Il nuovo tracciato del gas Baku a mantenere l’impegno preso con l’Unione europea di raddoppiare le esportazioni di gas verso l’Europa, portandole a 20 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2027
I Paesi dell’Europa centrale e sudorientale hanno iniziato a lavorare insieme per creare una nuova via di transito del gas, con l’obiettivo di compensare la perdita delle esportazioni russeverso l’Europa a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Se realizzato, il “Corridoio Verticale” offrirebbe all’Azerbaigian una nuova rotta per esportare il proprio gas verso i mercati dell’Europa centrale e orientale e potrebbe quindi aiutare Baku a mantenere l’impegno preso con l’Unione europea di raddoppiare le esportazioni di gas verso l’Europa, portandole a 20 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2027.
IL PERCORSO DEL “CORRIDOIO VERTICALE” DEL GAS
Il nuovo tracciato previsto – scrive David O’Byrne su Eurasianet – utilizzerebbe principalmente i gasdotti esistenti che collegano i sistemi di transito del gas di Grecia, Bulgaria, Romania, Moldavia e Ucraina ma richiederebbe l’espansione della capacità di alcune sezioni e dei collegamenti transfrontalieri. In quanto tale, il “corridoio verticale” sarebbe in grado di fornire nuove preziose fonti di gas per la Moldavia e l’Ucraina, che dopo l’invasione russa hanno avuto problemi a soddisfare la domanda interna.
Non meno significativamente, sarebbe anche in grado di immettere gas nel principale sistema di trasporto est-ovest dell’Ucraina, che è stato in gran parte inutilizzato dall’invasione russa nel 2022 e dalla successiva interruzione del transito verso l’Europa.
Il progetto è stato avviato il 19 gennaio in occasione di un incontro ad Atene dei ministri dell’energia dell’Europa centrale e sudorientale nell’ambito dell’iniziativa per la connettività energetica dell’Europa centrale e sudorientale (CESEC) dell’Unione europea.
L’incontro, al quale ha partecipato il commissario europeo per l’Energia, Kadri Simson, ha visto la firma di un accordo tra gli operatori di trasporto del gas dei Paesi Ue Grecia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Slovacchia, oltre che quelli di Ucraina e Moldavia, volto a creare un corridoio di trasporto Nord-Sud tra i sette Stati.
Commentando l’accordo, Simson ha affermato che il corridoio verticale “consentirà flussi bidirezionali di gas naturale da nord a sud e ritorno che aiuterà a garantire l’approvvigionamento energetico all’Ucraina e alla Moldavia e a migliorare la sicurezza energetica complessiva della regione”.
NUOVO CORRIDOIO, VECCHIA INFRASTRUTTURA
Il nuovo accordo propone di aggiornare ed espandere l’infrastruttura di transito del gas esistente dei sette paesi per creare un nuovo corridoio di transito di maggiore capacità, che invertirebbe la direzione del flusso di gas in alcune sezioni e consentirebbe di trasportare maggiori volumi dalla Grecia e dalla Turchia verso Bulgaria, Romania, Moldavia e Ucraina.
I gasdotti di transito esistenti in Ucraina potrebbero quindi trasportare il gas direttamente in Ungheria, Slovacchia e Polonia e anche verso altri mercati europei, più ad ovest. Il nuovo corridoio sarà in grado di trasportare il gas importato in Grecia e Turchia via nave come GNL e anche il gas dall’Azerbaigian importato attraverso la Turchia in Grecia,
Il primo passo verso la realizzazione del corridoio verticale è stato compiuto lo scorso 1° febbraio con l’operatore statale bulgaro di transito del gas Bulgartransgaz EAD che ha lanciato le consultazioni pubbliche richieste dall’Unione europea per l’espansione della capacità, in parallelo con gli operatori statali di Grecia, Romania, Moldavia e Ucraina.
La capacità finale del nuovo corridoio deve ancora essere decisa, ma secondo l’operatore statale ucraino della rete di transito del gas GTSOU, c’è una domanda sufficiente da parte degli acquirenti europei per una capacità fino a 21 milioni di metri cubi al giorno attraverso la Moldavia fino all’Ucraina. Si tratta del doppio della capacità esistente del Corridoio Meridionale del Gas, che attualmente trasporta tutte le esportazioni dell’Azerbaigian verso l’Europa.
IL RUOLO DEL GASDOTTO TAP
Resta da vedere quale impatto il progetto avrà sull’attuale Corridoio Sud del Gas, più precisamente sulla sua fase finale, il gasdotto TAP. Il gasdotto TAP è di proprietà di un consorzio che include la compagnia petrolifera statale azera SOCAR e BP, che gestisce il più grande giacimento di gas dell’Azerbaigian, Shah Deniz, da cui viene prodotta la maggior parte delle esportazioni del Paese.
Il TAP ha una capacità nominale massima di 20 miliardi di metri cubi all’anno, ma opera a circa 10 miliardi di metri cubi all’anno, in attesa che i partner del consorzio TAP decidano di effettuare gli investimenti necessari per aggiungere nuovi compressori per consentire al gasdotto di trasportare più gas.
L’ANNUNCIO DEL 2023 SULL’AUMENTO DI CAPACITÀ DEL TAP
Nel gennaio 2023 il consorzio ha annunciato che avrebbe ampliato la capacità di 1,2 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2026, ma deve ancora indicare quando o se investirà per aumentare la capacità fino a raggiungere i 20 miliardi di metri cubi all’anno.
La creazione di un nuovo corridoio verticale potrebbe rendere superflua questa ulteriore espansione, a meno che e fino a quando non saranno disponibili nuove fonti di gas in grado di riempire entrambi i corridoi. Allo stato attuale, le uniche fonti di gas disponibili sono il GNL, importato tramite terminal in Grecia e Turchia, e il gas che arriva tramite gasdotto dalla Turchia, di cui attualmente è disponibile solo quello proveniente dall’Azerbaigian.
L’AUMENTO DELLA PRODUZIONE DI GAS DELL’AZERBAIGIAN
Gli sforzi per incrementare la produzione di gas dell’Azerbaigian sono ben avviati. Lo scorso 30 gennaio BP ha annunciato che prevede di iniziare la produzione da un nuovo giacimento profondo all’inizio del 2024, mentre la francese TotalEnergies – che lo scorso luglio ha iniziato a produrre gas dal giacimento di Absheron in Azerbaigian – ha confermato di voler aumentare la produzione da 1,5 a circa 5,5 miliardi di metri cubi l’anno.
Baku continua a sostenere di essere sulla buona strada per mantenere la promessa di fornire 20 miliardi di metri cubi all’anno all’Europa entro il 2027, ma restano dei dubbi sulla possibilità di raggiungere questo obiettivo senza le importazioni dai suoi vicini Turkmenistan e Iran. Il gas del Turkmenistan potrebbe diventare disponibile per uno o entrambi i corridoi, se i negoziati tra Turchia, Iran e lo stesso Turkmenistan per fornire il gas del Paese alla Turchia attraverso l’Iran daranno frutti.