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Usa Trump

Cosa succede con la vittoria di Trump all’energia Usa

Rischiano i fondi alle rinnovabili e l’accordo sul clima di Parigi. Ecco cosa si prevede per il futuro dell’energia Usa e mondiale con la vittoria di Trump

Donald Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Il primo a ricoprire due mandati presidenziali non consecutivi dopo il dem Stephen Grover Cleveland (a fine ‘800), il primo con una condanna penale e il presidente più vecchio ad insediarsi, a 78 anni. Comincerà a lavorare da gennaio 2025 ma già si teme per il futuro dell’energia, in particolare di quella rinnovabile. “Noi abbiamo più petrolio di qualsiasi altro paese più della Russia, lasciami il petrolio Bobby”, ha detto Trump nel corso del suo discorso di poco fa che ha festeggiato la vittoria, chiarendo già quale saranno gli indirizzi della presidenza per i prossimi 4 anni.

LE ENERGIE RINNOVABILI UNO DEI TEMI CALDI DELLE ELEZIONI USA

Nei giorni scorsi Donald Trump aveva promesso che, se fosse stato rieletto, avrebbe fermato i progetti eolici offshore “dal primo giorno”, impegnandosi anche a “porre fine” all’Inflation Reduction Act, la legge sul clima del presidente Joe Biden che include crediti d’imposta per ridurre il costo dell’energia rinnovabile e per accelerare il ritmo della decarbonizzazione.

L’INFLACTION REDUCTION ACT RISCHIA DI ESSERE ABROGATO

Secondo il Clean Investment Monitor, dall’approvazione dell’IRA sono confluiti nel settore energetico statunitense quasi 450 miliardi di dollari di investimenti privati . La società di consulenza BloombergNEF ha stimato che l’abrogazione dell’IRA comporterà un calo del 17% nelle nuove aggiunte di capacità rinnovabile dal 2025 al 2035, con l’eolico offshore il più colpito, in calo del 45%.

Una recente analisi di Goldman Sachs sui risultati di mercato ha concluso che le energie rinnovabili sarebbero stati il più grande perdente sotto Trump, insieme ai settori sensibili alle tariffe.

L’EOLICO OFFSHORE NEGLI USA

A differenza dell’energia solare ed eolica terrestre, l’eolico offshore richiede permessi federali ed è più vulnerabile ai cambiamenti di carica. L’amministrazione Biden ha accelerato l’implementazione dell’eolico offshore, fissando un obiettivo ambizioso di implementare 30 GW entro il 2030 e approvando 16 GW di progetti su scala commerciale, rispetto allo zero all’inizio della presidenza.

GLI SCENARI IN CASO DI VITTORIA DI TRUMP O DI HARRIS

Bloomberg Intelligence ha previsto che una presidenza Trump ridurrà i requisiti di capitale per le banche statunitensi, indebolendo i sussidi nell’Affordable Care Act e abbassare lo scudo di responsabilità per le aziende Big Tech.

Una completa abrogazione dell’IRA si troverebbe di fronte a sfide difficili. Sebbene la misura sia stata approvata senza alcun supporto repubblicano al Congresso, le aree del Paese in cui è presente il GOP sono state le principali beneficiarie: secondo un’analisi del FT, oltre tre quarti di tutti i progetti manifatturieri annunciati nel primo anno di approvazione della legge sono stati diretti ai distretti del partito.

LA POSIZIONE DI TRUMP SULL’ENERGIA PULITA

Se Trump ha revocato le restrizioni sulla produzione di combustibili fossili e i limiti alle emissioni di centrali elettriche e automobili, allo stesso tempo ha anche rinnovato i crediti d’imposta per progetti solari ed eolici e per le auto elettriche. L’impiego di energie rinnovabili negli USA ha continuato a crescere sotto la sua presidenza. Secondo l’Energy Information Administration, la capacità eolica è cresciuta del 45% tra il 2016 e il 2020, mentre quella solare è più che raddoppiata. Nel suo dibattito con Harris, Trump ha detto di essere “un grande fan dell’energia solare”.

Secondo gli analisti, le potenziali politiche di Trump che rappresentano un rischio elevato per la transizione degli USA sono i dazi sui prodotti cinesi e le modifiche al credito d’imposta dell’IRA per le auto elettriche, che è diventato una questione di guerra culturale sin dalla sua presidenza.

LE POSSIBILI CONSEGUENZE DI UNA PRESIDENZA TRUMP

Il Dipartimento al Tesoro USA è responsabile della stesura delle norme e dei regolamenti che implementano i crediti d’imposta per l’energia pulita. Una futura amministrazione ostile potrebbe provare a cambiare queste norme. Ciò probabilmente comporterebbe una lunga battaglia legale ma, indipendentemente dall’esito, rallenterebbe l’ulteriore spesa e creerebbe incertezza per le aziende che cercano di pianificare in base ai crediti d’imposta.

Ci sono poi i finanziamenti per prestiti e sovvenzioni per progetti che riducono le emissioni di gas serra e che proteggono dagli impatti dei cambiamenti climatici. Gran parte di quei soldi delle sovvenzioni è fuori dalla porta o “obbligato”, cioè i contratti sono già stati firmati.

Alti funzionari della Casa Bianca hanno affermato di aver assegnato finora 92,5 miliardi di dollari in sovvenzioni, circa l’80% dei finanziamenti disponibili nell’anno fiscale conclusosi a settembre. Secondo gli esperti legali, per una futura amministrazione Trump sarebbe difficile recuperare i fondi. A trovarsi in difficoltà sarebbero i soldi non spesi, così come i progetti che si trovano in uno stato di limbo, in cui i contratti definitivi non sono stati firmati.

LA LEGGE CHE PUÒ FERMARE DONALD TRUMP

Trump ha bisogno che i parlamentari statunitensi revochino quei soldi. Per un’amministrazione è illegale rifiutarsi di spendere i fondi stanziati dal Congresso. In base ad una legge del 1974 chiamata “Impoundment Control Act”, un presidente può sospendere la spesa per un periodo o chiedere al Congresso di revocare i fondi, ma non si può non spendere dei soldi per motivi ideologici. La legge è stata approvata come risposta all’abitudine del presidente Nixon di non spendere soldi per cose a cui si opponeva.

Secondo il Government Accountability Office, Trump in precedenza ha violato quella legge, quando ha trattenuto gli aiuti militari all’Ucraina durante la sua presidenza, un’azione che alla fine ha portato al suo primo impeachment. Da allora, il candidato repubblicano ha detto di voler annullare la legge sull’impoundment per avere più potere sulla spesa.

“Quando tornerò alla Casa Bianca, farò tutto il possibile per contestare l’Impoundment Control Act in tribunale e, se necessario, convincere il Congresso a revocarlo. Lo sopprimeremo. Con l’impoundment possiamo soffocare i soldi”, dice Trump in un video pubblicato lo scorso anno sul sito web della sua campagna. In conclusione, se Trump vorrà chiudere i rubinetti all’IRA, probabilmente troverà il modo di farlo.

POSSIBILE ADDIO ALL’ACCORDO DI PARIGI SUL CLIMA?

Nei giorni scorsi il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha affermato che il mondo ha bisogno che gli Stati Uniti rimangano nel processo internazionale sul clima per evitare che l’accordo di Parigi venga “paralizzato”, cercando di anticipare i timori che Donald Trump possa far uscire il Paese dall’accordo per la seconda volta. António Guterres ha affermato che l’accordo storico del 2015 per limitare il riscaldamento globale resisterebbe anche se gli Stati Uniti si ritirassero ancora una volta, ma ha paragonato l’eventuale uscita alla perdita di un arto o di un organo. “L’accordo di Parigi può sopravvivere, ma a volte le persone possono perdere organi importanti o perdere le gambe e sopravvivere. Ma noi non vogliamo un accordo di Parigi paralizzato. Vogliamo un vero accordo di Parigi”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite.

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