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Italia

Ecco come l’Italia sta diventando un hub energetico per il Nord Europa

Nel novembre scorso, al Forum internazionale del turismo, la premier Meloni aveva dichiarato che “vogliamo portare avanti la nostra visione strategica di un’Italia che può essere un hub energetico d’Europa, un ponte nel Mediterraneo per il collegamento tra l’Africa e il vecchio continente”

L’Italia potrà davvero diventare un hub energetico per il Nord Europa? Considerati gli accordi di cooperazione siglati dal nostro governo negli ultimi mesi con diversi Paesi, le premesse, al momento, sembrano esserci tutte.

LA REPUBBLICA CECA IMPORTERÀ PETROLIO DALL’IRAQ (ATTRAVERSO L’ITALIA)

Ieri la Repubblica Ceca ha annunciato che nel 2024 riuscirà ad interrompere la sua dipendenza dalla Russia per la fornitura di petrolio, che sostituirà importando il greggio dall’Iraq. “Stiamo arrivando al punto in cui saremo completamente indipendenti dalle forniture di petrolio russo, che sostituiremo con le importazioni dall’Iraq”, ha affermato il ministro ceco dell’Industria e del Commercio, Josef Sikela.

Il petrolio russo viene lavorato nella raffineria di Litvinov, nel nord-ovest della Repubblica Ceca. Attualmente si stanno completando i test per convertire la raffineria all’utilizzo del petrolio iracheno, poi bisognerà adeguare gli impianti nazionali di stoccaggio.

Il greggio iracheno arriverà a Praga attraverso l’oleodotto transalpino TAL (Transalpine Pipeline)/IKL e verrà pompato da Trieste. Il greggio infatti sarà consegnato via mare al porto del capoluogo friulano. Attualmente sono in corso i lavori per aumentare la capacità dell’oleodotto TAL/IKL, che comportano l’ammodernamento o la sostituzione di pompe e sistemi di propulsione.

“ITALIA HUB ENERGETICO D’EUROPA”: L’ANNUNCIO DI MELONI AL FORUM INTERNAZIONALE DEL TURISMO

Lo scorso novembre il premier Meloni, partecipando al Forum internazionale del turismo a Baveno (VB), aveva spiegato che “nel nuovo PNRR ci sono 5,2 miliardi dedicati agli investimenti nelle reti e le infrastrutture, a partire da quelle energetiche strategiche, perché vogliamo portare avanti la nostra visione strategica di un’Italia che può essere un hub energetico d’Europa, un ponte nel Mediterraneo per il collegamento tra l’Africa e l’Europa”. In quell’occasione la premier aveva detto anche che il governo aveva predisposto “quasi 12,5 miliardi di euro di incentivi alle imprese, di cui 6,3 miliardi per la transizione 5.0, cioè i crediti d’imposta per aiutare le aziende nella doppia transizione, ma anche il supporto alle PMI per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, 2,5 miliardi per sostenere lo sviluppo delle filiere strategiche per l’efficienza energetica, 2 miliardi per i contratti di filiera del settore agricolo e un altro miliardo di euro per i pannelli solari. Noi non abbiamo paura della transizione ecologica, abbiamo paura di una transizione ideologica, che rischia di portarci dritti verso la desertificazione economica”, aveva aggiunto Meloni.

L’ACCORDO SUL GAS TRA GERMANIA E ALGERIA

Pochi giorni fa inoltre, precisamente lo scorso 8 febbraio, Germania ed Algeria hanno siglato un accordo per la fornitura di gas. In base all’accordo – un contratto a medio termine tra una filiale del trader VNG AG e la società statale algerina di petrolio e gas Sonatrach – la Germania riceverà gas naturale dal Paese nordafricano. VNG è la prima azienda tedesca ad acquistare gas dall’Algeria. L’accordo è stato stretto infatti con VNG Handel & Vertrieb GmbH (VNG), società con sede a Lipsia interamente controllata da VNG AG, che a sua volta è una filiale dell’utility tedesca EnBW.

I dettagli finanziari del contratto non sono stati resi noti ma, secondo i dati diffusi da Sonatrach, la produzione di gas dell’Algeria ammonta a 106 miliardi di metri cubi l’anno. Grazie all’accordo siglato dalla Germania l’esportazione coinvolgerà anche l’Italia, che è collegata attraverso il gasdotto Transmed, tra Tunisia e Mazara del Vallo, rappresentando così il primo tassello del famoso progetto di “hub del gas” paventato da anni per il nostro Paese.

I PIANI SULL’IDROGENO CHE COINVOLGONO GERMANIA, ITALIA E ALGERIA

L’amministratore delegato di VNG, Ulf Heitmuller, ha affermato che VNG punta ad instaurare una partnership con Sonatrach nel settore dell’idrogeno e di importare in futuro idrogeno verde dall’Algeria alla Germania.

Il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck, ha firmato una dichiarazione di intenti con il ministro dell’Energia algerino, Mohamed Arkab, per sviluppare la produzione e le infrastrutture di idrogeno rinnovabile, incluso un impianto di produzione pilota. La Germania vuole sfruttare l’Algeria per l’idrogeno rinnovabile, che ritiene fondamentale per raggiungere i suoi obiettivi net zero. Diversi Paesi stanno pianificando un “corridoio H2 meridionale” per inviare idrogeno rinnovabile dall’Algeria attraverso Tunisia, Italia e Austria alla Germania meridionale, attraverso la conversione dei gasdotti esistenti.

IL GASDOTTO “SOUTH2 CORRIDOR” TRA ITALIA, AUSTRIA E GERMANIA

Come riportato dall’Istituto Affari Internazionali, il 22 novembre 2023 il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, hanno firmato un “Piano d’Azione italo-tedesco” che promette una maggiore collaborazione tra i due Paesi in diversi settori, tra cui una crescita economica sostenibile dal punto di vista ambientale e l’accelerazione della protezione del clima.

La sezione del piano che riguarda energia e clima, come esempio di cooperazione più stretta, parla dell’accelerazione nel completamento del cosiddetto “South-Central Corridor”, il gasdotto per il trasporto dell’idrogeno in tutta Europa. Il South-Central Corridor ha la funzione primaria di consentire l’importazione dell’idrogeno prodotto nel Nord Africa nel cuore dell’Europa, quindi nelle aree ad alta domanda di Germania e Nord Italia.

Un altro progetto di rilievo è poi il SoutH2 Corridor, che comprende un gasdotto che attraversa tutta l’Italia, per poi collegarsi alla Germania meridionale attraverso l’Austria.

GLI ALTRI PROGETTI SULL’IDROGENO

Il SoutH2 Corridor è il progetto per un gasdotto di 3.300 km, composto da 4 sezioni, che trasporterebbe 4 milioni di tonnellate di idrogeno verde dal Nord Africa alla Germania, passando per l’Italia e l’Austria. Dietro il progetto ci sono i principali proprietari e operatori della rete del gas dei tre Paesi.

La crescente cooperazione sulle infrastrutture pronte all’idrogeno non si limita però solo al SoutH2 Corridor. Vi sono infatti altri due gasdotti per l’idrogeno allo studio. Il primo attraverso la Svizzera, che fa anche parte del SoutH2, mentre il secondo è il progetto SunsHyne che attraversa Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Quest’ultimo potrebbe trasportare l’idrogeno attraverso gasdotti inutilizzati nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, in sostituzione del gas russo.

Tutti e tre i progetti utilizzerebbero la stessa rotta dal Nord Africa al Nord Italia, per poi dividersi verso la Svizzera o l’Austria, e poi ancora nei pressi di Vienna, verso Monaco (SouthH2), o attraverso la Slovacchia e la Repubblica Ceca, verso la Baviera (SunsHyne). Italia e Germania dovrebbero quindi cooperare su tutti e tre i progetti, che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi di importazione di idrogeno fissati dal piano REPowerEU dell’Unione europea.

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