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Piano Mattei Fabrizio Saggio

Ecco i primi risultati del Piano Mattei del governo in Africa

Il coordinatore della struttura di missione del Piano Mattei, Fabrizio Saggio, ha parlato in audizione davanti alle Commissioni riunite Esteri Camera ed Esteri e Difesa del Senato, illustrando i primi risultati del piano per il continente africano

“Da funzionario dello Stato italiano, ritengo che il Piano Mattei sia anzitutto un piano del sistema Italia in tute le sue articolazioni. Un piano dell’Italia e d’interesse nazionale. È un piano, ma ancor di più un metodo che in breve tempo, oltre ad aver coinvolto all’intero continente africano, ha interessato gli Stati Uniti, l’Unione europea, alcuni Paesi del Golfo ed altri Stati che quotidianamente ci chiedono come possono essere coinvolti”. Lo ha dichiarato il consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri e Coordinatore della struttura di missione del Piano Mattei, sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di adozione del Piano Mattei.

LA RELAZIONE SU PIANO DI ATTUAZIONE DEL PIANO MATTEI

Saggio ha spiegato poi di essere in attesa “di trasmettere al Parlamento come struttura di missione, la relazione sul piano di attuazione del Piano Mattei in base al Decreto. Questo, per poterlo fare, necessita del parere delle commissioni: una volta ricevuto il parere sarà mia cura trasmettere lo stato di attuazione”.

SAGGIO: “ELMED NON RIGUARDA SOLO ITALIA E TUNISIA, MA EUROPA E AFRICA”

Per l’ambasciatore Saggio, “il Piano Mattei ha certamente acceso i riflettori sull’Africa. È indiscutibile che non si sia mai parlato così tanto a livello istituzionale di Africa. Un esempio su tutti è il settore energetico, dove la diversificazione delle fonti di approvvigionamento nel processo di transizione energetica diventa per noi un obiettivo essenziale e in cui l’Africa è la destinazione naturale. Il Progetto ElMed è proprio lo specchio dell’importanza e della destinazione naturale per l’Italia del continente africano”.

L’Elmed, ha spiegato Saggio, “è un elettrodotto che unirà la Tunisia all’Italia, ma soprattutto unirà Africa ed Europa, con un reciproco scambio di vantaggi ed interessi: noi abbiamo bisogno di energia, e la Tunisia ha bisogno di svilupparsi sulle rinnovabili. Oggi ricava dalle rinnovabili solo il 4% della sua energia, ma l’Elmed obbligherà la Tunisia a raggiungere dei numeri molto più alti e di esportare energia verde in Europa”.

PIANO MATTEI: GLI ACCORDI DELL’ITALIA CON I PAESI AFRICANI

Saggio ha parlato poi delle missioni già svolte dal governo italiano nel continente africano. “Dopo il vertice Italia-Africa c’è stato un cambio di passo: il presidente del Consiglio ha visitato l’Egitto e la Tunisia. In Algeria, in Costa d’Avorio, in Mozambico e in molti altri Paesi si sono svolte delle missioni che hanno portato in Africa tutti gli attori e gli operatori che possono dare un contributo al piano, attraverso un costante gioco di squadra con la Farnesina e tutti i ministeri coinvolti.

Con un approccio di sistema Italia – ha proseguito – sono state già concluse diverse intese, ad esempio in Egitto. Una riguarda il Kenya, un progetto pilota sulla filiera dei carburanti. Un altro accordo che è stato chiuso un paio di settimane fa con l’Algeria nel settore agricolo, in cui vi è stata una concessione strategica di 36.000 ettari da parte dell’Algeria che saranno messi a coltivazione con know-how e ricerca italiana. Questa settimana abbiamo avviato un progetto di utilizzo dell’idrogeno insieme ad Enel ed Eni in Tunisia e c’è stata un’ulteriore visita della struttura di missione”.

SAGGIO: “PASSIAMO DA PROGETTI BILATERALI A GRANDI PROGETTI INTERNAZIONALI”

“La struttura di missione ha avviato un percorso multilaterale. Lo ha fatto in ambito G7 dove, oltre ad inserire l’Africa in termini di Paesi invitati che in termini di conclusioni raggiunte dal summit, per la prima volta si è inserita l’Italia e il Piano Mattei nel PGII (Partnership for Global Infrastructure and Investment), la partnership su infrastrutture e investimenti a cui hanno partecipato il presidente degli USA e dal presidente del Consiglio, alla presenza del settore privato. Da parte italiana erano presenti gli amministratori delegati di Enel, Eni Cdp, e Sace, e da parte americana gli ad di Microsoft e Blackrock. Si è fatto un salto di qualità, passando a progetti di natura bilaterale a grandi progetti di natura infrastrutturale internazionale, come il Corridoio Lobito, una connessione infrastrutturale digitale, ferroviaria ed energetica che collegherà l’Angola allo Zambia”.

IL PIANO MATTEI E IL FONDO CLIMA

Infine, il consigliere Saggio ha parlato del fondo clima. “Il fondo clima – ha spiegato – esisteva prima del Piano Mattei ed è destinato ad una serie di obiettivi climatici: alcuni fondi destinati al clima verranno riorientati sul continente africano. Il fondo clima sarà strutturato su 3 comitati: uno di questi, in aggiunta, sarà gestito e avrà una presenza anche di Palazzo Chigi. La filosofia di inserire Palazzo Chigi nel fondo clima è di ordinare, ascoltare e condividere delle politiche sull’Africa”.

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