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Pnrr

Dl Energia, nell’ultima bozza scompare il rinvio del mercato tutelato (e le misure su idro). L’esame slitta al prossimo Cdm

Pnrr, pressing Ue e operatori mettono a rischio la misura. Nel pre-Consiglio si è deciso di effettuare ulteriori approfondimenti e di rinviare la discussione a un prossimo Consiglio dei ministri per effettuare degli approfondimenti

L’ultima bozza visionata da Energia Oltre di domenica (l’altra era circolata sabato) vede sparire due importanti provvedimenti: il rinvio del mercato tutelato di 6-12 mesi e le misure in materia di idroelettrico.

Dl Energia, lunedì testo in Cdm: ecco tutte le misure nella bozza di testo

L’UE SPINGE PER LA LIBERALIZZAZIONE

Sarà dunque il Consiglio dei ministri a chiarire se queste due misure si saranno ancora o saranno state accantonate. Ma non quello in programma oggi dove avrebbe dovuto essere discusso. Nel pre-Consiglio si è infatti deciso di effettuare ulteriori approfondimenti e di rinviare tutto a un prossimo appuntamento. D’altronde, scriveva questa mattina Il Messaggero, “la proroga del mercato tutelato dell’energia che mantiene le bollette degli italiani a un livello sopportabile sembra essere a rischio. L’Ue spinge per ridurre fortemente o bloccare lo slittamento da sei mesi a un anno del passaggio agli operatori privati (…) E il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto sembrerebbe pronto a battersi per le istanze di Bruxelles”.

Il rischio è quello di un aumento delle bollette ma anche di vedere “messi in seria difficoltà gli investimenti miliardari di diverse aziende italiane sulla transizione green anche per il contemporaneo pressing di Bruxelles per liberalizzare i settori idroelettrico e geotermico”, prosegue il quotidiano romano.

LA SPADA DI DAMOCLE DEL PNRR

Non solo. “Secondo i burocrati Ue sul decreto penderebbe la spada di Damocle del Pnrr. La tesi è che non si raggiungerebbe un obiettivo del ministero dell’Ambiente, legato al Piano che prevede di superare il regime di massima tutele sulla luce entro la fine del prossimo anno. Per questo vorrebbero limitare la proroga di sei mesi. La divergenza di opinioni sarà evidente oggi in Cdm”, si legge ancora sul Messaggero.

Secondo cui l’intenzione del ministro Pichetto sarebbe quella di “far partire le aste per i nuovi operatori privati nel primo trimestre del 2024 ma poi assegnare i clienti tra luglio e dicembre prossimi, così da provare a rimanere in linea con il Pnrr”.

PRESSING UE SULLE CONCESSIONI IDRO

Discorso simile per le concessioni idro e geotermiche. Le seconde compaiono ancora nella bozza ma delle prime non vi è più traccia. Anche se “l’Ue continua ad esercitare un pressing sull’Italia per l’apertura di gare internazionali gestite dalle Regioni”, che tuttavia, nota il quotidiano “costringerebbero le imprese italiane a sostenere la concorrenza di colossi mondiali con il rischio di risultarne fortemente svantaggiate”. E ciò malgrado i rinvii ventennali accordati a Francia e Spagna.

RISORSE AL MASE PER REALIZZARE POLO STRATEGICO EOLICO GALLEGGIANTE AL SUD

Compaiono invece, nella nuova bozza, le misure per l’eolico galleggiante, solo accennate nel precedente testo.

“Al fine di sostenere gli investimenti infrastrutturali nelle aree del Mezzogiorno, mediante la costituzione di un polo strategico per l’eolico galleggiante in mare, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, con decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sentite le regioni interessate, sono individuate, nel Mezzogiorno del Paese, due aree demaniali marittime con il relativo specchio acqueo antistante entro il limite delle acque territoriali, da destinare alla cantieristica navale (…). Il decreto di cui al primo periodo individua altresì gli specifici interventi da effettuare per la infrastrutturazione delle due aree demaniali marittime” si legge nell’ultima bozza del Dl Energia visionata da Energia Oltre.

“Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) assegna, con un’unica delibera, al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica risorse, complessivamente pari a 80 milioni di euro per il 2024, 170 milioni di euro per il 2025 e 170 milioni di euro per il 2026, così ripartite:
a) 20 milioni di euro per l’anno 2024, 110 milioni di euro per l’anno 2025 e 170 milioni di euro per l’anno 2026, per la realizzazione, nelle aree individuate (…) di infrastrutture volte ad assicurare l’autonomia energetica nazionale, mediante investimenti in cantieristica navale per la produzione di piattaforme galleggianti e di infrastrutture energetiche funzionali, l’assemblaggio e il varo delle piattaforme medesime e per l’installazione di impianti di produzione di energia eolica in mare;
b) 60 milioni di euro per l’anno 2024 e 60 milioni di euro per l’anno 2025, per lo sviluppo e l’industrializzazione del processo di costruzione di un prototipo di fondazione galleggiante finalizzato alla realizzazione di un impianto eolico in mare, pilota, dimostrativo e operativo, destinato alla produzione di energia a servizio di una delle aree di cui alla lettera a)”.

“Entro novanta giorni dalla data di efficacia della delibera (…) il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, sentito il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, concede le aree (…) all’operatore individuato (…) per la produzione di piattaforme galleggianti, di infrastrutture energetiche funzionali e per l’assemblaggio e varo delle stesse e degli impianti di produzione di energia eolica in mare. Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, sentito il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti destina, altresì, mediante procedure a evidenza pubblica, trasparenti e non discriminatorie, le risorse (…)a un progetto volto alla realizzazione degli interventi ivi previsti”, si legge nella bozza.

IL DEPOSITO NUCLEARE

Scrive invece il Corriere della Sera che il ministro Pichetto porterà al governo “anche una proposta per modificare la normativa (il decreto 31/2010) che disciplina lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Il dispositivo potrebbe essere contenuto nel decreto Energia (…) o essere contenuto in una norma ad hoc. La proposta serve a sbloccare lo stallo sul deposito nazionale atteso da anni” visto che “nessuna delle 67 aree dichiarate potenzialmente idonee (…) si è resa disponibile. La soluzione è quella di aprire alla autocandidature di Comuni che non sono compresi nella Cnapi”, si legge sul quotidiano.

dl energia schema MASE_22-10-2023

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