Berlino pronto ad approvare la proposta di Urso sull’anticipo della clausola di revisione sulle emissioni auto ma non il posticipo del 2035. Descalzi (Eni): “Obiettivi quotazione Enilive e Plenitude”. Donnarumma (FS): “10 miliardi del PNRR su 25 già impegnati”. La rassegna Energia
Il governo tedesco è pronto ad appoggiare la proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di anticipare al 2025 la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli a motore. Tuttavia, Berlino ha sottolineato che la data della messa al bando delle endotermiche non può essere in discussione. Claudio Descalzi, ceo di Eni, dall’Italian Energy Summit ha annunciato gli obiettivi di quotare in Borsa Plenitude e Enilive. La seconda ha già firmato recentemente un accordo con Kkr per la potenziale cessione di una quota di minoranza. Donnarumma svela il piano di Fs per i prossimi due anni: privatizzazione e chiusura dei cantieri con i fondi del Pnrr. 10 miliardi di euro su 25 già sono stati impegnati, fa sapere l’ad di FS. La rassegna Energia.
AUTO, BERLINO APRE A PIANO URSO MA VUOLE CONFERMA TARGET 2035
“Il governo tedesco è disposto a sostenere la proposta del governo italiano, che chiede alla Commissione europea di anticipare al 2025 la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli a motore, ma a una condizione: la data del 2035 per la messa al bando delle auto a diesel o benzina non si discute. È questo il compromesso raggiunto ieri dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e dal suo collega tedesco, Robert Habeck. Nelle prossime settimane si tradurrà in un “non-paper” da presentare alla Commissione europea, dove però resta lo scetticismo sull’ipotesi di anticipare di un anno il “tagliando” del regolamento, attualmente previsto per il 2026.(…) Urso ha incontrato tutti gli eurodeputati italiani ai quali ha presentato i punti-chiave della proposta del governo per il settore automotive. Dopodiché ha partecipato a una conferenza organizzata dalla presidenza di turno ungherese: «Se non si cambia rotta – ha sottolineato – tra pochi mesi vi troverete qui a Bruxelles gli operai del settore auto che ci obbligheranno a farlo, così come hanno fatto i lavoratori del settore agricolo». Alla riunione del Consiglio Competitività di oggi, la situazione del settore automotive non è ufficialmente all’ordine del giorno”, si legge su La Stampa.
“Parlando al Parlamento europeo, Urso fatto più volte riferimento al rapporto realizzato da Mario Draghi (definendolo con un lapsus «il premier Draghi») e ha elencato le tre “condizioni” per poter rispettare il target del 2035: maggiori risorse per favorire la transizione, la difesa della neutralità tecnologica («Biocombustibili o idrogeno») e del principio dell’autonomia strategica (relativamente al nodo materie prime). Secondo Urso, Habeck «è disponibile a discutere di tutte le condizioni», inclusa quella «delle risorse, anche comuni» e quella della neutralità tecnologica. Berlino preme per consentire l’uso dei carburanti sintetici (e-fuels), (…) L’associazione che riunisce alcuni dei principali costruttori europei (Acea) ha già chiesto di anticipare la revisione per modificare i target previsti per il 2025: alcune case automobilistiche temono di non rispettarli e quindi vogliono evitare sanzioni. La richiesta era stata definita «surreale» da Carlos Tavares, Ceo di Stellantis”, continua il giornale.
ENERGIA, DESCALZI (ENI): “OBIETTIVO QUOTAZIONE ENILIVE E PLENITUDE”
“Sulla valorizzazione del modello satellitare, che ha consentito a Eni di estrarre tutto il potenziale legato ai business della transizione energetica (da Plenitude a Enilive), il gruppo guidato da Claudio Descalzi procede a ritmi serrati. A ribadire la rotta, è stato ieri lo stesso ceo, dal palco dell’Italian Energy Summit del Sole 24 Ore (si vedano i servizi alle pagine 24 e 25) interpellato sui prossimi step che interesseranno questa partita. Dove, con riferimento a Enilive, Eni ha firmato di recente un accordo in esclusiva con Kkr per la potenziale cessione di una quota di minoranza. Ma con quali tempi? «Vogliamo finalizzare la valorizzazione – ha detto – e speriamo di farlo brevemente. Si tratta di una valorizzazione che porterebbe Enilive allo stesso livello di Plenitude».
La ratio del percorso è chiara, come ha sintetizzato l’ad. «Il punto è avere delle società che prima non esistevano e che erano dei business affogati in un’Eni molto più grossa. Mentre adesso sono tutte basate sul retail come componente valore, ma hanno anche bio e rinnovabili. Vuol dire avere due società che da sole, mettendole insieme, valgono più di 20 miliardi». Quanto ai prossimi step, il top manager ha detto che «i passi successivi sono capire se c’è ancora spazio per ancorarci a ulteriori partner strategici visto che c’è una domanda molto alta e questa potrebbe essere una cosa che facciamo e dobbiamo valutarla anche con i nuovi partner». Fermo restando, ha aggiunto Descalzi, con riferimento anche all’altra partita, quella di Plenitude – dove, in minoranza è entrato già il fondo Eip e dove non sono mancate diverse manifestazioni d’interesse a nuovi ingressi nel capitale -, «la quotazione è l’obiettivo», da perseguire congiuntamente alla ricerca di alleati strategici.
“A margine dell’evento, il numero uno di Eni è poi tornato a parlare di petrolio e di quotazioni. «Ha meno appeal del gas perché quest’ultimo serve a supportare la generazione elettrica. Siamo su valori più tendenti agli 80 dollari al barile che al 70». Sul prezzo, ha aggiunto, «c’è estrema volatilità. I prezzi non sono alle stelle, ma c’è sempre una domanda che si chiuderà a 104 milioni di barili al giorno, e il supply non la sta supportando. Ci sono potenziali produttivi, ma non ci sono molti progetti e molti investimenti nell’upstream». (…) Infine, un passaggio sulle voci, rilanciate ieri mattina dalla stampa giapponese, su un presunto accordo che il Giappone avrebbe siglato con il governo italiano per superare possibili problemi negli approvvigionamenti di gas naturale liquefatto. «Non ne sono al corrente», ha replicato Descalzi ai cronisti che chiedevano ragguagli sull’indiscrezione”, continua il giornale.
PNRR, DONNARUMMA (FS): “SPESI 10 MILIARDI SU 25”
“Il percorso verso la privatizzazione e la chiusura dei cantieri finanziati con i fondi del Pnrr. Sono gli obiettivi dei prossimi due anni di Stefano Donnarumma, nominato all’inizio dell’estate al vertice del gruppo Fs. Ma le prossime settimane serviranno anche ad elaborare il piano strategico che «valorizzerà le stazioni medio piccole», punterà sui mercati esteri («il tema è se ci sei o non ci sei») e servirà a creare le condizioni per la privatizzazione della rete che «dovrà restare nelle mani dello Stato». (…) «Conosco il settore ferroviario dai tempi in cui lavoravo in Bombardier e in Alstom, e ho trovato l’azienda che mi aspettavo: grandi competenze, know how, approccio ingegneristico e un forte senso di appartenenza in chi ci lavora. Ma ho riscontrato anche una sorta di intorpidimento, l’azienda negli ultimi tempi ha attraversato una fase di ripensamento e rallentamento, tanto che molti progetti sono arrivati sulla mia scrivania, perché erano in attesa di un segnale o di un indirizzo per farli partire. Il mio mandato è portare avanti il Pnrr e fare funzionare, per quanto compete a Fs, il settore dei trasporti»”, si legge su Il Corriere della Sera.
“«La priorità è realizzare le nostre opere legate all’attuazione del Pnrr, in concerto con gli uffici del ministro Salvini e con il team del ministro Fitto. Siamo nel pieno della fase realizzativa con circa 10 miliardi di euro impegnati, su un totale di 25 miliardi. Un grande impegno di carattere strategico, ma anche operativo perché i cantieri sono un inevitabile fattore di disagio per i viaggiatori. (…) «Migliorare l’offerta a bordo dei treni sia informando adeguatamente e in modo continuativo i passeggeri, sia in termini di servizio, cogliendo i suggerimenti di chi viaggia con noi. Il “tema dei temi” è la connettività a bordo: ci lavoreremo affrontando la sfida in partnership con le aziende di telecomunicazioni». (…) «Il miglioramento del servizio passa di certo anche dalle stazioni, per esempio lavorando su decoro e sicurezza in collaborazione con le forze dell’ordine. Nel nuovo piano strategico ci saranno poi una serie di interventi per valorizzare il patrimonio di Fs. Abbiamo centinaia di stazioni, non tutte sono necessarie a gestire il traffico ferroviario, ma si trovano, d’altra parte, in luoghi strategici e possono essere trasformate in veri e propri hub della salute, con presidi e servizi sanitari di prossimità, ma non solo”, continua il giornale.
“La crescita internazionale è essenziale. All’estero il tema è però “o ci sei o non ci sei”; noi oggi facciamo soltanto in Germania circa un miliardo di ricavi, e fuori dall’Italia abbiamo 13 mila nostri dipendenti. In Spagna stiamo andando bene, così come in Germania, mentre in Francia dobbiamo fare meglio». «Come noto non dipende da noi, la frana del 2023 è sul versante francese, ma nelle prossime settimane confido ci siano sviluppi positivi, chiederemo al governo di darci supporto in questo sollecito». (…) «I dati li vedremo, sarà in linea con i passati esercizi, con un po’ di difficoltà in più dovute a partite straordinarie». (…) «La crescita del fatturato non va di pari passo con la crescita del valore creato, abbiamo, tra l’altro, avuto un aumento del personale di migliaia di unità. Il 2024 non sarà, come detto, un esercizio entusiasmante». (…) «Intanto non parlerei di quotazione. Si può privatizzare, non prima di un biennio, aprendo il capitale, e si può farlo intervenendo su due ambiti: il primo riguarda il mercato e, quindi, l’alta velocità, l’altro la rete ferroviaria, adottando in questo caso il modello delle infrastrutture regolate”, continua il giornale.