Skip to content
auto

Ecco le mosse dei produttori per vendere più auto elettriche

L’Unione europea dal 1° gennaio 2025 abbasserà drasticamente il limite sulle emissioni di CO2 delle auto. Per evitare pesanti multe, quindi, almeno un quinto di tutte le vendite della maggior parte delle case automobilistiche dovrà essere di auto elettriche 

Le case automobilistiche europee stanno aumentando i prezzi delle auto a benzina e si stanno preparando sconti sulle auto elettriche, mentre si preparano ad un’altra sfida: delle norme più severe sulle emissioni, che minacciano di ridurre ulteriormente i profitti del settore, già in difficoltà.

LE NUOVE NORME UE SULLE EMISSIONI DELLE AUTO

Come ricorda l’agenzia di stampa Reuters, l’Unione europea dal 1° gennaio 2025 abbasserà drasticamente il limite sulle emissioni di anidride carbonica delle automobili, e ciò comporterà che, per evitare pesanti multe, almeno un quinto di tutte le vendite della maggior parte delle case automobilistiche dovrà essere di auto elettriche.

IN EUROPA SOLO IL 13% DELLE AUTO SONO ELETTRICHE

Finora, però, quest’anno solo il 13% di tutti i veicoli venduti nella regione sono elettrici, come dimostrano i dati dell’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA). “Il divario è davvero grande”, ha affermato Marc Mortureux, direttore della lobby automobilistica francese PFA. Le norme più severe arrivano mentre il settore automotive sta già affrontando una capacità in eccesso, dovuta alle scarse vendite e alla crescente concorrenza cinese, che negli ultimi mesi ha spinto Volkswagen, Stellantis ed altri ad emettere dei profit warning.

Ora le aziende dovranno vendere più auto elettriche (EV), la cui produzione è più costosa rispetto ai veicoli tradizionali, in un momento in cui le incertezze politiche ed economiche e il calo dei sussidi per gli EV stanno scoraggiando i consumi.

Forse anche a causa del timore per le nuove norme, il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, a inizio dicembre si è improvvisamente dimesso, in parte a causa di un disaccordo con il Consiglio di amministrazione dell’azienda su come gestire la situazione.

LE STRATEGIE DELLE CASE AUTOMOBILISTICHE

A poche settimane dalla fine, i politici europei stanno esortando Bruxelles a riconsiderare gli obiettivi. Le case automobilistiche, però, si stanno attivando, soprattutto nell’ottica di evitare le sanzioni che, secondo il presidente dell’ACEA Luca de Meo, in base alle vendite attuali potrebbero raggiungere i 15 miliardi di euro. Negli ultimi due mesi Volkswagen, Stellantis e Renault hanno aumentato i prezzi dei modelli con motore a benzina di diverse centinaia di euro; una mossa che, secondo gli analisti, è un tentativo di frenare la domanda di auto con emissioni più elevate e rendere più attraenti i modelli elettrici, più costosi.

“Le case automobilistiche hanno iniziato con la loro strategia di prezzo per orientare la domanda verso gli EV, raggiungere gli obiettivi di CO2 ed evitare potenziali multe”, ha affermato Beatrix Keim del Center for Automotive Research. Il mese scorso Peugeot ha aumentato i prezzi fino a 500 euro di tutti i suoi modelli in Francia, ad eccezione di quelli completamente elettrici.

GLI AUMENTI DI PREZZO DELLE AUTO E LE LORO CONSEGUENZE

Il gruppo Renault ha aumentato i prezzi di alcuni modelli 100% benzina, ad esempio aggiungendo 300 euro (+1,6%) alla Clio SCE 65, ma ha mantenuto i prezzi delle versioni ibride invariati. Peugeot ha descritto il nuovo prezzo come “un aumento economico”, mentre Renault ha detto che, nel corso della vita di un’automobile, “un aumento è normale”.

Tuttavia, la strategia potrebbe ritorcersi contro: secondo una fonte vicina ad una delle principali case automobilistiche europee, l’aumento dei prezzi delle auto a benzina dovrebbe aiutare a colmare il divario con i modelli elettrici ma, considerata la debole crescita del mercato, potrebbe non generare sufficienti vendite di EV.

Le vendite nella regione sono circa un quinto inferiori rispetto al periodo pre-Covid. “Aumentare il prezzo delle auto con motore termico, in realtà, significa tagliare la produzione e tutta la filiera, e i fornitori ne soffriranno”, ha aggiunto la fonte.

GLI SCONTI E GLI ACCORDI TRA I PRODUTTORI

Gli aumenti di prezzo “contribuiranno a finanziare i futuri sconti sulle auto elettriche”, ha spiegato Denis Schemoul, analista automobilistico di S&P Global, agendo come “un sussidio indiretto” per gli acquirenti di EV da parte degli acquirenti di motori a combustione, ma molto probabilmente danneggiando i margini.

Volkswagen – che dovrebbe essere colpita più duramente dai nuovi obiettivi, a causa dei suoi elevati volumi di vendita – ha già tagliato il prezzo della sua auto elettrica compatta ID3 su diversi mercati negli ultimi mesi, portandola sotto i 30.000 euro in Germania.

“Questo probabilmente è ciò che avverrà il prossimo anno”, ha affermato Alastair Bedwell, responsabile delle previsioni sui gruppi propulsori di GlobalData, che prevede che le vendite di auto elettriche in Europa nel 2025 saliranno a 3,1 milioni di unità, il 41% in più rispetto a quest’anno.

Tuttavia, gli sconti per spingere le vendite hanno un costo: nel Regno Unito, il settore ha avvertito che gli obiettivi sugli EV quest’anno costeranno alle case automobilistiche 7,6 miliardi di dollari, inclusi circa 4 miliardi di sterline di sconti.

“Mettere in comune le emissioni o acquistare crediti da chi ha una quota elevata del mercato EV per abbassare le medie delle emissioni potrebbe essere meno costoso”, affermano gli analisti di Barclays. Suzuki a ottobre ha accettato di mettere in comune con Volvo di proprietà di Geely nel 2025. Dato il gran numero di auto elettriche offerte da Volvo, “l’accordo eliminerà quasi completamente qualsiasi minaccia di multe per Suzuki”, ha affermato Charles Lester, responsabile dati per la società di consulenza sulle batterie Rho Motion.

LO SFOGO DEL PRESIDENTE DI PFA

Tuttavia, tutte le opzioni eroderanno i magri profitti del settore, che spera ancora che Bruxelles allenti gli obiettivi. “Ad un certo punto, basta”, ha detto ad ottobre, prima del salone dell’auto di Parigi, il ​​presidente della PFA, Luc Chatel. “Non riesco a vendere abbastanza auto elettriche e sarò penalizzato sulle auto termiche. Cosa vogliono che faccia, delle carrozze trainate da cavalli?”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su