Skip to content
petrolio

Ecco come gli USA, sotto Trump, potrebbero influenzare il mercato oil e gas con l’Europa

Gli importatori di prodotti energetici europei hanno la possibilità di ridurre gli acquisti di GNL e greggio USA, poiché l’uso complessivo di gas resta debole, mentre le forniture di greggio da venditori alternativi sono abbondanti

I produttori di petrolio e gas negli Stati Uniti si aspettano che, sotto la seconda amministrazione di Donald Trump, aumentare la produzione e l’esplorazione sarà più semplice. Trovare dei mercati locali e redditizi per le merci potrebbe essere la sfida più grande. I produttori si aspettano che il nuovo governo USA semplifichi i processi di autorizzazione relativi all’estrazione e alla distribuzione di combustibili fossili, il che dovrebbe comportare un aumento della produzione di petrolio e gas del Paese, che è già a livelli record.

Ciò è di buon auspicio per le aziende che esportano GNL, petrolio greggio e combustibili raffinati, e probabilmente incoraggerà un’ulteriore crescita della capacità di esportazione di questi prodotti negli USA. Tuttavia, gli esportatori di energia corrono anche il rischio di essere coinvolti nel fuoco incrociato commerciale, se il piano di Trump di imporre delle tariffe elevate su una serie di beni importati innescasse una ritorsione nei mercati dei consumatori.

IL MERCATO EUROPEO FONDAMENTALE PER LE ESPORTAZIONI USA

Come spiega Gavin Maguire su Reuters, Trump potrebbe imporre dei dazi ai Paesi europei, poiché il deficit commerciale di lunga data degli Stati Uniti con l’Europa, circa 240 miliardi di dollari all’anno, è un grosso problema per gli alleati del nuovo presidente. Trump il mese scorso ha affermato che l’Europa “pagherà un prezzo elevato” per non aver acquistato abbastanza esportazioni americane, e ha minacciato di imporre dei dazi generalizzati sui beni europei. Tuttavia, l’Europa è anche il mercato più grande per le esportazioni di GNL e petrolio degli USA: secondo i dati di tracciamento delle navi di Kpler, infatti, quest’anno il vecchio continente ha rappresentato il 49% di tutte le spedizioni di GNL e il 47% delle esportazioni di greggio americane.

Dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, l’Europa ha dovuto importare volumi record di carburanti e petrolio da altri fornitori, e gli Stati Uniti sono stati i principali beneficiari, spedendo volumi record di queste materie prime. Secondo la U.S. Energy Information Administration (EIA) e Kpler, nel 2023 i ricavi delle esportazioni di GNL degli USA hanno superato i 30 miliardi di dollari, e due terzi di tutte le spedizioni di GNL degli Stati Uniti sono andati in Europa. Secondo i dati EIA, lo scorso anno gli USA hanno esportato circa 10 miliardi di dollari di petrolio, di cui poco meno della metà è stata inviata in Europa.

GLI EFFETTI DEL COMMERCIO TRA STATI UNITI ED EUROPA

Quelle spedizioni di GNL e petrolio degli Stati Uniti hanno portato ad un boom di profitti per gli esportatori statunitensi e a preziose entrate fiscali per il Tesoro USA, che la prossima amministrazione vorrà proteggere. Tuttavia, l’elevato prezzo delle importazioni di energia ha danneggiato anche i consumatori europei e sta accelerando la transizione energetica dell’Europa dai combustibili fossili.

Un rallentamento dell’attività economica ha anche frenato l’uso di gas industriale e il consumo di energia e ha innescato un calo di oltre il 20% nelle importazioni di GNL in Europa nei primi 10 mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023.

LE IMPORTAZIONI ENERGETICHE DAGLI USA

Le importazioni di petrolio statunitense in Europa sono salite a un record finora nel 2024, ma le importazioni complessive di greggio del continente si sono contratte di circa l’1%, hanno mostrato i dati di Kpler. Ciò indica che gli importatori di prodotti energetici europei hanno la possibilità di ridurre gli acquisti di GNL e greggio statunitensi, poiché l’uso complessivo di gas resta debole, mentre le forniture di greggio da venditori alternativi sono abbondanti.

I decisori politici europei stanno già pianificando delle risposte ai dazi previsti da Trump, diffidenti di un potenziale deterioramento dei legami economici con un partner commerciale chiave, mentre sono coinvolti in una disputa commerciale con la Cina.

L’EUROPA CERCA DI EVITARE LO SCONTRO CON TRUMP

Gli esperti commerciali a Bruxelles vorranno evitare qualsiasi ulteriore deterioramento dell’economia della regione, e probabilmente cercheranno di mantenere dei forti legami con gli Stati Uniti durante il nuovo mandato Trump. Tuttavia, non esiteranno a proporre delle misure tariffarie proprie durante i negoziati, anche solo per evitare di essere travolti dalle minacce tariffarie generalizzate degli Stati Uniti.

I prodotti energetici USA probabilmente saranno un’opzione allettante per tariffe di ritorsione, poiché l’Europa può facilmente reperire GNL e petrolio da altri venditori, e quindi danneggiare i fornitori statunitensi senza danneggiare i propri consumatori.

GLI STATI UNITI CORRONO UN RISCHIO

Sulla carta, gli esportatori di prodotti energetici statunitensi potrebbero reindirizzare i carichi ad altri acquirenti, se l’Europa in qualche modo venisse esclusa durante una disputa commerciale; in realtà, però, la perdita di acquirenti europei sarebbe un duro colpo per le aziende USA, in particolare per gli esportatori di GNL. Tutti gli attuali terminal di esportazione americani si trovano sulla costa orientale o nel Golfo degli Stati Uniti, e sono quindi meglio posizionati per servire una rotta commerciale panatlantica, piuttosto che attraverso il Pacifico verso gli acquirenti in Asia.

L’EXPORT DI GNL USA TRA EUROPA E ASIA

Il viaggio dagli Stati Uniti all’Europa è anche solo una frazione della distanza e del tempo per i principali acquirenti in Asia. Viaggi più lunghi significano tempi di consegna più lunghi per i venditori di GNL, che hanno bisogno di un rapido ricambio delle navi per massimizzare i ricavi. Quindi, mentre i venditori statunitensi, se l’Europa diventasse off-limits, potrebbero mantenere i volumi totali di esportazione reindirizzando i carichi, se invece andare dovessero in Asia, molto probabilmente incorrerebbero in costi di spedizione più elevati e tempi di restituzione più lunghi. Se anche gli acquirenti europei optassero per altri venditori, i venditori di greggio affronterebbero problemi simili, poiché i consumatori globali sono già ben serviti dagli esportatori del Medio Oriente e altrove.

Ciò significa che, se sotto Trump gli esportatori di energia statunitensi possono aspettarsi di aumentare i volumi di produzione, affrontano anche un rischio crescente di uno scontro commerciale con i principali acquirenti europei, che potrebbe rendere la vendita di quei volumi extra una sfida.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su