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Senato

Delega Ue, le proposte di modifica della maggioranza

Rinnovabili, comunità energetiche, Pniec, batterie e ricariche elettriche negli emendamenti di M5s, Leu e Pd alla Delega Ue.

Obbligo per favorire e promuovere la progressiva installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili negli edifici esistenti. Definire i criteri per l’individuazione di aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili aventi una potenza complessiva almeno pari a quella individuata come necessaria dal Piano Nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC). Garantire alle comunità di energia rinnovabile e comunità energetiche i benefici degli enti del terzo settore e meccanismi di balance service provider. E ancora: assicurare un sistema tariffario per agevolare la condivisione di energia da rinnovabili, premiando le comunità che permettono di bilanciare la rete di bassa tensione attraverso l’uso di stoccaggi, favorire lo scambio di energia tra condomini, prevedere la possibilità di generare Crediti d’immissione al consumo nelle ricariche elettriche. Sono alcune delle proposte di modifica presentate dalla maggioranza e depositate in commissione Politiche Ue del Senato al ddl delega Ue sul recepimento della direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.

DAL RELATORE DUE EMENDAMENTI PER RIORDINARE E SEMPLIFICARE AUTOCONSUMO E MERCATO ENERGIA

La normativa su Princìpi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva (UE) 2018/2001, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, in particolare quella per l’autoconsumo sarà “riordinata” e “semplificata”. A prevederlo è un emendamento all’articolo 5 del ddl delega Ue, sul recepimento della direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili presentata dal relatore Gianni Pittella (Pd). Una simile proposta di modifica, sempre depositata presso la Commissione per le Politiche Ue, è stata presentata dal relatore all’articolo 12 riguardante “Princìpi e criteri direttivi per l’attuazione della direttiva (UE) 2019/944, relativa a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica e che modifica la direttiva 2012/27/UE (rifusione)”.

MECCANISMI D’OBBLIGO SU EDIFICI ESISTENTI

Promuovere la progressiva installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili negli edifici esistenti attraverso ‘meccanismi d’obbligo’, è una delle proposte presentate dal presidente della commissione Industria Gianni Girotto come primo firmatario. Nella stessa proposta si prevede anche di incentivare l’autoconsumo collettivo e di assicurare a tali impianti un accesso paritario e non discriminatorio a tutti i pertinenti regimi di sostegno di natura normativa o regolatoria, con particolare riguardo ai meccanismi di valorizzazione dell’autoconsumo e ai meccanismi di riconoscimento dei costi evitati per il sistema elettrico che tale autoconsumo comporta”. Non solo. Si chiede anche di “garantire alle comunità di energia rinnovabile e comunità energetiche dei cittadini i benefici degli enti del terzo settore e meccanismi semplificati di balance service provider ma anche di “introdurre modalità semplificate per consentire ai Comuni di creare e promuovere la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili, avendo cura, nel definire i criteri di perimetrazione delle comunità, di consentire comunque l’aggregazione di comunità locali omogenee ubicate sullo stesso territorio”.

SULLE AREE IDONEE SERVE IL CONCERTO MATTM-MIBACT PER L’INSTALLAZIONE DI RINNOVABILI

Altro emendamento proposto da Girotto è quello che prevede che la disciplina per la definizione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili sia prediposta anche con il concerto del ministero dell’Ambiente e del ministero dei Beni culturali. Lo stesso emendamento introduce una serie di indirizzi che il Governo dovrebbe osservare: 1) la disciplina è volta a definire criteri per l’individuazione di aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili aventi una potenza complessiva almeno pari a quella individuata come necessaria dal Piano Nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili. A tal fine, la disciplina reca, inoltre, criteri per la ripartizione fra Regioni e Province autonome; 2) il processo programmatorio di individuazione delle aree idonee è effettuato da ciascuna Regione o Provincia autonoma in attuazione della disciplina di cui al punto 1), entro un termine massimo congruente con i tempi necessari per il raggiungimento degli obiettivi. Nel caso di mancata adozione, è prevista l’applicazione dell’articolo 41 della legge 24 dicembre 2012 n. 234; 3) il processo di cui al punto 2) è effettuato secondo un principio di cascata, privilegiando, prioritariamente, le aree che minimizzano l’impatto sull’ambiente, sul paesaggio, sul patrimonio storico, artistico e agroalimentare, sulla biodiversità e sul paesaggio rurale, quali le aree industriali, le superfici edificate, le aree limitrofe ad aree edificate e industriali, le aree  limitrofe a grandi infrastrutture quali autostrade, acquedotti, reti di trasporto dell’energia, le aree bonificate, le cave e discariche chiuse e ripristinate e le aree non utilizzabili per altri scopi. Possono, infine, essere individuate come idonee anche le aree agricole abbandonate e le aree agricole che permettono di combinare la produzione da fonti rinnovabili con l’utilizzo agricolo dei suoli; 4) fermo restando quanto previsto di cui al punto 3), nel processo di individuazione delle aree idonee è valutata la concreta fattibilità tecnico-economica della realizzazione degli impianti nelle aree individuate ed è, inoltre, effettuata una valutazione di congruenza dei tempi di realizzazione con quelli di raggiungimento degli obiettivi del PNIEC; 5) per le attività di individuazione delle aree idonee le Regioni e Province autonome possono richiedere il supporto tecnico-specialistico delle Società del Gruppo GSE”.

MECCANSIMI CIC ANCHE PER RICARICA ELETTRICA

Sempre Girotto ha proposto anche l’introduzione di Crediti d’immissione al consumo (Cic), già previsti per i biocarburanti e il biometano, anche all’atto dell’erogazione dei servizi di ricarica di veicoli elettrici sia ad accesso pubblico che quelli adibiti a flotte di taxi, sharing mobility o aziende di servizio, oppure alla quota aggiuntiva di elettricità usata da operatori ferroviari (persone e merci) per “favorire un maggiore sviluppo dell’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili nel settore del trasporto, e facendo in modo che l’elettricità rinnovabile dia il massimo contributo al raggiungimento dei target di penetrazione di energia rinnovabile nei trasporti”.

IL LEGNO COME RISORSE SOSTENIBILE E CIRCOLARE

Infine, sempre gli M5s hanno presentato un emendamento per “introdurre misure per l’utilizzo energetico di biomasse legnose, nel quadro della gestione forestale sostenibile, e della silvicoltura a turno di taglio breve (short rotation forestry) in coerenza con le previsioni europee dell’utilizzo a cascata, in particolare dei principi di sostenibilità, uso efficiente delle risorse, circolarità in tutti i flussi e in ogni fase e sussidiarietà”.

LE PROPOSTE DI LEU: TARIFFE PREMIANTI PER LE COMUNITA’ GREEN E SCAMBIO SUL POSTO PER CONDOMINI

Da Leu sono arrivati invece due emendamenti importanti: uno riguarda la tariffa premiante per le comunità green “ per agevolare la condivisione di energia da fonti rinnovabili, premiando le comunità che permettono di bilanciare la rete di bassa tensione attraverso l’uso di stoccaggi di energia e differenziando gli oneri tra energia autoconsumata e condivisa istantaneamente ed energia immessa in rete, al fine di favorire le configurazioni capaci di integrare sistemi di accumulo, pompe di calore e mobilità elettrica, nonché di valorizzare i meccanismi di demand response”. L’altro chiede di “garantire agli utenti l’accesso ai dati sui consumi da parte degli utenti e, previo consenso di questi, a soggetti terzi, per presentare proposte integrate di efficientamento energetico degli edifici e degli impianti, anche attraverso la previsione di specifiche regole per la configurazione degli impianti di misurazione per la rilevazione necessaria ai rapporti interni e con la rete nonché dei contatori di nuova generazione”. Infine viene proposto di prevedere misure volte a favorire lo “scambio di energia all’interno di uno stesso edificio, di un condominio o tra edifici contigui posti dentro i medesimi distretti produttivi o quartieri”.

ALCUNE DELLE PROPOSTE PD

Un emendamento del Pd presentato dall’ex ministro Fedeli e da Manca chiede invece di inserire la valutazione del “trasferimento alla fiscalità generale degli oneri non direttamente connessi ad obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile o di contrasto alla povertà energetica” nel caso dei meccanismi per il monitoraggio degli effetti della diffusione dell’autoconsumo, anche ai fini dell’aggiornamentodelle modalità di imposizione e raccolta delle componenti tariffarie a copertura deglioneri generali di sistema”.

Stefano Collina del Pd chiede di inserire per le comunità energetiche la previsione che prevede di “definire le condizioni di associazione per il caso di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente e le condizioni per la qualificazione come comunità energetiche; definire le modalità di costituzione delle comunità energetiche, che devono essere in forma di impresa senza scopo di lucro, nonché le modalità di adesione di persone fisiche, PMI e di tutti gli enti pubblici o privati, compresi gli enti pubblici territoriali, con la condizione che non esercitino in via principale l’attività di produzione o distribuzione di energia e fissando il divieto assoluto di controllo da parte di singoli soci, persone o enti; definire le modalità per l’individuazione di un soggetto delegato, responsabile del riparto dell’energia condivisa; definire i criteri e modalità di produzione di energia rinnovabile, la tipologia degli impianti e gli eventuali limiti di potenza, nonché le modalità per l’immagazzinamento e la vendita delle eccedenze e le modalità per la realizzazione di eventuali sistemi di accumulo dell’energia ai fini della condivisione; definire le modalità di condivisione dell’energia prodotta e le modalità di raccordo dei sistemi costituiti con la rete di distribuzione e di utilizzo della rete medesima, nonché le modalità di ubicazione dei punti di prelievo dei consumatori e dei punti di immissione degli impianti; definire la disciplina degli oneri generali di sistema, indicandone i casi di applicazione, i casi di esonero e l’entità e le modalità di incentivazione tariffaria e fiscale; coordinare la disciplina in modo da non determinare impatti sulle attività delle cooperative elettriche storiche di cui all’articolo 4, numero 8), della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, incentivandone l’attività; definire un regime fiscale dedicato per le cooperative, che tenga in adeguata considerazione e premi la funzione sociale e mutualistica, il vincolo non lucrativo e il coinvolgimento democratico delle nuove comunità”.

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