Il ddl autonomia solleva un tema centrale: la regionalizzazione del servizio delle ferrovie.

“Cosa vuol dire regionalizzare il servizio delle ferrovie? In passato servirono contratti di servizio, rischiamo di tornare a questa situazione. Anche dal punto di vista dell’energia parliamo di una riforma assurda. Infatti, non si può ridurre a una dimensione locale un elemento transazionale come l’energia.

DDL AUTONOMIA, UNA RIFORMA DEL TITOLO V MASCHERATA?

Il ddl autonomia è una riforma del Titolo V mascherata.

“Non è nient’altro che una ripresa della riforma del Titolo V della Costituzione fatta dal ministro Bassanini nel secondo governo Amato”, spiega Sapelli.

“Parliamo di una devoluzione di alcune di quelle materie che che Matteo Renzi cercò di portare nell’alveo della costituzione promuovendo un referendum contro questa riforma. Tuttavia, l’eccessiva personalizzazione fece sì che il voto non fu razionale, l’elettorato giunse a destarlo e l’abolizione del provvedimento Bassanini Amato non passò”, continua il professore.

“Questa norma è espressione di una tendenza localistica comprensibile nella Lega, che ha fatto della regionalizzazione una sua caratteristica. Ma è un atto gravissimo, rischiamo una sudamericanizzazione dell’Italia con ricadute importanti”, avverte Sapelli.

“Personalmente sono a favore della teoria di Olivetti: liberi Comuni in forte Stato. Il Comune e il Parlamento sono il cuore della democrazia. Più che porre l’accento sul Nord e Sud, poiché un meridionalismo forte dovrebbe puntare sulle proprie forze, vorrei porre l’attenzione sull’inattualità tecnologica di questa misura nel mondo attuale. Questa norma sarà ricordata nella storia d’Italia come un delirio, sembra di essere tornati ai tempi di Joaquìn Costa. Altro non è che il frutto del progressivo sprofondamento dell’Italia nell’ignoranza”, conclude il professore.

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