Skip to content
eni descalzi omg ravenna 2023

Descalzi all’OMC di Ravenna rilancia l’Eni come attore della transizione

Le parole dell’ad del Cane a sei zampe: “Dobbiamo trasformare i nostri processi per far sì che tutto sia green, blue, bio”. Tutte le mosse di Eni spiegate da Claudio Descalzi

L’attore chiave dell’edizione 2023 dell’OMC Med Energy di Ravenna è ovviamente l’Eni. Un asset italiano ma di caratura internazionale che opera attivamente nel mercato dei combustibili fossili ma allo stesso tempo porta avanti la sua road map per la transizione energetica verso fonti pulite e rinnovabili.  Ecco il quadro tracciato stamani dall’ad del Cane a sei zampe Claudio Descalzi.

 DESCALZI: PERCHE’ ENI FA GIA’ SOSTENIBILITA’

“La parola d’ordine sostenibilità da noi c’è da molto tempo, anche perché non saremmo stati pronti sia con le tecnologie, sia a rimpiazzare il gas”, spiega partendo a bomba Descalzi, seduto accanto all’ad di Sonatrach Rachid Hachichi nel panel moderato da Silvia Berzoni di Class Cnbc. “La sostenibilità sociale – spiega l’ad italiano – noi la facciamo da tantissimi anni in tutti i Paesi in cui operiamo. L’Omc non solo oggi ma già da qualche edizione ha incominciato a introdurre nei discorsi, ma anche nei fatti, la transizione, quindi una sostenibilità ambientale e anche energetica all’interno del dibattito. Ci sono tanti investimenti, solo noi adesso stiamo investendo più del 30% su tutti i capitoli riguardanti la transizione, al 2030 questi investimenti diventeranno il 70%. Ci sono non solo parole, ma fatti, progetti, strategie e realizzazioni già molto mature in essere”.

PLENITUDE IN TRATTATIVA

In questo senso, è Plenitude il ramo di Eni più attivo nelle operazioni green. E, spiega Descalzi, “sta crescendo nelle rinnovabili a una velocità importante. Anche i clienti stanno non solo tenendo ma anche crescendo. Sì: con un investitore strategico noi siamo in discussione anche avanzata”. Un annuncio importante che riguarda la parte aziendale di Plenitude. E’ importante – ha osservato in merito il Ceo del Cane a sei zampe – perché con il mercato così agitato definire un terreno, un punto dove ci sono investitori pronti a investire è fondamentale”. Per Descalzi, “ovviamente la strategicità di Plenitude non viene toccata dal fatto di avere un investitore o dal fatto di andare quotata” ma “è proprio quella che abbiamo noi come proposito, di riuscire a raggiungere i nostri clienti con prodotti sostenibili, verdi, blu, di ogni colore che vada verso la decarbonizzazione del prodotto e del processo”.

GLI ULTIMI IMPATTI SULLE FORNITURE

La crisi mediorientale, lo sappiamo, intrecciata a quella russo-ucraina ha contribuito a rendere il quadro economico ed energetico, oltre che sociale, politico e umanitario, ancora più instabile.

“Sulle forniture non ci sono impatti”, rassicura Descalzi. “Ci sono stati impatti sul prezzo del gas, non tanto sul prezzo del petrolio, anche se il prezzo del petrolio rimane alto. Ma sul prezzo del gas sicuramente perché siamo passati da 38euro a megawatt ora e adesso siamo vicini ai 50”.

Quanto alle forniture, dunque, “in quelle aree a parte il giacimento di Tamar, che
è stato fermato in modo precauzionale dalle autorità israeliane, non ci sono grossi impatti sulla produzione di gas però le previsioni si mettono sempre sulla parte più conservativa quindi probabilmente i mercati pensano che questo possa apportare ulteriori tensioni” E ancora, guardando all’inverno che arriverà a breve, “sui prezzi: questo [contesto di tensioni, ndr], più l’inverno, più un freddo che sta arrivando sta portando tensioni soprattutto per chi non ha gas proprio come l’Europa. Su questo c’è un po’ di preoccupazione, non molta”.

COME CAMBIANO I RAPPORTI CON LIBANO E ALGERIA?

Infine, riguardo ai rapporti con i Paesi più attivi per le forniture all’Italia dopo le ultime tensioni determinate dal terrorismo di Hamas, per Descalzi “con l’Algeria non cambia assolutamente nulla. Sono andato neanche una settimana fa, non appena è scoppiata, purtroppo, non solo la tensione ma la guerra in Israele e a Gaza. Sono andato subito in Algeria a parlare con il ministro e con il nuovo responsabile a capo di Sonatrach: non cambia assolutamente niente.

Abbiamo fatto [in Algeria] una rivisitazione dei progetti, noi non facciamo solo gas ma stiamo sviluppando anche nuove tecnologie. Le rinnovabili le stiamo sviluppando per non bruciare gas, ma anche l’idrogeno e anche la possibilità, con rinnovabili di sviluppare elettricità attraverso elettrodotti e trasportarla in Europa. Abbiamo passato in rassegna un po’ tutte queste attività, non ultima la cattura della Co2”. In Algeria ma anche in Libia, Egitto, ovunque opera Eni.

Quanto al Libano, ha spiegato Descalzi, “non ci sono impatti. Abbiamo finito un pozzo, si stanno facendo ancora valutazioni. Non siamo operatori in Libano, ci sono altri blocchi, le analisi continuano e devono esserci delle concrete evidenze tecniche positive per poi potere continuare”.

 

 

– Leggi anche: OMC Med Energy 2023, si parte. Ecco il programma

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su