Skip to content
carbone italia

Ecco i Paesi che, malgrado gli impegni sul clima, stanno aumentando la dipendenza dal carbone

Diversi Paesi del Sud-Est asiatico continuano a dipendere fortemente dal carbone per la loro energia, nonostante la crescente pressione della comunità internazionale affinché si passi dai combustibili fossili alle alternative rinnovabili

Mentre molti Paesi stanno lottando per frenare la produzione di carbone, alcune potenze asiatiche continuano ad aumentare la loro dipendenza dal combustibile fossile più sporco, ostacolando la transizione verde regionale. Per anni – scrive su Oilprice Felicity Bradstock – ci sono state grandi preoccupazioni su fatto che la Cina rimanesse fortemente dipendente dal carbone, ma questa tendenza si è diffusa in tutto il sud-est asiatico.

Nonostante lo sviluppo di impegni climatici e strategie energetiche a favore di una transizione verde, con il sostegno dei donatori internazionali, la forte dipendenza della regione dal carbone potrebbe continuare ancora per molti anni.

IL RAPPORTO DI EMBER SULL’ENERGIA A CARBONE

Un recente rapporto del think tank energetico Ember ha mostrato che la dipendenza delle Filippine dall’energia a carbone nel 2023 è aumentata di circa il 62%, superando Cina, Indonesia e Polonia. Lo scorso anno il combustibile ha contribuito per il 61,9% all’elettricità del Paese asiatico, rispetto al 59,1% dell’anno precedente.

La produzione di carbone è inoltre aumentata del 9,7%, un valore superiore all’aumento della domanda di elettricità. Ciò ha segnato il quindicesimo anno consecutivo di aumento della produzione di carbone, nonostante l’obiettivo di ridurre la dipendenza a meno della metà della produzione totale di elettricità entro la fine del decennio.

LA QUOTA DI ENERGIA RINNOVABILE

Finora le Filippine non sono riuscite ad aumentare in modo significativo la propria capacità di energia rinnovabile, e restano indietro rispetto a molti altri Paesi della regione. Tra il 2015 e il 2023, la produzione eolica e solare è aumentata a un ritmo molto più lento rispetto ai paesi vicini, da 1 terawattora a 3,7 TWH. Per ridurre la dipendenza dall’energia generata dal carbone, le Filippine devono diversificare il proprio mix energetico per garantire di poter tenere il passo con la crescente domanda di energia.

L’UTILIZZO DEL CARBONE NEI PAESI DELL’ASIA SUDORIENTALE

Diversi Paesi del Sud-Est asiatico continuano a dipendere fortemente dal carbone per la loro energia, nonostante la crescente pressione della comunità internazionale affinché si passi dai combustibili fossili alle alternative rinnovabili. Inoltre, il carbone è visto come la forma più sporca di combustibile fossile, e molti gli preferiscono il petrolio e il gas per la decarbonizzazione a medio termine.

La regione del Sud-Est asiatico nel 2023 ha registrato una crescita del 2% nella dipendenza dal carbone, passando dal 31% del 2022 al 33%. Questo nonostante gli sforzi della Cina per ridurre la propria dipendenza dal carbone, che ora contribuisce per circa il 60,7% alla produzione di energia rispetto al 67,7% del 2015.

L’Indonesia è il quinto produttore di carbone al mondo, in rapido aumento rispetto all’11° posto del 2015. La sua dipendenza è appena dietro a quella delle Filippine, e lo scorso anno il fossile ha contribuito per il 61,8% alla produzione di energia elettrica del Paese.

Nel 2023 l’aumento della domanda di elettricità è stato riempito proprio dal carbone, mentre il resto è stato fornito tramite gas; l’energia solare ed eolica hanno contribuito solo per il 2,3%. La quota di eolico è aumentata di soli 1,2 TWh tra il 2015 e il 2023, rappresentando il 4% della crescita delle energie rinnovabili; nello stesso periodo la produzione di bioenergia è raddoppiata, passando da 9,8 a 22 TWh e contribuendo per il 40% alla crescita dell’elettricità rinnovabile, seguita dall’energia idroelettrica al 34% e dalla geotermia al 22%.

IL PHASE OUT DAL CARBONE DEI PAESI DEL G7

Per quanto riguarda invece le grandi economie mondiali, a fine aprile, durante il G7 italiano Energia Ambiente e Clima a Torino, i Paesi del G7 si sono accordati per completare il phase out dal carbone entro il 2035. Il ministro britannico per la Sicurezza energetica e il Net Zero, Andrew Bowie, aveva dichiarato di aver raggiunto “un accordo per l’eliminazione graduale del carbone entro la prima metà degli anni 2030. Non siamo riusciti a raggiungere questo accordo a Dubai, in occasione della COP28 dello scorso anno, ma il fatto che oggi le economie più avanzate del mondo si siano riunite e abbiano trovato un accordo è davvero incredibile”.

IL PHASE OUT IN ITALIA

In Italia il phase out dal carbone è previsto per il 2025. Nel marzo scorso il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha confermato la data, che riguarderà tutte le centrali rimanenti del Paese ad eccezione della Sardegna, in cui lo stop al combustibile fossile avverrà tra il 2026 e il 2028.

Il nostro Paese conta 6 centrali a carbone ancora funzionanti: quattro sono dell’Enel, a Fusina (Venezia, da 976 MW, Brindisi (2.640 MW), Civitavecchia (1980 MW) e Portovesme (Carbonia-Iglesias, da 480 MW. Una è di A2A a Monfalcone (Gorizia, da 336 MW), e un’ultima è quella di EP Produzione a Fiume Santo (Sassari).

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su